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L'Unione Europea propone di bloccare la vendita di controller alla Russia: li userebbero per la guerra

Secondo quanto riportato dal Financial Times, l'Unione Europea vorrebbe bloccare la vendita di controller alla Russia visto che li utilizzerebbe per controllare i droni.

NOTIZIA di Nicola Armondi   —   28/01/2025
Un personaggio di fronte alle bandiere ucraine e russe

Sebbene l'hardware videoludico sia utilizzato in tutto il mondo principalmente per l'intrattenimento, alcuni sistemi e periferiche sono diventati comuni in ambito militare. Ad esempio, l'esercito ucraino ha utilizzato Steam Deck di Valve per controllare delle torrette.

Dall'altro lato della guerra, pare che la Russia stia usando i controller delle console per operare i droni. L'Unione Europea vuole quindi bloccare la distribuzione di hardware videoludici in Russia.

La proposta dell'UE

Come riportato dal Financial Times, il capo della politica estera dell'UE Kaja Kallas ha dichiarato: "Stiamo esaminando tutti i tipi di prodotti che aiutano la Russia a condurre questa guerra per inserirli nella lista delle sanzioni", e ha inoltre commentato che l'UE è pronta a emettere un divieto di vendita generalizzato per "le console per i videogiochi, perché apparentemente sono quelle con cui operano i droni".

Il DualSense di Sony
Il DualSense di Sony

Il divieto riguarderebbe anche le console, non solo le periferiche: "Il divieto riguarderebbe le console e i controller di gioco, i controller dei simulatori di volo e altre unità di input in grado di far funzionare i droni", riporta il Financial Times.

Tuttavia, Olena Bulousova, esperta della Kyiv School of Economics, ha affermato che il divieto potrebbe "non avere un impatto significativo, poiché la maggior parte degli operatori si affida a controller di fabbricazione cinese disponibili sui mercati online in Russia".

Ricordiamo che Microsoft, Nintendo e Sony hanno ufficialmente interrotto le vendite delle loro console per videogiochi in Russia nel 2022 in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina. Questo ban - tre anni dopo - vuole bloccare i rivenditori di seconda mano. Inoltre per ora l'annuncio è solo una proposta e deve essere approvato da tutti gli Stati membri dell'UE per essere ufficialmente approvato.