La repentina cacciata di Hermen Hulst dal ruolo di CEO di PlayStation fa capire molto su che aria si respira all'interno della compagnia. Chi crede che si tratti di una situazione normale si sbaglia, considerando anche soltanto le tempistiche. Hulst era stato nominato co-CEO insieme a Hideaki Nishino appena sei mesi fa, dopo l'addio di Jim Ryan e, di fatto, nel poco tempo che gli è stato concesso, difficilmente può avere preso delle decisioni tali da influire davvero sull'andamento di PlayStation sul medio e sul lungo periodo.
Conoscere le motivazioni che hanno portato in qualche modo a degradarlo, facendolo diventare il Concord dei CEO videoluci e facendolo tornare a supervisionare lo sviluppo dei giochi first party dei PlayStation Studios, non è possibile, considerando tutti i possibili scenari, tra valutazioni interne e conflitti vari, ma una cosa è certa: l'impressione che trasmette questa scelta è quella di una compagnia che sta attraversando una grossa crisi.
Fallimento su tutta la linea
Naturalmente non sto dicendo che Sony sia a rischio fallimento. Non c'è nessuna apocalisse all'orizzonte. È sempre la prima della classe nell'ambito del mercato console ad alte prestazioni. La crisi però è ben visibile e nasce da una lunga scia di scelte sciagurate fatte dalla dirigenza, derivate in buona parte da un mercato che è diventato difficilissimo da leggere, in cui per valutare ogni progetto bisogna ormai guardare lontano, circa 8-10 anni nel futuro.
Hulst è stato probabilmente uno dei motori dei molti fallimenti dell'ultimo periodo e ne ha pagato lo scotto (Ryan non può perché si sta godendo la pensione).
La chimera dei live service sta distruggendo molti editori storici del settore. Non è la prima volta che l'industria dei videogiochi vive una situazione simile, in cui delle realtà affermate faticano ad adattarsi a un cambiamento radicale dei paradigmi del mercato. Compagnie come Ubisoft, Warner Bros. e Sony, per fare tre nomi celebri, hanno gettato miliardi per inseguire il sogno di avere dei live service di successo che gli garantissero entrate continuative. Il problema è che si sono trovate di fronte a delle corazzate che hanno già in mano buona parte del settore, oltretutto molto più esperte di loro. Entrare è faticosissimo.
I dirigenti di Sony speravano di poter usare le proprietà intellettuali di maggior successo della compagnia per fare breccia, senza capire che il pubblico dei vari God of War, The Last of Us e Horizon non sarebbe mai saltato in massa nel mondo dei pass stagionali, proprio perché è il pubblico dei God of War, The Last of Us e Horizon, ossia mediamente non gli interessa quella roba. Del resto è Sony stessa ad aver coltivato certi miti, a partire dal concetto di "gioco come esperienza" che ha fatto la sua fortuna sin dall'epoca PS1, arrivando alla produzione di opere single player altamente spettacolari di stampo cinematografico. Perché ora il tuo pubblico dovrebbe accettare a cuor leggero un simile cambiamento? Del resto, se volesse, avrebbe già a disposizione molti titoli simili, con comunità enormi annesse, già disponibili nei negozi digitali.
Hulst probabilmente c'era quando qualcuno ha deciso che fosse un'ottima idea finanziare dodici live service. Probabilmente è stato lui a spingere per dare risalto alla serie Horizon, creata dallo studio che ha fondato (Guerrilla), arrivando al buon successo di Horizon Forbidden West (con dati nettamente inferiori a quelli di Horizon Zero Dawn) e all'insuccesso di LEGO Horizon Adventures. Lui avrà dato parere positivo su Concord, su The Last of Us Online, su ben due live service di Horizon (uno sviluppato da Guerrilla, uno dato a un team esterno), sul live service di God of War e su tutti gli altri disastri che si sono accumulati dietro le quinte e a onor di pubblico, che hanno portato alla chiusura di interi studi e a licenziamenti di massa. Probabilmente avrà avuto un ruolo anche per PlayStation VR2, visto che l'unica grossa produzione di Sony per promuoverlo è stato un altro Horizon. Doveva pur pagare in qualche modo. Fosse stato un dipendente di basso grado sarebbe stato cacciato via, probabilmente.