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Unlimited SaGa

Anche la serie SaGa fa il suo debutto su PlayStation2, come sempre stavolgendo i canoni del genere, sia in positivo che in negativo. Sarà riuscita SquareEnix a zittire tutti coloro che l'accusano di mancanza di originalità?

RECENSIONE di La Redazione   —   01/10/2003
Unlimited SaGa
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Secret of the Seven Wonders

La trama di Unlimited SaGa non è in realtà particolarmente ispirata, e di certo non rivaleggia con le sceneggiature approntate dalla celeberrima software house in passato, ma gioca su un fattore che ha reso famosa la serie a partire da SaGa Frontier, ovvero il Multiple Scenario System, una meccanica che permette di seguire una linea narrativa comune e generale dal punto di vista di personaggi diversi, che talvolta finiscono perfino per incontrarsi e interagire tra loro. Questo filo conduttore è rappresentato dal mistero delle Sette Meraviglie del Mondo, intorno alle quali si muoveranno i sette personaggi principali e i loro numerosissimi comprimari. Vale subito dire che dal punto di vista meramente narrativo, Unlimited SaGa presenta già alcuni difetti minori: in particolare, non tutti i protagonisti godono di sceneggiature particolarmente curate e in generale si riscontra una strana apatia durante l'esperienza, che risulta a tratti forzata e priva di spessore. Anche la caratterizzazione dei personaggi, nonostante lo splendido character design, non tocca i livelli standard raggiunti normalmente da SquareEnix, risultando più che accettabile in pochi casi (Laura, Armic, Ruby) e appena discreta in altri. Fortunatamente, dopo una decina di ore di gioco, la narrazione spiega appena le vele, coadiuvata da qualche colpo di scena non precisamente epocale, e gli eventi diventano un po' più concitati, ma resta il problema di arrivare alla decima ora sopportando la monotonia precedente... e il gioco stesso.

Unlimited SaGa
Unlimited SaGa

Unlimited SaGa o Limited SaGa?

Quella del titoletto è un'interessante domanda, e sarà la prima cosa che si chiederà il giocatore dopo aver impugnato il joypad ed essere entrato nei vari menù del gioco. Urge la premessa fondamentale: Unlimited SaGa è portatore di sconvolgenti cambiamenti nella classica struttura del Japanese Role Playing Game, talvolta neanche piacevoli, talvolta incredibilmente interessanti, ma comunque indirizzanti involontariamente verso un solo e unico status mentale: la più cupa e sconfortante confusione. In buona sostanza, Unlimited SaGa si configura come un bizzarro tentativo di fondere due concezioni profondamente diverse di gioco di ruolo, quella giapponese e quella occidentale, dal punto di vista prettamente ludico, con risultati perfino difficilmente esplicabili. Fin dall'inizio il giocatore abituale del genere si ritrova spiazzato: l'interfaccia si propone, infatti, come un susseguirsi di menù tramite i quali è possibile effettuare le più disparate operazioni, perfino l'esplorazione. Anche nelle città e nei villaggi, questa avviene spostandosi virtualmente da una locazione all'altra e interagendo con altri personaggi, negozianti, eccetera, tramiter solo ed esclusivamente le loro raffigurazioni grafiche. Niente sprite, niente modelli tridimensionali, nessun alter-ego digitale da spostare in ambienti 3D o pseudo-tali: solo ammirevoli artwork su artwork e decine di complicati menù. Una volta presa confidenza con l'incredibile varietà di opzioni, ci si illude di trovarsi di fronte a una meccanica ludica eccezionale, che consente di fare apparentemente di tutto: si possono recuperare materiali per forgiare armi e armature, le quali garantiranno l'utilizzo di nuove ed efficaci magie e skill da combattimento che potranno anche essere potenziate e via dicendo. In realtà, non è tutto così rosa e fiori, e ce ne si rende conto affrontando i vari dungeon: questi, infatti, non sono effettivamente esplorabili, in quanto vengono rappresentati su schermo come una sorta di mappa, di cartina, divisa in settori sequenziali nei quali di volta in volta il giocatore sposterà un'icona rappresentante il party muovendo la levetta analogica in direzione del settore desiderato, cercando di raggiungere l'uscita, talvolta prima che scada un preciso limite di turni. Quando ciò accade, si possono verificare diverse condizioni: ci si può ritrovare di fronte a uno scrigno (la cui eventuale serratura può essere scassinata dal personaggio dotato dell'abilità necessaria), si può essere vittime di una trappola (e a quel punto una discutibile slot-machine dalla velocità di uno shinkansen andrà fermata sulla casella giusta per scampare il pericolo...) oppure imbattersi in un nemico. In quest'ultimo caso, l'avversario potrà essere aggressivo e attaccare deliberatamente il party, oppure potrà ignorarlo del tutto e a quel punto il giocatore dovrà decidere se attaccare lui stesso o se tentare una via per così dire diplomatica per evitare la minaccia. Se il combattimento ha inizio, ci si ritrova ancora più spiazzati di quanto non si fosse davanti a un sistema di gioco tanto astruso: tanto per cominciare, ogni personaggio dispone di un indicatore numerico di punti ferita o HP ma questi non indicano il danno effettivo quanto la resistenza, in quanto una volta terminati gli HP (recuperabili su mappa premendo il tasto R3, pena la perdita di alcuni turni) i danni successivi inflitti dal nemico intaccheranno un altro indicatore, quello dei Life Point o LP, che se portati a zero determinano il KO del personaggio; inoltre il giocatore può assegnare al suo party cinque azioni, non importa a quali personaggi, perfino allo stesso, ma cinque azioni e non più di una. Queste verrano eseguite rispettando una (poco logica) scansione in turni basata sulle statistiche di movimento (velocità, destrezza, eccetera) e prima di lanciarle l'utente sarà chiamato ad agire su una slot-machine (un'altra?!) per tentare di combinare i vari attacchi in devastanti combo. Anche in questo caso la velocità mach della ruota non aiuta a una selezione accurata, rimandando piuttosto l'esecuzione alla volontà della dea bendata. Benchè apparentemente semplice da spiegare, non sarebbe giusto criticare il sistema di gioco di Unlimited SaGa per queste rivoluzionarie scelte da parte del team creativo poichè, aldilà dell'effettiva discutibilità di alcune di esse, una volta padroneggiato a dovere (e ci vuole parecchio tempo) consente di godere pienamente di un titolo che si rivela profondo e intrigante, spiccatamente votato alla personalizzazione di un proprio stile di gioco.

Unlimited SaGa
Unlimited SaGa

Art Academy

Anche dal punto di vista tecnico Unlimited SaGa presenta non poche sorprese, non tutte positive. Come già sottolineato, l'intera progressione nel gioco si dipana attraverso un'infinita serie di artwork e dipinti dall'impatto visivo a dir poco impressionante. Gli scenari ed i fondali (in combattimento e non), in particolare, sono realizzati con una dovizia di particolari, un varietà del dettaglio e una cura dal punto di vista estetico e cromatico talmente elevata da proiettare Unlimited SaGa nell'Olimpo della miglior grafica bidimensionale di sempre. Tuttavia, durante i combattimenti, si rimane perplessi di fronte ad alcune scelte che di sicuro non rendono giustizia al lavoro svolto dal punto di vista grafico per tutto il resto del gioco: in particolare, ci si riferisce all'incostanza delle animazioni (che spaziano da curate e spettacolari ad oscenamente bisognose di frame) e ai bruschi movimenti della telecamera, che zooma senza soluzione di continuità e non lascia tregua al giocatore, propinandogli anche visioni non particolarmente piacevoli, allorquando la rotazione della stessa intorno al party mostra la completa bidimensionalità degli sprite che mancano incredibilmente di frame (per l'appunto) di passaggio da un lato all'altro dell'inquadratura. Incredibile. Gli effetti grafici di contorno, quali lens-flare, trasparenze e distorsioni, si configurano fortunatamente al top, presentando una nitidezza e cura nella realizzazione davvero encomiabili. E a proposito di encomi... Il punto forte di Unlimited SaGa, l'aspetto che sul versante tecnico lo rende davvero un titolo massiccio, è l'immancabile colonna sonora (in Dolby Pro Logic II), che in questo caso è qualificabile semplicemente come magnifica o divina, a voi la scelta. Le tracce musicali di Masashi Hamauzu, numerosissime e particolarmente varie, si presentano adeguatamente ad ogni situazione, accompagnando il giocatore con motivi di pregevole fattura, magistralmente orchestrati e dal ritmo esaltante nelle situazioni più concitate o più pacato nei momenti più drammatici. Anche il doppiaggio, seppur non attestandosi ai livelli di magnificenza raggiunti dalle musiche, è di ottima qualità, nonostante qualche attore incerto che non dona ad alcuni personaggi il carisma che meriterebbero per affascinare il giocatore nella giusta misura.

Unlimited SaGa
Unlimited SaGa

Commento

Anche questa volta la serie SaGa si presenta in forma smagliante, con la sua carica di innovazioni e rivoluzioni e gli inevitabili e ormai classici difetti del caso, causati da questo "osar troppo" che come sempre non viene dosato nel modo giusto. Le idee alla base di Unlimited SaGa allontanano in un certo qual modo gli appassionati del genere JRPG ma, benchè apparentemente strambe e ostiche da comprendere, si rivelano dopo lunghe sessioni di gioco cariche di sorprese e dotate di una profondità invidiabile. Il tutto purtroppo è bilanciato male per colpa di una difficoltà mal calibrata, di un ritmo lento e a tratti monotono e di una sceneggiatura che incentiva poco al proseguimento, riservando i colpi di scena e gli eventi stimolanti alle sequenze finali degli scenari dei vari personaggi. Tuttavia, Unlimited SaGa presenta anche una realizzazione visiva di incredibile qualità che permette di chiudere un occhio perfino sulle animazioni non sempre all'altezza delle curatissime immagini statiche e di un comparto acustico straordinario. Insomma, a tutti i detrattori che accusano la celebre casa giapponese di fossilizzarsi in un genere ormai fin troppo remunerativo lucrando sempre sulle stesse idee, SquareEnix presenta questo titolo, dimostrando come a volte le tante agognate innovazioni possano convivere con la cura dell'aspetto tecnico ma anche presentare dei feedback non proprio positivi, ma per le quali vale la pena rischiare, perlomeno per prendere atto che la rivoluzione nel mondo dei videogiochi da parte delle software house veramente in gamba è in atto, sempre e comunque, anche se magari un occhio superficiale non la nota. E anche nella prossima generazione, ne siamo sicuri, ci sarà SaGa a ricordarcelo.

    Pro
  • Un'opera d'arte grafico/sonora
  • Innovativo
  • Sistema di gioco intrigante e profondo
    Contro
  • Trama mediocre, fatica ad ingranare
  • Difficoltà largamente sbilanciata
  • La gestione del tutto è troppo complessa e macchinosa

Ogni volta che un videogioco della serie SaGa fa la sua comparsa nelle release list, il buon cultore di JRPG che si rispetti viene scosso da un tremito. Un impulso elettrico parte dal cervello e si espande in tutto il corpo, provocando paralisi, sudore freddo, respiro affannoso e si formula automaticamente una domanda: che diavolo sarà questa volta? In effetti, sul vocabolario alla parola "incostante" dovrebbero inserire le copertine di questa famigerata serie che imperversa dal 1989, quando il primo episodio giunse su Gameboy con il titolo di Final Fantasy Legend. Fino al 1991 la serie fu appalto del piccolo portatile Nintendo, per poi ricomparire quasi per magia su SNES, con un nuovo titolo ma la stessa voglia di proporre sempre qualcosa di nuovo: Romancing SaGa giunse al terzo episodio, nel 1995, riscontrando consensi ma anche feroci proteste. Con l'abbandono delle piattaforme Nintendo da parte di Squaresoft, la serie fu trasportata su PlayStation, dove nacque SaGa Frontier, un gioco che, a dispetto delle potenti forze innovative che lo reggevano, viene tutt'ora bollato come uno dei peggiori bidoni della storia dei videogiochi. Il sequel (anche se proprio di sequel non si dovrebbe parlare, visto che tutti i SaGa sono separati tra di loro, un po' come Final Fantasy), SaGa Frontier 2, cercò disperatamente di riparare a tutti gli errori del precedente e sfortunato episodio, ma propose insieme a una serie di concept rivoluzionari (tra cui un nuovo, meraviglioso modo di realizzare la grafica bidimensionale) anche un'abbondante serie di gravosi difetti, mutuati peraltro proprio dal prequel. SaGa Frontier 2, comunque, ricevette più lodi che critiche e con esso si concluse il cammino dei SaGa... almeno fino alla scorsa primavera, quando SquareEnix lanciò sul mercato questo Unlimited SaGa. La parola d'ordine è sempre quella: rinnovare. Ma se da una parte ogni innovazione, nell'apparentemente sempre più stantio mondo dei videogiochi, è più che gradita, dall'altra porta in certi casi, come questo, a riflettere sul suo stesso significato e su un orribile dilemma: ma innovare vuol dire necessariamente migliorare?