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The Partners

Bella la vita dell'avvocato: tre anni dopo la laurea e ci si trova con una scrivania in palissandro, uno studio in centro da settecento metri quadrati arredato da un architetto ala moda e, sopratutto, un gruppo di colleghi e colleghe single e in perfetta forma che ogni sera fanno festa e la mattina dopo si svegliano alle 7.30 freschi come delle rose.
Roba da Sit-Com? Si certo, ma non solo...

RECENSIONE di La Redazione   —   19/02/2003
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Prendere il controllo? O Perderlo?

La prima cosa apprezzabile di The Partners è il sistema di gestione. Semplice e intuitivo. Attraverso l’interfaccia o un click con il tasto sinistro del mouse si seleziona uno dei nostri avvocati. Con il tasto destro si seleziona l’oggetto o la persona con la quale interagire. Il sistema propone automaticamente le scelte possibili, fornendo anche possibili indicazioni sull’esito e le probabilità di successo. In questo modo trasformare il nostro ufficio in una tantrico eden della carriera esasperata sarà estremamente semplice.
Lo scopo del gioco è infatti, in linea con la maggior parte dei simulatori di vita reale, quello di far convivere in modo più che pacifico i dievrsi personaggi, cercando in modo squisitamente utopico di farli progredire sia dal punto di vista della carriera sia da quello personale, in perfetta felicità e armonia. C’è da dire che, visto il numero di parametri e le possibilità di interazione, il compito si presenta discretamente complesso, soprattutto quando a questo obbiettivo principale si sommano gli obbiettivi di ogni singola missione. Il gioco infatti è gestito in modo molto simile a un telefilm, e ogni livello prevederà uno scopo principale e una serie di obbiettivi secondari, da portare a termine mantenendo il più possibile sereni e felici i nostri rampanti rampolli.

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Essere produttivi

L’intelligenza artificiale, pur se con qualche lacuna, sembra essere in grado di gestire i personaggi in modo plausibile. Generalmente le azioni automatiche seguono un buon livello di complessità. Un esempio simpatico è il personaggio del libertino, che pur di rimediare qualche possibilità di appartarsi, non esiterà a mettersi a fare ginnastica insieme alle colleghe (e molti sanno quanto questa situazione sia realistica), o il personaggio ossessionato dalla carriera che si metterà a litigare con i colleghi meno produttivi.
Per quello che riguarda l’aspetto grafico, The Partners è mosso da un motore 3D adeguato, anche se agevolato dalla limitatezza degli spazi. Durante il gioco è possibile effettuare liberamente zoomate, rotazioni di camera e spostamenti, utilizzando con uguale comodità le frecce direzionali o il mouse. I modelli dei personaggi sono realizzati con un livello di dettaglio adeguato (in fondo si tratta di un gioco gestionale) e gli oggetti mostrano una discreta varietà di design e funzioni. Le possibilità di interazione sono buone, e mostrano un’ottima progettazione dell’ambiente di gioco.

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Luoghi comuni

Purtroppo The partners soffre di una serie di problemi a livello di grafica, che ne riducono notevolmente l’apprezzabilità. Non è affatto raro che i personaggi si trovino a collidere in modo erroneo con gli oggetti o fra di loro. Questo problema si rende ancora più grave se si compiono azioni fuori schema o se si assegnano mansioni simili o personaggi diversi. Questo difetto è molto curioso, perchè stride con la fluidità del motore, che permette spostamenti anche repentini senza dare segni di cedimento.
Altro aspetto che potrebbe lasciare interdetti è la colonna sonora, che con il pretesto di emulare quella dei più celebri telefilm di questo filone, risulta più come un piatto rumore di sottofondo che come un vero commento sonoro.
Inoltre ancora una volta si presenta il problema del dualismo. Accanto a un design del gioco di buona qualità, anche se molto di accademia, sono presenti alcune ingenuità che danno quasi un’impressione di trascuratezza, quale il filmato introduttivo realizzato con un montaggio di semplici sequenze in-game filmate, oppure alcuni messaggi di sistema forniti in semplice testo, o la scarsità delle opzioni (non è possibile cambiare la risoluzione video per esempio). Da dire che il gioco non è particolarmente gravoso, nemmeno su macchine di fascia bassa, e questo gioca indubbiamente a suo favore.

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Vincenti e vinti

The partners è indubbiamente un gioco dedicato ai casual gamer, come dimostra anche la semplicità dei comandi e la mancanza di hotkey. Effettivamente è apprezzabile il tentativo di contestualizzare un videogame in un ambiente originale, che per molti aspetti è agli antipodi delle ambientazioni tradizionali. Effettivamente l’ambientazione è la parte più gustosa del gioco. Patinata e finta come solo i migliori telefilm americani sanno essere. Squisitamente surreale, deliziosamente alienato, assolutamente fuori dal mondo reale. Nel nostro ufficio sarà possibile montare schermi giganti, tavoli da biliardo, impianti per il karaoke, palestre. Forse nel Nuovo Continente funziona così, forse il bisogno di fantasticare colpisce anche chi non sa immaginare draghi o borg. Una splendida favola hollywoodiana, che poco ha da invidiare ai fratelli Grimm o ad Andersen. La nuova sirenetta ha una laurea in legge?

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Concludendo...

The partners è un gioco deidcato agli autentici fanatici delle sit-com e/o dei sim-life.
Gli amanti del tubo catodico potranno trovare alcuni spunti interessanti, mentre gli altri potrebbero, specialmente sul medio/lungo termine, trovarlo eccessivamente limitante per numero e varietà di situazioni.

Pro

  • Richiama un ambiente con un forte impatto mediatico
  • Interessante il motore di simulazione
  • Comportamenti dei personaggi "realistici"
Contro
  • Qualche bug grafico di troppo
  • Povertà di opzioni di configurazione
  • Spettro di azioni limitato

Stili di vita

State svegli fino a notte fonda per godervi “sex and the city” o avete chiesto orari di lavoro esoterici per seguire le variazioni di palinsesto di Ally Mc Beal? Allora The Partners è il gioco che fa per voi. Cosa ne direste di un sim-life interamente ambientato in uno studio legale? In effetti la trovata alla base di The Partners è proprio questa e bisogna dire che in un certo senso è un’esperimento interessante. La vita dei nostri personaggi si svolge interamente nell’ambiente di lavoro, che in piena tradizione di Manhattan è destinato a trasformarsi velocemente in una sorta di seconda casa.