Ieri avete discusso molto della notizia dedicata alla dichiarazioni di José Herráez di Tequila Works, team al lavoro sull'atteso Rime, che ha provato a smorzare un po' la console war affermando che la differenza tra come saranno visualizzati i 4k di PlayStation 4 Pro e quelli di Xbox Scorpio sarà quasi impercettibile.
Insomma, nonostante l'intera generazione non discuta d'altro che di scontri tra la risoluzione dei giochi di PlayStation 4 e Xbox One, la verità è che l'utente standard non è in grado di percepire certe differenze e non lo sarà nemmeno guardando il 4K upscalato di PlayStation 4 Pro e il 4K nativo di Xbox Scorpio: "Penso che non sia visibile per un occhio non allenato", ha affermato a GamingBolt, "per l'acquirente di massa, in effetti, non credo farà una grande differenza. Ovviamente, per l'utente più tecnico, quello che si interessa di tecnologia, sarà un elemento importante".
Apriti cielo. I puristi appassionati di tecnologia si sono scatenati contro il povero Herráez, dimenticandosi che essendo appunto degli appassionati, il discorso dello sviluppatore non si applicava a loro.
Ci sembra giusto approfondire l'argomento precisando un alcune questioni, anche piuttosto scontate, ma che a quanto pare non lo sono. La prima è che Herráez non ha dato un giudizio qualitativo, ossia non ha detto che il 4K ottenuto con l'upscaling è di pari livello del 4K nativo. Sarebbe stato sciocco da parte sua farlo, anche perché sarebbe stata un'affermazione semplicemente falsa.
Il punto di partenza del suo discorso non è il 4K, ma la percezione del pubblico e da questo punto di vista ha semplicemente ragione: per diversi motivi l'utente medio, che ribadiamo non è colui che consuma pane e tecnologia, non noterà facilmente differenze nella qualità dei due tipi di visualizzazione, a meno che non si metta a fare un'analisi accurata di entrambe le immagini. Questo perché a livello percettivo certi dettagli si notano solo in casi specifici e solo a particolari condizioni di attenzione, soprattutto se si gioca usando un televisore di fascia media e stando a una certa distanza dallo schermo.
Ci preme anche di sottolineare che l'utente medio difficilmente potrà fare confronti, a meno che non decida di comprare Xbox Scorpio, PlayStation 4 Pro e due televisori 4K uguali affiancandoli, con una copia dello stesso gioco per ogni sistema. In questo caso però, uscirebbe dall'insieme degli utenti medi...
Le analisi con cui si notano le differenze tra le versioni dei giochi, tipo quelle di Digital Foundry che riportiamo di tanto in tanto, sono sicuramente un ottimo strumento per comprendere certe questioni riguardanti la parte grafica dei titoli più moderni, ma allo stesso tempo non devono ingannarci perché non sono quello che vedremo giocando. Spesso si tratta di studi complessi, realizzati con strumenti dedicati e incentrati su dettagli che rimangono in secondo piano e che l'utente finale noterà con grande difficoltà, a meno che non voglia notarli.
Il discorso vale per il 4K come vale per la risoluzione dei giochi in cui la differenza effettiva tra l'una e l'altra versione è di poche centinaia di pixel. Alla fine l'importante dovrebbe essere giocare, non contare quante linee ci sono sullo schermo. Speriamo che prima o poi questa semplice verità sia valida per tutti e che si torni a parlare di risoluzione solo nei casi in cui si debbano commentare vere e proprie meraviglie o disastri completi.