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Diario del terzo giorno, conclusioni.
Quindi, un’edizione di successo e un segnale importante: stanno tutti bene. La PlayStation 2 che ancora macina capolavori su capolavori, la Sega che vive un momento splendido forse mai vissuto in passato, la CapCom che ha la politica multiplatform più funzionale e produttiva, producendo brand esclusive per ogni console, la Konami con Kojima sempre a disposizione, la Microsoft che forse è la volta buona che... Spendiamo qualche parola per Nintendo, grande assente storica del TGS. Infatti, la casa di Kyoto solitamente si organizza un proprio show, lo Space World, dove presenta tutta la propria line up. Quest’anno però lo show è saltato, causa atomizzazione in tante piccole manifestazioni. Il GC in fiera si faceva notare pochino, ora come ora mi vengono in mente solo due titoli degni di nota: Bio Hazard 0, Monkey Ball 2 e ci mettiamo pure un Phantasy Star Online che però sono anni che ne sentiamo parlare, quindi non è proprio una super novità, ma rimane comunque una tappa di importanza storica per la Nintendo, segnando l’ingresso nel mondo online. Il GameCube in Giappone vende abbastanza bene, una media di 30 mila console a settimana (per la cronaca, la media della PS2 è 40 mila), e a breve potremo giocare Star Fox Adventures, Bio Hazard 0 e Zelda. Quello che personalmente mi inquieta, è l’incomprensibiltà della politica della software house: promozioni rigorosamente selezionate, produzioni per GC in un certo senso “limitate”, scarsi rapporti con la stampa se non per mezzo degli organi ufficiali o ufficiosi; per fare un esempio, alla Nintendo non hanno una mailing list, ossia una lista di nomi cognomi e indirizzi, dove mandare informazioni, inviti e altro. Come fanno a sopravvivere con la fama di più “schivi” del settore? La risposta è semplice: GBA. I soldi alla Nintendo quindi sono sempre assicurati dalle entrate infinite della console più venduta al mondo (lo diventerà presto e comunque la palma è sempre alla Nintendo con il Game Boy), quindi si possono concedere il lusso di fare gli “artigiani” del videogioco, senza mai cedere a compromessi di alcun tipo. Questa era la politica di Yamauchi, che ha lasciato la dirigenza Nintendo – mantenendo comunque un controllo azionario importante, se non di maggioranza - , vedremo cosa succederà con il suo giovane successore. Concludo il mio diario con una considerazione importante: il videogioco gode di gran forma e questo non può essere che un bene per noi tutti. Il mio diario finisce qui, ma i miei articoli sulla fiera verranno pubblicati durante i prossimi giorni. Quindi vi auguro buona lettura e a risentirci presto su queste pagine elettroniche.
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Diario del terzo giorno, conclusioni.
6
E’ tutto finito, al solito mi sono perso qualcosa (ultima edizione vittima del furto della digicamera, questa volta arrivederci occhiali da sole), sono riuscito anche a divertirmi per una decina di minuti. Konami mi ha impegnato la maggior parte del tempo trascorso in fiera quest’oggi: qualità dei giochi, grandezza dello stand – in assoluto il più grande della fiera, di diverse misure rispetto agli altri grandi – tanto divertimento. La Konami presenta una line-up ricchissima (vi rimando allo spazio Konami per gli approfondimenti), con l’inquietante assenza di titoli per Xbox. Yokoshima san, pr manager, è stato piuttosto fumosa al riguardo, è indubbia una chiusura inedita per la fiera. Konami rimane infatti l’unica software house che ha palesemente chiuso a Xbox, anche se per la console almeno un Metal Gear dorvrebbe essere in fase di sviluppo. Il problema è che dopo un supporto iniziale entusiasta – Air force delta 2, Silent hill...- i risultati di vendita sono risultati in linea con il resto dei titoli per la console, quindi deludenti. Comunque niente di definitivo, semplicemente per il momento non conviene. L’affluenza allo show nel terzo giorno è stata notevole, quasi 65 mila persone: in totale, il TGS chiude con 140 mila visitatori all’attivo, quasi 40 mila persone in più rispetto all’anno scorso, il che si è tradotto per me nell’impossibilità di lavorare serenamente e nella perdita dei miei occhiali da sole.