L’uscita sul mercato di Wario Land: the Shake Dimension assume un’importanza particolare per una serie di fattori. Anzitutto, è una produzione Nintendo di perlomeno medio calibro che fa il suo debutto in un anno, il 2008, certamente meno intriso di titoli di alta qualità su Wii rispetto allo splendido 2007. In secondo luogo, è l’occasione per incontrare nuovamente il dissacrante antieroe all’interno di un’avventura dopo parecchio tempo e in seguito alla lunga - e graditissima - parentesi a base di minigames. Per ultimo, The Shake Dimension è quella che si potrebbe definire una mosca bianca all’interno del panorama videoludico moderno, dal momento che si tratta di un platform bidimensionale vecchia scuola in puro stile Nintendo; un genere praticamente quasi finito nel dimenticatoio, se non fosse per qualche sparuto gioco su PSN, Xbox Live o Wii Ware. E quindi, è proprio Wario l’uomo del nuovo-vecchio corso, in grado di riportare le piattaforme agli antichi splendori e di riavvicinare gli hardcore gamers alla grande N?
Cattivi si nasce
La trama è piuttosto semplice; l’aiuto di Wario viene infatti invocato da un abitante della Shake Dimension, tale Merpino il Merpino, in seguito al rapimento della regina Merelda e del suo popolo (i Merpini appunto) da parte del malvagio Shake King. Di certo il grasso antieroe non può definirsi un animo generoso, ma non appena viene nominato il tesoro del regno, un sacco di denaro che non si esaurisce mai, istantaneamente matura in lui un particolare interesse che lo porta ad accettare il compito. La fedeltà alle meccaniche del passato diventa evidente già dai primi istanti, o più precisamente da quando si viene invitati ad impugnare il wiimote in orizzontale senza bisogno di puntare da nessuna parte; qui basta una croce direzionale per spostare il protagonista e i tasti 1 e 2, legati all’attacco e al salto. Su questa rocciosa base i programmatori hanno voluto costruire qualcosa di più, che sfruttasse perlomeno parzialmente le capacità del controller e contemporaneamente offrisse qualche risvolto peculiare e interessante. Ovviamente la soluzione è stata quella di integrare alcune azioni tramite il sensore di movimento, che si distinguono in base al contesto in cui si trova Wario. Dando una scossa al wiimote per esempio viene colpito il terreno dando vita ad un piccolo terremoto, che agisce su alcuni elementi sensibili presenti nelle ambientazioni. Per esempio consente di far cadere delle casse in bilico, o alzare zone del terreno, o aprire passaggi e così via. Impugnando un nemico o meglio ancora un sacco di soldi, scuotere ripetutamente il controller fa fare la stessa cosa a Wario, ottenendo oggetti o denaro da raccogliere. E ancora, raccogliendo una creatura dopo averla stordita la si può lanciare verso zone altrimenti irraggiungibili, gestendo la direzione semplicemente inclinando il wiimote, in una maniera che ricorda un po’ Yoshi’s Island. Grossomodo l’inclusione delle capacità peculiari della console sta tutta qua, se si fa eccezione per la guida di qualche veicolo, come il monociclo e il sottomarino, che però non sempre risulta reattiva e precisa sfiorando spesso la frustrazione. Un aspetto interessante di the Shake Dimension sta nella struttura dei vari livelli; il mondo di gioco è infatti diviso in 5 zone, ognuna a sua volta composta da altri 5 stage con tanto di boss finale. Sebbene lo scopo sia quello di raggiungere il Merpino imprigionato al termine di ogni livello, il conseguimento di tale obiettivo è in realtà solo metà dell’opera; l’altra metà sta nello scappare tornando fino al punto di partenza entro il tempo limite. Una pratica potenzialmente noiosa ed evitabile, ma che invece è stata resa più che piacevole sia dal differente percorso che spesso e volentieri è necessario adottare, sia dalla presenza in alcuni livelli di una specie di tubo che spara fuori Wario facendolo correre a folle velocità, un po’ alla Sonic per capirci. Riuscendo a mantenere tale “bonus” senza schiantarsi contro i muri sì può completare la missione a tempo record, impresa questa non particolarmente semplice e che può stimolare anche i giocatori esperti.
Made in Wario
Abbiamo in precedenza accennato al discorso economico, o meglio dei soldi che Wario può ottenere durante la propria avventura. Lungi dall’essere destinati a restare nelle tasche dell’eroe, tale denaro va destinato invece al negozio di Capitan Melassa, luogo in cui è possibile comprare non solo estensioni alla propria barra di energia, ma soprattutto delle mappe che in sostanza sono l’unico modo per accedere alle diverse zone presenti nel gioco. Questo significa però che in più di qualche occasione potrà capitare di non avere sufficiente denaro per procedere oltre, con la necessità quindi di ripetere livelli già visitati esclusivamente per aumentare le proprie finanze; se quindi la scelta di ripercorrere al contrario gli stage non era sembrata forzata grazie alla integrazione coerente con la meccanica, al contrario questa situazione appare come un semplice e spesso irritante riempitivo atto solamente a diluire la longevità complessiva, che si assesta attorno alle 5 ore. La ripetizione dei livelli avrebbe dovuto essere facoltativa, essendo già sostenuta e giustificata dalla presenza di una serie di tesori da scovare con attenzione; la classica soluzione quindi che ben si sposa con quel tipo di giocatori che desiderano raggiungere il 100% di completamento, lasciando invece gli altri liberi di proseguire senza problemi. Un peccato quindi che mina sensibilmente la piacevolezza di the Shake Dimension. Dal punto di vista tecnico invece, il lavoro svolto è più che apprezzabile, soprattutto da coloro che amano la grafica bidimensionale; pur con alti e bassi, gli artisti di Nintendo hanno confezionato un prodotto colorato, fumettoso, che sembra disegnato a mano e pieno di personalità. Soprattutto le animazioni appaiono molto ben realizzate, tanto per il protagonista quanto per i nemici, a maggior ragione nel caso degli enormi e divertenti boss. Lascia un po’ perplessi la scelta di adottare sì il widescreen, ma tagliato ai bordi; in pratica rimane una sorta di 4:3 per l’azione vera e propria, con alcuni indicatori ed icone nello spazio rimanente. Pienamente convincente anche l’accompagnamento sonoro.
Commento
Wario Land: the Shake Dimension con ogni probabilità non entrerà nell’olimpo dei migliori platform realizzati da Nintendo. Alcune scelte di game design discutibili, un sistema di controllo con qualche piccola pecca e una struttura dei livelli buona ma raramente esaltante ridimensionano un po’ quelle che erano le altissime aspettative quando ci si trova di fronte ad un titolo che appartiene al genere che ha decretato le fortune della casa di Kyoto. Ciò nonostante, l’avventura di Wario resta un prodotto di grande qualità, che si lascia giocare con sicuro piacere e che merita di essere preso in seria considerazione da ogni possessore di Wii, a maggior ragione in un periodo non particolarmente esplosivo per quanto riguarda le uscite previste da qua al prossimo Natale.
Pro
- Un platform di Nintendo, serve altro?
- Tecnicamente molto buono
- Divertente
- Un po’ troppo breve
- L’aspetto economico appare forzato
- Controllo dei mezzi non impeccabile