Mentre lavora nelle vicinanze di un vulcano dormiente, in Messico, un archeologo precipita in un fosso e si ritrova a decine di metri sotto terra, in un luogo che rivela i segni di una civiltà sconosciuta. I suoi colleghi non riescono a tirarlo fuori, e così decide di esplorare i dintorni per vedere se esiste una via d'uscita. Sulla sua strada trova un misterioso dispositivo che sembra costruito con ossa umane, ma non capisce come utilizzarlo finché non gli si presenta dinanzi un'enorme sfera di metallo: l'attrezzo possiede delle proprietà magnetiche che gli permettono di controllarla, attirarla a sé anche se si trova a grande distanza o scagliarla violentemente lontano.
La sfera diventerà la sua unica speranza di sopravvivere in un mondo che solo all'apparenza sembra disabitato: ben presto creature feroci e raccapriccianti sentiranno il suo odore e partiranno all'attacco. È questa la trama di The Ball, titolo classificatosi secondo all'edizione 2010 del concorso "Make Something Unreal" organizzato da Epic per scoprire nuovi talenti. Ci troviamo di fronte a un'applicazione effettivamente originale dell'Unreal Engine 3, che nella fattispecie viene utilizzato non per la creazione di un classico first person shooter, bensì piuttosto di un'avventura in prima persona in cui sono gli enigmi a svolgere un ruolo di primo piano. Il protagonista deve infatti trascinare l'enorme sfera di cui abbiamo parlato all'interno di otto scenari e utilizzarne la massa e le peculiarità per aprire porte, attivare interruttori ed eliminare minacce. I combattimenti si basano anch'essi sulla gestione di questa specie di macigno metallico, che può essere sparato via con forza per sfondare mura e schiacciare mummie, così come riesce a frantumare qualsiasi cosa incontri durante il tragitto di ritorno.
Una palla di gioco?
The Ball prende nettamente le distanze da qualsiasi FPS, come accennato in precedenza, e ciò appare chiaro non appena ci si rende conto che la sfera sarà l'unica arma a nostra disposizione durante il gioco. Una cosa difficile da digerire, soprattutto considerando il fatto che il nostro personaggio rimane completamente inerme senza di essa: quando ne controlla il movimento e la tiene vicina, può utilizzarne la massa e la resistenza per mettersi al riparo dai proiettili, sfruttarne l'altezza per raggiungere zone altrimenti inaccessibili, sfondare mura o utilizzare la sua capacità speciale di "legarsi" a determinati blocchi di pietra; al contrario, senza di essa il nostro caro archeologo non può difendersi in alcun modo, neppure agitando il dispositivo fatto di ossa umane, e deve per forza di cose riprenderne il controllo per poter sopravvivere.
Per quanto una soluzione di questo tipo possa essere originale, deve fare i conti con dinamiche di esplorazione degli scenari che risultano inevitabilmente appesantite dall'incombenza di doversi portare dietro un grosso macigno di metallo. Se ad esempio ci troviamo a passare su un ponte molto stretto e inavvertitamente facciamo cadere la sfera al livello inferiore, dovremo tornare indietro, recuperarla e rifare il percorso. C'è poco spazio per le azioni "in solitaria", ovvero senza la sfera, appunto per via della mancanza di soluzioni alternative in caso di attacco nemico. Gli stessi enigmi, basati fondamentalmente sulla pressione di due diversi pulsanti (uno attivabile dal personaggio, l'altro dalla sfera) o sull'inserimento di blocchi all'interno di feritoie (utilizzando il nostro attrezzo d'ossa per "spingerli") non contribuiscono a creare un quadro fatto di straordinario spessore, ma anzi risultano talvolta fin troppo semplicistici o comunque già visti. Il fascino della città sotterranea, dotata di un proprio "cielo" rosso, di abitazioni ormai abbandonate e soprattutto di dungeon troppo simili l'uno all'altro, purtroppo, tende a scemare rapidamente quando si realizza che il livello di interattività con l'ambiente è quasi nullo (la sfera spacca delle casse e dei vasi posti sul bordo del percorso, ma a che pro?) e l'esplorazione, come già detto, appare superflua oltre che scomoda da mettere in pratica. Questo, per fortuna, non significa che l'esperienza, nella sua interezza, non risulti godibile: tenendo ben presente la natura budget del prodotto, completare gli scenari e trovare una soluzione a ogni enigma si rivela tutto sommato piacevole. Non ci troviamo di fronte a un nuovo Portal, questo è chiaro, ma The Ball ha senz'altro un suo perché nell'attuale offerta di titoli su Steam. La presenza della modalità "sopravvivenza", inoltre, garantisce qualche ora extra di divertimento dal carattere spiccatamente action, visto che si tratta appunto di sopravvivere a un certo numero di ondate di nemici, utilizzando in questo caso non solo la sfera ma anche tutta una serie di trappole attivabili tramite i soliti interruttori.
Realizzazione tecnica
Dal punto di vista grafico, il gioco alterna soluzioni convincenti ad altre meno brillanti. La nostra "arma" è affascinante, col suo teschio luminoso, seppure appaia francamente misterioso il sistema che le permette di "spingere" la sfera. Allo stesso modo, gli scenari "aperti" risultano evocativi, con un buon uso dei colori e delle fonti di luce, caratterizzate da una naturale predominanza delle tonalità rosse.
Le creature che affrontiamo appaiono discretamente realizzate e vantano una buona intelligenza artificiale, infatti non aspettano passivamente di essere investite dal nostro macigno metallico e spesso bisogna insistere un po' per schiacciarle, ma appunto il loro smembramento risulta un po' datato. E "datato" è l'attributo giusto per descrivere gran parte del comparto visivo di The Ball, che sfrutta sì l'Unreal Engine 3 ma lo fa evidentemente senza le risorse e la cura dei particolari tipica delle grandi software house, quelle per intenderci con una marea di divisioni e di dipendenti. Lo stesso motore grafico si rivela decisamente troppo pesante per ciò che mostra, tenendo i sessanta frame al secondo solo nelle situazioni di relativa calma e calando a trentacinque-quaranta quando le cose si fanno più movimentate. L'audio è essenziale, ma colpisce purtroppo la scarsa qualità della localizzazione in Italiano, specie per quanto concerne il doppiaggio (ragazzi, non pretendiamo attori navigati ma un corso di dizione è il minimo indispensabile).
Conclusioni
The Ball propone senz'altro un'applicazione originale dell'Unreal Engine 3, con un gameplay basato sul concetto di simbiosi fra il giocatore e la sfera di metallo che controlla. Gli otto scenari che compongono la campagna in single player, accompagnati dall'interessante modalità survival, garantiscono una buona longevità e un'esperienza per molti versi piacevole e appagante, velata solo in determinati casi da un pizzico di frustrazione. Purtroppo le potenzialità di un approccio del genere, alla fine dei conti, non sono così straordinarie da giustificare l'assenza di dinamiche alternative alla pressione degli interruttori e all'apertura delle porte, elementi che oltretutto non vengono coadiuvati da una realizzazione tecnica al passo coi tempi. Considerando il prezzo accessibile, comunque, il titolo di Teotl Studios potrebbe rappresentare un acquisto azzeccato per chi cerca qualcosa di diverso dal solito.
PRO
- Senz'altro originale
- Enigmi di discreta fattura
- Interessante modalità survival
CONTRO
- Tecnicamente datato
- Gameplay fortemente limitato
- Doppiaggio inascoltabile
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom X4 9550
- 4 GB di RAM
- Scheda video ATI Radeon HD 5830
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium 2.0 GHz
- 1 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 6800
- 1.5 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP SP2, Windows Vista o Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore Intel Core 2 Duo
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8800
- 1.5 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP SP2, Windows Vista o Windows 7