Il fatto che Square Enix se ne sia uscita con un RPG che scimmiotta Pokémon, a questo punto, non dovrebbe sorprendere nessuno. Non è certo la prima software house a tentare una manovra che, bene o male, riesce sempre, anche senza incidere sul mercato e sull'immaginario collettivo come hanno fatto Pikachu e gli altri mostriciattoli di GameFreak. Considerando che Final Fantasy sta per compiere trent'anni, è normale che la software house nipponica voglia celebrare l'evento puntando sull'universo del franchise e non solo sull'attesissimo Final Fantasy XV che vedrà la luce - finalmente! - tra poche settimane. In questo senso, World of Final Fantasy rappresenta lo spin-off perfetto: non ambisce a sostituire la serie madre e punta tutto sia sul fattore nostalgia, sia sulle meccaniche collaudate che hanno reso famosi titoli come Pokémon, Digimon o Yo-kai Watch. Aggiungete tanto colore, un pizzico di assurdità, una mascotte buffa, un design carinissimo... e voilà, ecco la ricetta ideale per un RPG capace di ammaliare grandi e piccini.
World of Final Fantasy è uno spin-off divertente e colorato che potrebbe avere un grande futuro
Imprismiamoli tutti!
Chi ha giocato la demo di World of Final Fantasy pubblicata qualche giorno fa si sarà fatto un'impressione decisamente sbagliata del gameplay vero e proprio, molto più sofisticato e complesso di quanto appaia inizialmente. Intendiamoci, World of Final Fantasy è un titolo abbastanza facile che raramente tiene il giocatore sulle spine; tuttavia, offre una varietà e una dinamicità che pochi RPG sanno anche soltanto sfiorare. Che il titolo Square Enix faccia il verso a Pokémon è chiaro e lo abbiamo già detto, ma è il gioco stesso a ricordarcelo ironicamente quando ci permette di scegliere se combattere Ifrit, Shiva o Ramuh e, quindi, di catturare la loro versione "lilichina"... replicando la famosissima scelta dei pokémon iniziali nei vari RPG Nintendo. Sembra quasi uno scherzo, ma World of Final Fantasy è tutto così: non si prende sul serio e, anzi, gioca con gli stereotipi senza farsi troppe paranoie. In questo colorato universo quasi tutti sono "lilichini", cioè piccoli, tozzi e sproporzionati: in giapponese li definiremmo chibi.
Ben pochi sono "jiganti" come i nostri protagonisti che, tra l'altro, possono cambiare forma a piacimento. La differenza tra jiganti e lilichini è assolutamente cruciale in termini di gameplay e incide profondamente sui combattimenti e sulla scelta dei mostri che vogliamo portare con noi dopo averli catturati... anzi, imprismati. Singolarmente, i vari mostri e i nostri eroi non sono granché potenti, perciò il giocatore può organizzare delle "pile" in cui Lann e Reyn fanno da base, sotto forma di jiganti, o da semplici passeggeri, quando assumono la forma lilichina. I mostri, infatti, hanno taglie diverse: ci sono quelli piccoli come le Mandragore che possono cavalcare quelli di taglia media che, a loro volta, stanno sopra a quelli di taglia grande; nelle pile, che il giocatore può montare e smontare attraverso un semplice menù, si sommano le statistiche e le resistenze elementali delle singole unità, perciò a un certo punto diventa importante strutturare le pile nel modo più opportuno o addirittura smontarle in caso di emergenza per evitare che il nemico ci sbilanci, facendoci perdere turni preziosi. Il sistema di combattimento attinge al canonico sistema Active Time Battle di Final Fantasy ma può essere impostato in modo che le azioni si susseguano o che il tempo si fermi quando tocca a noi attaccare: a quel punto, possiamo selezionare una delle abilità appartenenti ai membri della nostra pila, consumando i Punti Azione che si ricaricano a ogni turno. L'interfaccia è piuttosto semplice e può essere personalizzata assegnando le azioni a svariate scorciatoie, ma i veterani preferiranno forse premere il dorsale apposito per aprire un menù più classico e dettagliato. In ogni caso, è attraverso i combattimenti che si ottengono nuovi mostri, anche se forse dovremmo chiamarli coi loro nomi: miraggi. Lann e Reyn possono "imprismarli", rinchiudendoli dentro apposite gabbie magiche, ma per farlo devono prima soddisfare dei requisiti che si fanno via via più complessi man mano che scorrono le ore del timer. Inizialmente basterà indebolire un miraggio, poi cominceremo a doverli curare con le Pozioni, magari dovremo prima sfruttare le loro debolezze elementali o far sì che siano gli ultimi bersagli sul campo. Imprismare un miraggio è un po' come lanciare una PokéBall: a volte funziona e a volte no, bisogna provare e riprovare, magari un combattimento casuale dopo l'altro. La semplicità degli scontri, unita alla possibilità di velocizzarli ulteriormente tenendo premuto un dorsale, fa leva sullo spirito collezionistico dei giocatori che si ritroveranno a setacciare le aree e i dungeon in cerca dei mostri più iconici della saga, dai Tonberry ai Moguri passando per i Chocobo e i Malboro. Ogni miraggio, inoltre, può essere sviluppato ulteriormente attraverso il miraggiario, un menù in cui spendere i punti guadagnati combattendo per sbloccare nuove abilità che possano risultare utili in battaglia o sul campo. I dungeon, infatti, sono pieni di piccoli rompicapi ambientali o logici che garantiscono una certa varietà e spezzano il ritmo degli incontro casuali, chiedendo al giocatore un minimo di attenzione nella scelta dei miraggio che intende portare con sé durante l'esplorazione. Un comodo sistema di portali e di teletrasporti permette, fortunatamente, di tornare alla città di Reyn e Lann per fare acquisti e cambiare miraggi, garantendo una certa libertà e una buona immediatezza sia che si voglia proseguire nella storia, sia che si voglia completare al 100% la collezione di mostri.
Trofei PlayStation 4
Dovrete sbloccare 34 trofei di bronzo, 12 d'argento e 2 d'oro per guadagnarvi quello di platino, ma l'impresa sarà più ardua di quanto possa sembrare: bisognerà completare ogni mini-avventura, trovare ogni forziere, imprismare ogni miraggio e, in generale, sviscerare completamente World of Final Fantasy.
Sembra quasi Kingdom Hearts
Ma cosa porta i nostri due gemelli a visitare Grymoire, il mondo dei lilichini? Reyn e Lann se ne stavano beati nella loro città a preparare caffè e pasticcini nel loro bar, quando un bel giorno sparisce ogni altro abitante, lasciandoli soli insieme a una buffa creaturina di nome Tama e a una donna misteriosa di nome Enna Kros. Salta fuori che Reyn e Lann hanno perso la memoria, come vuole il più abusato dei cliché, e che vivono in una specie di limbo dopo aver perso i loro miraggi. L'unico modo per ricordare le loro vecchie vite consiste nell'esplorare Grymoire e imprismare i miraggi perduti, aiutando strada facendo tutti quelli che hanno bisogno di loro... ovvero, incidentalmente, alcuni tra gli eroi più famosi di Final Fantasy. Dalla principessa Sarah del primo Final Fantasy a Yuna di Final Fantasy X, passando per tanti altri personaggi più o meno noti, il nostro viaggio nel mondo di Grymoire vuole essere al tempo stesso un'avventura nuova di zecca e un tuffo nel passato della saga. A differenza del multiverso di Kingdom Hearts, costituito da mondi separati, il mondo di Grymoire è un unico agglomerato di regni e città in cui vivono, fuori dal tempo e dalle restrizioni delle loro storie, i personaggi che abbiamo imparato ad amare in questi trent'anni.
Su di loro getta un'ombra cupa la federazione di Bahamut, un esercito capace di utilizzare i miraggi in battaglia e che punta a conquistare il mondo; al suo vertice, loschi figuri discutono sibillinamente i loro piani diabolici cianciando di profezie e, in generale, facendo del loro meglio per sembrare minacciosi senza riuscirci veramente. La storyline di World of Final Fantasy, in realtà, è un miscuglio strampalato di stereotipi e assurdità: abbiamo amnesie, profezie, individui mascherati e colpi di scena incredibili che fanno roteare gli occhi a più riprese, ma in generale abbiamo avuto la netta impressione che gli sceneggiatori si siano divertiti un mondo a infilare nella trama pressoché qualunque espediente narrativo senza preoccuparsi troppo della logica. A dirla tutta, i siparietti comici tra Tama, Reyn e Lann sembrano molto più curati dei dialoghi rivelatori, e la traduzione in italiano fa del suo meglio per rendere nella nostra lingua dei giochi di parole già complicati in inglese, figuriamoci in lingua giapponese. Il risultato è una storia godibile ma senza troppe pretese che punta più sugli sketch e sull'effetto comico, senza disdegnare comunque un tono più serio quando occorre che sfiora l'epico nei momenti cruciali... strappando comunque non pochi sorrisi ogni volta che entrano in scena musoni come Cloud o Squall che cercano a tutti i costi di rimanere serissimi anche in forma lilichina. I fan della serie dovranno solo spegnere il cervello e godersi queste montagne russe, cercando di cogliere tutti i riferimenti e le citazioni, sia visivi che musicali. In questo senso, il character design di Yasuhisa Izumisawa riesce a trovare il compromesso perfetto tra lo stile originale e irresistibile dei lilichini e quello un po' più banale dei jiganti, palesemente ispirato a quello di Tetsuya Nomura. Al resto ci pensa il look spensierato e coloratissimo del mondo di Grymoire, un trionfo di tocchi di classe che se ne infischia della potenza bruta per restituire il feeling dei JRPG vecchia scuola tra inquadrature fisse e dungeon isometrici. World of Final Fantasy non è certo Final Fantasy XV, ma non è neppure la produzione "low budget" che molti si aspettavano: anzi, è un titolo estremamente curato sia dal punto di vista grafico, sia da quello sonoro. Per esempio, la soundtrack di Masashi Hamauzu, già compositore di vari Final Fantasy, non è forse la più memorabile di sempre, ma fa il suo dovere, anche se a tratti ci è parsa un po' ripetitiva: in ogni caso, una spanna sopra ad altre produzioni recenti che, invece di farci vedere oceani di stelle, ci hanno lasciato semplicemente indifferenti.
Conclusioni
World of Final Fantasy è uno di quegli spin-off che avremmo sempre voluto e che, ora che finalmente è arrivato, non ci basta più: ci sono ancora tantissimi personaggi storici che vorremmo vedere in forma lilichina, anche se temiamo che il bestiario di Final Fantasy conti decisamente meno mostri del PokéDex o, comunque, non abbastanza da giustificare una sfilza di sequel. Insomma, siamo di fronte a un ottimo punto di partenza che è riuscito a trovare l'equilibrio ideale tra l'innovazione e la tradizione, onorando nel modo migliore possibile una saga che, nonostante i suoi trent'anni, ha sempre qualcosa di nuovo da dire.
PRO
- Pokémon e Final Fantasy hanno avuto un figlio
- Sistema di combattimento intelligente e curato
- Ha stile da vendere
CONTRO
- La storia è spassosa, ma senza senso
- Sarebbe stato meglio evitare i combattimenti casuali
- Avremmo voluto vedere molti più personaggi storici