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Nintendo e The Pokémon Company hanno avuto un rapporto conflittuale?

Stando a quanto riferito da alcuni ex dipendenti di Nintendo, il rapporto fra la casa giapponese e The Pokémon Company è stato spesso conflittuale.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   09/03/2025
Pikachu in versione Munch

Nintendo e The Pokémon Company hanno avuto un rapporto conflittuale, stando a quanto rivelato da alcuni ex dipendenti dell'azienda giapponese, che in un recente podcast si sono messi a parlare di situazioni tutt'altro che amichevoli fra le due compagnie.

"Non possiamo tacere in merito al rapporto a volte conflittuale che c'è stato", ha detto uno degli ex dipendenti, Kit Ellis. "Dipendeva con qualche filiale si aveva a che fare, perché noi interagivamo con gli sviluppatori di Game Freak quando venivano qui ed erano fantastici, molto dolci e gentili."

"Anche i ragazzi di The Pokemon Company in Giappone, quando li vedevi, sembravano a posto. Più che altro erano i team statunitensi a essere molto propensi allo scontro." Il perché ha cercato di spiegarlo la sua ex collega, Krysta Yang.

"Alcune delle persone che facevano parte del team Pokémon statunitense lavoravano in Nintendo e molte di loro hanno dovuto lasciare il lavoro quando hanno spostato l'ufficio vendite e marketing a Redwood City", ha detto Krysta.

Nonostante tutto, il successo non è mancato

Fortunatamente il rapporto conflittuale descritto dai due ex dipendenti non ha influenzato i numeri prodotti dal franchise, vedi le eccellenti vendite di Pokémon Scarlatto e Violetto in Giappone.

"C'era dell'astio, un senso di negatività e di competizione che vedevo molto prevalente tra le fila di Nintendo of America. Questo tipo di energia si percepiva anche nel rapporto fra la divisione americana di The Pokémon Company e Nintendo of America, una sorta di braccio di ferro per il controllo."

"Come a dire: 'Se parli di videogiochi, devi coinvolgerci. Dobbiamo essere in grado di assicurarci che il gioco venga visualizzato correttamente sui nostri sistemi'. Loro però rispondevano: 'Beh, non stiamo parlando di videogiochi, stiamo parlando del marchio, quindi non potete essere coinvolti.' È stato quel rapporto a creare un po' di tensione."