Interfaccia e grafica
L’interfaccia di gioco è molto semplice e intuitiva, soprattutto per chi mangia pane e adventure tutti i giorni: con il tasto sinistro del mouse si esaminano gli oggetti, mentre con il tasto destro si raccolgono, si usano e si combinano nell’inventario (posizionato nella parte bassa dello schermo). Non ci sono molti orpelli da descrivere, se non le icone differenti a seconda dell’azione da compiere, che sono anch’esse un canone del genere. In effetti giocando un po’ ci si rende conto che le innovazioni, anche quelle minime, sono sovrapponibili allo zero assoluto (quello che gela le armature d’oro, sorbole) e che a livello di gameplay non c’è molto di rilevante da segnalare.
Anche lo stile grafico è molto convenzionale e richiama, nelle ambientazioni e nei colori, i classici dei film di guerra. Non ci sono molti vezzi stilistici da raccontare, visto che gli sviluppatori hanno scelto di puntare su uno stile realistico freddino e senza momenti particolarmente lirici. Alcune scenari sono sicuramente buoni, ma generalmente si ha l’impressione che non riescano a lasciare il segno e non c’è granché di memorabile da descrivere. I momenti visivamente migliori sono sicuramente quelli che corrispondono ai colpi di scena, che di certo non ci mettiamo a raccontare per non rovinarvi la sorpresa. Il motore che muove il gioco rappresenta gli scenari in 2D, mentre i personaggi sono tridimensionali. Questi ultimi sono oggettivamente bruttini, a causa della carenza endemica di dettagli e della spigolosità dei volti, accentuata dalle texture mediocri. Francamente non riusciamo a capire a cosa siano dovuti i 2,5 GHz di processore consigliati per far girare il tutto al meglio, visto che non c’è niente di eccezionale da muovere.
Narrazione ed enigmi
Superata la disanima delle caratteristiche tecniche, passiamo ai due elementi chiave per ogni avventura grafica: la narrazione e gli enigmi. Undercover: Operation Wintersun è una spy story di buon livello, con una storia classica, discretamente articolata ma sicuramente non originalissima. Come già detto per lo stile visivo, anche lo stile narrativo ricalca gli schemi-tipo del genere senza provare ad arrischiarsi in zone d’ombra poco battute e sicuramente più rischiose. Il risultato finale è piacevole e interessante, finché dura. Purtroppo, nonostante la presenza di colpi di scena ben posizionati, non c’è niente che rimarrà nella storia. I dialoghi sono ben scritti e ben tradotti in italiano. Il parlato, comunque, è in inglese. Come annotazione a margine, possiamo affermare che vorremmo vedere un maggiore coraggio da parte degli sviluppatori. Questo parlando in generale. Le avventure grafiche sono dedicate a una nicchia di giocatori capaci di apprezzare anche trame più articolate e temi più forti. Non stiamo auspicando la nascita di una specie di intellettualismo videoludico ma, visto il genere, vorremmo vedere maggiore coraggio e la capacità di distaccarsi da certi motivi di fondo che ormai puzzano un po’ di vecchio.
spy story di buon livello, con una storia classica, discretamente articolata ma sicuramente non originalissima
Narrazione ed enigmi
PC - Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi
- Processore: Pentium 1.0 GHz o AMD equivalente
- RAM: 256 MB
- Scheda Video: compatibile con le DirectX 9.0 e dotata di 64 MB di memoria
- DirectX 9.0c
- Lettore DVD
- 2 GB di spazio su HD
- Processore: Pentium 2,5 GHz o AMD equivalente
- RAM: 256 MB
- Scheda Video: compatibile con le DirectX 9.0 e dotata di 128 MB di memoria
- Processore: Intel Pentium 4 3,4 GHz
- RAM: 2 GB
- Scheda Video: NVIDIA 7800GT
Commento
Undercover: Operation Wintersun è una discreta avventura grafica che piacerà agli amanti del genere pur non riuscendo mai a spiccare il volo. I problemi principali riguardano una realizzazione tecnica piuttosto anonima e l’incapacità di osare che lo fa volare basso per tutto il suo svolgimento. Alcuni enigmi di buona fattura non riescono a compensare completamente questi problemi di “personalità” che lo condannano a essere un prodotto di nicchia dedicato ai soli appassionati irriducibili.
Pro
- Trama discreta
- Enigmi di buon livello e ben integrati nello scenario
- Interfaccia agile e funzionale
- Mediocre dal punto di vista tecnico
- Niente di memorabile da segnalare
- Ci vorrebbe un po’ più di coraggio
Undercover: Operation Wintersun è disponibile per PC.
Quanti sarebbero gli sviluppatori di videogiochi sul lastrico se la Seconda Guerra Mondiale non fosse stata combattuta? I vari calli del dovere (a parte l’ultimo) e patacche all’onore non sarebbero mai esistiti e noi avremmo vissuto sicuramente meglio (o peggio, stando al vestito di carnevale di qualche anno fa di uno dei principini Inglesi). Insomma, questo magnifico preambolo di poche righe serve a introdurre un’avventura grafica ambientata durante la Grande Guerra (1943 per essere precisi) in cui si vestono i panni di un occhialuto professore Inglese (il fisico John Russel) che deve riuscire a evitare che i simpatici tedeschi si dotino della bomba all’uranio, con cui dominerebbero il mondo (se avessero esportato spettacoli squallidi e format mediocri ci sarebbero riusciti lo stesso, correndo molti rischi in meno). Per farcela, il nostro eroe dovrà recarsi nella tana della tigre e camminare su dei panini in modo da impilarli, evitando nel frattempo che dei grossi wurstel lo uccidano… mmmmm, no, non è questo il gioco. E non c’è nemmeno il sale da usare come arma.
In realtà Undercover: Operation Wintersun è un avventura grafica punta e clicca vecchio stile in cui bisogna risolvere enigmi a pacchi riuscendo a trovare e usare svariati oggetti nel modo giusto. Non mancano i puzzle da settimana enigmistica con fogli di carta da ricomporre, orologi da sistemare, ruote da far girare e vari altri marchingegni a frapporsi tra voi e la sequenza finale.