Dal 15 marzo è nelle sale italiane Tomb Raider, terzo film dedicato alle avventure di Lara Croft, in cui Alicia Vikander raccoglie il testimone di Angelina Jolie nei panni dell'avventuriera inglese, dando vita a un'eroina più umana e insicura, ancora inesperta ma già con dentro di sé il germe della donna spericolata che tutti hanno imparato ad amare fin dall'uscita del primo videogame, datato 1996.
Ancora senza treccia e pistole, Lara nel film di Roar Uthaug, ispirato al reboot del videogioco lanciato nel 2013 da Crystal Dynamics, si difende con arco e frecce, ha una volontà di ferro e si rialza con tenacia dopo ogni colpo, sia fisico che psicologico. In Tomb Raider l'erede della famiglia Croft va in Oriente, a Yamatai, per ritrovare il padre Richard (Dominic West), scomparso sette anni prima mentre cercava la tomba della regina giapponese Himiko.
Mentre appassionati di tutto il mondo discutono su questa nuova versione di Lara Croft, la protagonista, il regista e il produttore Graham King pensano già all'eventuale sequel che, come ci hanno detto all'anteprima europea del film a Londra, potrebbe oscillare tra fuoco e ghiaccio.