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Tomb Raider: The Prophecy

Lara Croft, l'eroina più amata del mondo dei videogames, ritorna sulle scene nella sua prima avventura appositamente creata per Game Boy Advance. Sarà un ritorno in grande stile?

RECENSIONE di La Redazione   —   13/01/2003
Tomb Raider The Prophecy
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Tomb Raider: The Prophecy
Tomb Raider: The Prophecy

Le disavventure di Lara Croft

Dunque, dall'incipit di questo pezzo speriamo che vi sia chiara una cosa: Tomb Raider, da gioco rivoluzionario, è ora un mero fenomeno commerciale. E questo vuol dire che Lara Croft "deve" arrivare ovunque, anche dove concettualmente non potrebbe esistere: in questo caso, su Gameboy Advance. Intendiamoci, il genio dei programmatori e la loro fantasia sono sempre in grado di realizzare l'impensabile, ma ci si aspetta uno sforzo particolarmente intenso da chi vuole adattare a una console incapace di gestire fluidamente le tre dimensioni un prodotto che, per sua natura, deve garantire la libertà di movimento che solo il 3D è in grado di fornire. Ecco, pare che i designer di questa avventura in versione Advance non si siano impegnati più di tanto, applicando la conversione da 3D a 2D più semplice possibile: il compromesso dell'isometria. Ed ecco che questo Tomb Raider diventa assolutamente ingiocabile. E' difficile muovere Lara nei poco intricati labirinti ideati dai programmatori, e a maggior ragione ingaggiare furiosi combattimenti con i nemici di tutti i tipi (che poi sono sempre il solito mix di animali feroci, esseri umani e creature sovrannaturali), compiendo le spericolate acrobazie che da sempre contraddistinguono le azioni della Croft (in questo caso ridotte al solo backflip aereo). Certo, è apprezzabile l'ideazione di un sistema di controllo più semplice e immediato, basato sui pochi tasti concessi dal GBA, ma questo non fa che, alla fine, complicare ulteriormente le cose, laddove le azioni performabili sono talmente limitate. Comunque, a soccorrerci interviene il classico equipaggiamento da guerra, questa volta ridotto miserevolmente a solo tre tipologie di pistole doppie, recuperabili pian piano col proseguimento del gioco...

Femme Fatale

Abbiamo detto che la nuova avventura di Lara è isometrica. Se pensiamo ai giochi isometrici disponibili su GBA (Megaman Battle Network, Spyro, Tony Hawk's Pro Skater) è impossibile non fare un paragone e notare come Tomb Raider dimostri una scarsa cura per la propria realizzazione grafica. Intendiamoci, non ci troviamo di fronte a un brutto gioco, graficamente parlando, ma solo poco curato: i dettagli degli ambienti, per quanto presenti, si impastano inevitabilmente in un vortice di pixel multicolore dall'aria confusa, che rende impossibile la corretta visualizzazione dell'ambiente di gioco e delle sue proporzioni. Per fortuna, le locazioni sono varie e differenti... ma non ben strutturate, quanto invece semplici e a tratti terribilmente ripetitive: gli enigmi e i trabocchetti classici della serie ci sono tutti (leve a tempo, macigni rotolanti), ma ovviamente semplificati e talvolta perfino mortificati... D'altra parte, non ci si può lamentare delle animazioni di Lara e della stragrande maggioranza dei suoi avversari: fluide, convincenti, anche se forse un po' poche assolvono perfettamente al loro dovere. Le musiche che accompagnano le avventura sono appena discrete, a volte fastidiose, così come gli anonimi effetti sonori... non che Tomb Raider sia un gioco che basi la sua atmosfera sulle musiche, ma uno sforzo in più sarebbe stato oltremodo gradito.

Tomb Raider: The Prophecy
Tomb Raider: The Prophecy

Commento

Era questione di tempo, neanche il GBA poteva scampare all'ennesima razzia della predatrice di tombe preferita dai videogiocatori. Solo che questa volta ha razziato ben poco, di certo non pareri positivi. La realizazzione tecnica e la strutturazione ludica denotano una grande svogliatezza e poca inventiva da parte degli ideatori, che hanno semplicemente riproposto meccaniche già collaudate tentando di adattarle (inutilmente) alle capacità del GBA, con risultati, se non altalenanti, appena mediocri. E' un peccato, perché le possibilità di giocare a una piccola perla c'erano tutte. In particolar modo, va menzionata la più grande e disorientante pecca di questa produzione: l'incomprensibile sistema di password. Tralasciando che nel 2003 un tale obsoleto sistema di salvataggio non andrebbe neanche preso in considerazione, è incredibile pensare che esistono giochi come i due Castlevania che offrono circa otto slot di salvataggio, mentre questo Tomb Raider si affida a lunghi e complicati codici che provvedono anche a non salvare gli item ritrovati: esatto, non importa quanti kit medici risparmiate in un livello, visto che appena inserirete una nuova password questi scompariranno. Davvero un tocco di classe. Insomma, se siete perdutamente innnamorati di Lara Croft, riuscirete a sorvolare sui numerosi difetti che The Prophecy presenta; se invece avete fiutato l'odore della commercialata fin da Dagger of Xian (il secondo nonchè peggior episodio per PlayStation, insomma), non sarà questo titolo a farvi cambiare idea.

    Pro:
  • Non si resiste al fascino di Lara
  • Belle animazioni
  • In fondo è un'avventura piacevole
    Contro:
  • Tecnicamente si poteva fare molto di meglio
  • Troppo semplicistico e monotono
  • Password?!?

Lara Croft è un personaggio ormai entrato nell'immaginario collettivo: videoludico, fumettistico, cinematografico, sociale. Sui motivi di questa miticizzazione della prosperosa archeologa si potrebbe scrivere un libro, ma noi non vogliamo intrattenervi con tediosi e prolissi studi psico-sociologici, per cui ci limiteremo a fare un passo indietro... oh beh, più di un passo: nel 1997 Tomb Raider fece la sua prima apparizione nella ludoteca PlayStation, con un action/adventure interamente tridimensionale che ricordava, almeno inizialmente, lo storico Alone in the Dark o il contemporaneo Resident Evil. Inizialmente, perché la sostanza di quel primo Tomb Raider (e di tutti i suoi sequel/cloni) era totalmente diversa, ed è talmente nota che è perfino inutile spiegarla.
Il boom, comunque, era dovuto a lei, Lara Croft, l'eroina alternativa, mascolina e agguerrita come Indiana Jones e allo stesso tempo femminile e sensuale in un modo tutto suo. Quattro sequel, una versione tascabile (per Gameboy Color), un film (men che mediocre), una (bella) serie a fumetti... il successo commerciale era servito. Ora, mentre Angel of Darkness, la sua prima avventura next-generation per PlayStation2, si appresta a invadere i disc-tray di innumerevoli utenti, Ubisoft ci propone quest'avventura in miniatura per il portatile di casa Nintendo...