Qualche novità, molti problemi
Le tre campagne a disposizione offrono un sistema di missioni piuttosto originale: basandosi su un canovaccio narrativo ed una serie di obiettivi stabiliti, il numero di nemici e molte delle situazioni di pericolo che si andranno ad affrontare, saranno generate casualmente; in questo modo l'utente è costretto a prepararsi ad ogni evenienza, non potendo contare sulla semplice ripetizione mnemonica di quanto fatto precedentemente. La varietà è buona: il più delle volte si dovranno abbattere i nemici, ma non mancano momenti in cui scortare il compagno in difficoltà o compiere pericolose ricognizioni in territorio nemico.
Sulla carta, e solo su quella, sarebbero dovuti essere appassionanti e profondi anche gli intermezzi che precedono ogni azione sul campo. È stato infatti inserito un briefing nel quale scegliere quale pilota, tra quelli presenti in un roster preconfezionato, ha le caratteristiche più adatte ad affrontare questo o quel compito: la forma fisica attuale, la condizione atmosferica preferita e altri elementi come la più o meno grande bravura nello sparare o nel compiere manovre spericolate, non influiscono però particolarmente sul gameplay, finendo per risultare superflui.
I mezzi a disposizione sono una dozzina in totale, tra i quali figurano i celebri F-15 Eagle, A-10 Thunderbolt e F-100 Super Sabre, ciascuno con le peculiarità estetiche e di maneggevolezza che li contraddistinguevano. La guida è piuttosto simulativa, anche se regolabile a piacimento nelle opzioni, e serviranno diverse ore per padroneggiare con dovizia tutti i comandi assegnati alla tastiera. Lascia perplessi la scelta di eliminare da ogni missione le fasi di decollo ed atterraggio, solitamente complesse e quindi molto gratificanti da portare a termine. La difficoltà media del titolo è piuttosto alta e impone sempre grande concentrazione, pena il rapido abbattimento da parte dei MIG nemici, che sembrano poter contare su una maggior resistenza.
Volo di gruppo
Immancabile la modalità multiplayer con la quale intraprendere spericolate azioni di volo insieme ad altri giocatori. La sola possibilità di poter partecipare a partite via LAN o Internet non è però di per sé una nota di merito, e Wings Over Europe ne è la prova. Le modalità sono due: il classico deathmatch rinominato per l'occasione dogfight, e la versione cooperativa delle missioni già proposte dalle campagne; in entrambi i casi il massimo numero di giocatori ammessi è 4. Il problema, enorme, è l'assenza di un motore di ricerca delle partite, che costringe ad effettuare un connessione diretta IP to IP; questa lacuna è marginale qualora si giochi all'interno di una rete domestica, mentre è estremamente penalizzante per coloro, la maggior parte è facile immaginare, vogliano sfidarsi online. Purtroppo non funziona nemmeno il client dedicato a risolvere questo problema, appositamente creato da alcuni appassionati per Wings Over Vietnam. Vanno inoltre segnalati alcuni bug che chiudono l'applicazione durante i lunghissimi caricamenti, nulla comunque di non risolvibile tramite una patch.
La longevità è piuttosto buona grazie all'alto livello di personalizzazione sia delle campagne che delle partite veloci, modellabili secondo le esigenze del giocatore in ogni particolare: è regolabile a piacimento la mentalità adottata dagli avversari, l'entità del supporto degli alleati e l'anno preciso in cui avviene lo scontro, tanto per citare alcune opzioni.
Segnali di fumo
Graficamente non è di certo possibile dirsi impressionati dal lavoro svolto da Third Wire, la sensazione predominante sarà quella di avere tra le mani un titolo vecchio di almeno un paio d'anni. I modelli degli aerei sono fedeli agli originali ma sono stati realizzati con un numero esiguo di poligoni, mentre al terreno sono state applicate texture per nulla definite che lo rendono poco presentabile sotto una certa quota. Non convincono nemmeno la palette dei colori, troppo desaturati, e gli effetti, le nuvolette di fumo causate dalle esplosioni sembrano uscire da un cartone animato. Buono invece il layout della strumentazione e degli indicatori utili al volo, che si posizionano agli angoli dello schermo senza disturbare la visuale. I possessori di computer non di ultimissima generazione, saranno felici di sapere che Wings Over Europe può essere giocato anche con con un Pentium III 650 MHz, 256 MB di Ram ed una scheda video con 32 MB di Vram dedicata.
Il sonoro raggiunge la sufficienza, grazie alla varietà di suoni prodotti dai diversi aerei e dalle armi, ma difetta di un accompagnamento musicale degno di questo nome: le musiche sono poche e poco ispirate.
Conclusioni
Tirando le somme, Wings Over Europe non convince fino in fondo soprattutto a causa di una grande quantità di imperfezioni che denotano poca cura: le decisioni prese durante i briefing non hanno un significativo impatto sul gameplay, il multiplayer è poco organizzato e povero di opzioni e l'esperienza è mutilata delle fasi di decollo ed atterraggio. Finiscono così per essere messi in secondo piano spunti interessanti, su tutti l'idea di randomizzare gli elementi portanti delle missioni.
Tecnicamente il confronto con altre produzioni recenti è deficitario, a causa di una grafica troppo approssimativa e povera di dettagli. Un prodotto per pochi appassionati quindi, per tutti gli altri il consiglio è quello di spostare le proprie attenzioni e i propri risparmi su prodotti di altra levatura.
Pro
- Missioni sempre diverse tra loro
- Tre campagne e 12 aerei pilotabili
- Multiplayer approssimativo
- Parecchi aspetti del gameplay poco curati
- Tecnicamente obsoleto
I simulatori di volo sono certamente un genere di nicchia. Complessi da sviluppare e non sorretti da schiere di fan come spesso accade per sparatutto in prima persona e strategici in tempo reale; difficilmente riescono a solleticare l'immaginazione di sviluppatori e produttori. Questa immobilità è quasi totale nei prodotti che emulano l'ebrezza di pilotare un aereo civile - Flight Simulator è padrone incontrastato della scena - mentre in ambito bellico qualcuno ancora prova a cimentarsi nell'impresa. È il caso dei ragazzi di Third Wire, la cui serie Wings Over si propone di ripercorrere alcuni dei momenti storici più sanguinosi dello scorso secolo: dopo il primo episodio dedicato al conflitto del Vietnam, è ora il turno della Guerra Fredda, a cavallo quindi tra gli anni '60, '70 e '80.
La trama che si dipana durante le missioni non è molto originale, risultando pretestuosa al fine di unire un combattimento aereo con quello successivo: dovranno essere vestiti i panni di un pilota facente parte di un gruppo speciale della NATO, in quel momento in lotta con l'Unione Sovietica.