La scorsa settimana la mia casella di posta è stata inondata da alert che mi avvisavano di articoli sui videogiochi usciti nella cosiddetta "stampa generalista". Questo termine "generalista" che si contrappone a "specializzata" mi ha fatto sempre un po' cagare. Eppure lo si continua ad usare, a volta con accezioni anche discriminatorie: solitamente il giornalista "generalista" è quello bravo, il giornalista "specializzato" è quello improvvisato, merlo e troppo fan. E come nella parabola dei due figli, quello buono e quello cattivo, solitamente quando il giornalista "generalista" (figlio cattivo) si occupa di un videogioco, tutti quanti si sbrodolano un po' come per una specie di miracolo. Se invece ad occuparsene è un giornalista "specializzato" (figlio bravo) il servizio era dovuto, calcio in culo e avanti il prossimo.
Non importa alla fine se quell'articolo (sia tv che carta stampata) ha interessato meno dell'1% di quelli che l'hanno visto. La vanità non ha prezzo. Digressioni a parte, dicevo che la scorsa settimana i videgiochi si sono guadagnati una bell'editoriale sui maggiori quotidiani sull'onda del comunicato stampa dell'associazione di categoria AESVI sui risultati dell'anno 2007: a quanto pare un autentico boom. 1 miliardo di euro, +40% rispetto al 2006. Tutto merito delle console di nuova generazione. La metà di questa cifra se n'è andata in ferro, ovvero in hardware: 2,4 milioni di pezzi venduti, 1 pezzo ogni 20 secondi. Di questo oceano di console, metà circa sono console fisse, metà portatili.
L'alba del 2008 ha visto ben otto milioni di famiglie in Italia con un qualche genere di console in casa (34% del totale contro il 50% della media europea). Per quel che concerne il software di pezzi venduti se ne contano 18 milioni, in crescita del 13% rispetto al 2006, dato questo che conferma l'acquisto dell'hardware accompagnato da un basso numero di videogiochi. In particolare andrebbe notato che Wii è venduto soprattutto con Wii Play e Wii Sports, la PlayStation 3 per il suo lettore Blu-Ray. In controtendenza sono i videogiochi per personal computer che sono l'unico segmento che invece di crescere è sceso, del 5%: in tale periodo di vacche grasse il buon vecchio PC ha dimostrato tutta la sua età. Il progressivo abbandono della piattaforma da parte tanto dei piccoli quanto dei grandi rivenditori accentua la caduta: meno si trova, meno si compra, meno si cerca e più si scarica da eMule. E meno si svilupperà. Amen.
Anche la ricerca di AESVI conferma un dato che non aveva bisogno di conferme: i videogiochi più venduti sono quelli di calcio, PES e FIFA. A seguire i grandi marchi multisettoriali (da Harry Potter a Spider-Man ai Pirati dei Caraibi). Competitivi sono diventati anche i giochi casual come la serie Cooking Mama e Giulia passione ....Gli hardcore gamer si rivolteranno nella tomba. Non ho elementi per affermare che il 2008 sarà diverso come tendenza. Il tanto auspicato mass market, la terra promessa di ogni commerciante di questo mondo videoludico, è arrivato. Ora tutto starà nel mantenerlo e nel mungerlo a dovere.
L'anno dei record
Italiani, popolo di videogiocatori, ma mai abbastanza.