Qualcuno volò sul nido del cuculo
In un presente alternativo, il terrorismo su scala globale spinge il mondo nel baratro della paranoia e dell’autoritarismo: le quattro potenze più importanti del globo creano un’agenzia per sradicare il fenomeno terrorista a scapito della libertà di movimento e di comunicazione dei cittadini, e così tutte le linee aeree vengono chiuse, insieme alle principali fonti d’informazione. Su questo sfondo così cupo (e sottilmente allusivo) si svolge, attraverso cinque storie e quattro ambientazioni, il duello tra Harman Smith, un ex killer sessantacinquenne ormai costretto su una sedia a rotelle, e Kun Ran, “la Mano di Dio”, il capo di un’organizzazione criminale così potente da essere capace di rovesciare interi governi. I piani di Kun Ran sono ambiziosi: sembra che tra la popolazione ignara si diffonda una strana malattia che causa estrema aggressività; quando a farne le spese saranno i suoi affetti più cari, Harman decide di mettere fine all’impresa, e alla vita, di Ran.
Ma come può un vecchio disabile, sia pure killer sopraffino in gioventù, sfidare una tale organizzazione da solo? Semplice: Harman Smith soffre di sindrome da personalità multiple! Ben sette sono gli alter ego dell’uomo, che nella fantasia piuttosto malata di chi ha ideato tale background si manifestano non solo come pensieri e parole, ma prendendo decisamente possesso dell’anziano corpo e trasformandolo di volta in volta in quello di ognuna delle sette personalità, che andiamo ad analizzare...
- Dan Smith: possiede la capacità di guidare telepaticamente la traiettoria delle pallottole. Quattro anni prima dello svolgimento delle vicende uccise Harman (!)
- Con Smith: un bambino dalle grandi capacità sensoriali, che gli permettono sia di sviluppare doti fisiche fuori dal comune che di ispirare sentimenti di compassione nel prossimo
- Coyote Smith: ha il dono della telecinesi che usa per teletrasportare se stesso e ciò che più gli aggrada. Ha cattivi rapporti col resto delle personalità di Harman.
- Kaede Smith: l’unica donna della singolare cricca, la sua capacità è quella di provocare “docce di sangue” decisamente letali. Ha relazioni amorose con Coyote e con Dan (!!)
- Masked Smith: un wrestler in pensione che usa il fuoco per diventare invulnerabile. E’ il padre di Coyote (!!!)
- Kevin Smith: un personaggio misterioso dalle capacità ignote. Sembra comunque importantissimo ai fini della vicenda...
- Garcian Smith: è in qualche modo (non chiedeteci quale...) il leader del gruppo. E’ una delle vittime di Harman, nonostante ora sembri che abbia il pieno controllo dell’anziano killer (!!!!)
Qualcuno volò sul nido del cuculo
Confusi? Benvenuti nel club... Ricapitolando, un vecchio killer disabile con sette personalità, ognuna delle quali tesse con le altre rapporti di natura estremamente complessa e all’apparenza impossibili senza la presenza contemporanea di almeno due di esse... Oltretutto, mentre possiamo al limite capire che Garcian, morto come persona, sia ancora vivo come personalità nella mente di Harman, com’è possibile che Harman stesso, ucciso quattro anni prima da Dan, sia il protagonista della vicenda?
I nostri complimenti più sinceri vanno all’ideatore di questi intrecci: sarà un piacere mettere alla prova tale impianto narrativo...
Pull the Trigger!
Mentre tante cose di questo Killer 7, e continueremo a vederne tra poco, restano ancora confuse se non proprio ermeticamente confinate nelle menti del team di sviluppo, così non è per l’estetica e la tecnica del comparto grafico, generosamente illustrateci da Capcom mediante foto e filmati. Ed in effetti è proprio lo stile, in accordo con la filosofia stessa che regge i “fab four”, a saltare subito all’occhio: un uso del cel shading che prima non si era mai visto fa di Killer 7 un titolo estremamente ardito da questo punto di vista, capace di rivaleggiare, per intuizioni e qualità generale, con le più visionarie opere noir e hard boiled del fumetto e dell’animazione sia americane che giapponesi, senza trascurare citazioni cinematografiche. C’è un po’ di Cowboy Bebop, tanto per fare un paio di esempi, nel tratto asciutto e nervoso di personaggi e fondali, c’è Sin City nell’atmosfera che si respira, c’è tanto Tarantino nell’esaltazione visiva della violenza esagerata e del sangue che scorre a fiotti in ogni cut scene vista sinora, c’è decisamente l’impronta del più sperimentale anime moderno nella confezione del tutto... E, sarà banale, ma il risultato globale così come si può desumere oggi è qualcosa di più della somma delle sue parti: Killer 7 ha decisamente uno stile unico, che lo rende immediatamente interessante anche per chi per i videogiochi non ha una passione particolare.
Pull the Trigger!
Da una faccia all’altra della medaglia: mentre dell’estetica sappiamo tutto, del gameplay siamo completamente all’oscuro, o quasi. All’ultimo TGS erano presenti Hiroyuki Kobayashi e Goichi Suda, rispettivamente Producer e Director del gioco, che però hanno candidamente ammesso di non essere stati autorizzati da Mikami a rivelare praticamente nulla del gioco! Tra mezze parole, foto e filmati vari si è comunque afferrata la “doppia natura” di questo titolo, che sarà fortemente incentrato su una trama complessa e affascinante (del resto le premesse sono quelle che sono) nonché su fasi Action dalla visuale in prima persona nelle quali dovremo sparare ai nemici. Di queste ultime però non si sa se saranno assimilabili ad un FPS oppure a qualcosa di simile a Virtua Cop e The House of the Dead: a quest’ultima ipotesi alludono la presenza piuttosto ingombrante di un mirino e un minigioco in Flash recentemente messo a disposizione da Capcom sul sito ufficiale giapponese del titolo. Non siamo a conoscenza, poi, né di come è gestita la dicotomia tra fasi Action e fasi Adventure, né di come sono strutturate queste ultime: una definizione tra le tante distribuite fino ad oggi parla di “Investigative Adventure”, che ci si trovi di fronte ad un revival dei vecchi e mai dimenticati Snatcher e Policenauts di Kojima? E ancora: Killer 7 è ambientato sia nel presente che nel futuro, nel 2005, e quello che si fa oggi avrà ripercussioni nel domani. In che modo questo avvenga, non è dato sapere...
Per un simile coacervo di misteri, il meno che possiate aspettarvi è che abbia una data d’uscita precisa e definitiva: proprio in questi giorni è stata data una definizione più precisa che vuole il titolo previsto per il prossimo Inverno negli Stati Uniti e in Giappone, e per l'inizio del 2005 in Europa; quello che sappiamo è che si tratta di un titolo parecchio ostico da portare avanti: al TGS 2003, nonostante diversi mesi di sviluppo, si era ancora al 30% del lavoro.
Un’attesa ancora piuttosto lunga quindi, nel migliore dei casi. Non altrettanto speriamo di attendere (E3?) per conoscere un po’ più in profondità Killer 7 e il suo gameplay, per poi goderci con calma una trama dalle premesse affascinanti e uno stile che si avvicina all’arte. Un titolo unico nella softeca GameCube e non di meno nel panorama odierno, da attendere sicuramente con curiosità e grande interesse, ringraziando Capcom per aver avuto, ancora una volta dopo PN03 e Viewtiful Joe, il coraggio di osare.
The Fab Four
Nel panorama videoludico d’oggigiorno sembra quasi che le vicende sempre più movimentate e teatrali ideate dai game designer per intrattenerci di fronte agli schermi si riflettano anche nei modi in cui l’industria s’interfaccia con il suo pubblico: alla fine del 2002 Capcom organizzò uno spettacolare evento nel quale tenne a battesimo ben cinque nuovi titoli destinati, almeno inizialmente, esclusivamente al GameCube e prodotti tutti dal Production Studio 4 di Shinji Mikami. Non mancò addirittura un “manifesto” col quale i componenti dello studio proclamarono al mondo la loro volontà di fare qualcosa di nuovo uscendo così dagli schemi restrittivi che il mercato impone loro: Dead Phoenix, un nome un destino, ci ha lasciati, ma senza dubbio PN03 e soprattutto Viewtiful Joe hanno riportato nei videogiochi un’aria che tanti anni di assenza hanno reso effettivamente fresca. E se Resident Evil 4 si prefigura sin da ora come qualcosa da attendere con tutta l’ansia di cui siamo capaci, cosa possiamo dire di Killer 7? Non troppo, in realtà, ma quel poco che possiamo lo diremo tutto nei prossimi paragrafi…