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Il 93% dei giochi Web3 è morto e sepolto e i restanti non si sentono troppo bene, secondo un recente rapporto

Stando a un recente rapporto di ChainPlay, i giochi basati sulle tecnologie del Web3 sono per la gran parte morti e sepolti.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   05/12/2024
Delle mani che reggono un controller

Come stanno i giochi basati sulle tecnologie del cosiddetto Web3? Blockchain, NFT e affini? Stando a un recente rapporto stilato da ChainPlay sono semplicemente morti e sepolti. Più precisamente, il 93% dei progetti è finito in un nulla di fatto, fallendo spesso prima del lancio. Ciò non significa che il settore è completamente finito, ma solo che si è contratto enormemente, diventando microscopico.

La cosiddeta GameFi (termine coniato da Andre Cronje, CEO di Yearn Finance, che nasce dalla combinazione delle parole Game e Finance) ha visto un brusco crollo di interesse, dopo il picco raggiunto nel 2022. I progetti di GameFi durano in media quattro mesi, con il 58% degli investimenti fatti nel settore che hanno perso tra il 2,5% e il 99% del loro valore.

ChainPlay ha analizzato 3.279 progetti presenti nel suo database, curato da diverse fonti, come CryptoRank e ChainBroker, e ha stabilito che un progetto può essere considerato morto se il suo valore è sceso di più del 90% dal suo picco massimo (ATH) e se il numero di utenti attivi giornalmente è inferiore a 100.

Attualmente il settore GameFi è classificato come ad alto rischio di fallimento. Ogni anno vengono lanciati in media 316 nuovi progetti, 262 dei quali spariscono nel nulla, dopo essere sopravvissuti per pochi mesi. I disastrosi numeri del settore mostrano la difficoltà estrema di far contenti contemporaneamente sia gli investitori, sia i giocatori, i cui interessi evidentemente confliggono.

Il web3 non sta molto bene
Il web3 non sta molto bene

Per dire, l'88% dei progetti ha visto il suo valore calare del 90% dal suo picco massimo, segno della volatilità del settore e della sua natura speculativa. Insomma, l'entusiasmo è morto insieme a molti di questi fallimentari progetti, che non sono mai riusciti ad arrivare al grande pubblico, nonostante gli ingenti investimenti fatti dalle compagnie, con alcune che continuano a provare, nonostante il quadro non sia affatto roseo.