Versione testata: PlayStation 3
Viste le premesse, molti videogiocatori della vecchia guardia avranno probabilmente associato Spare Parts, il nuovo action game sviluppato da EA Bright Light, al classico per Mega Drive intitolato Cyborg Justice. Il prodotto SEGA, uscito nel 1993, ci vedeva infatti vestire i panni di un cyborg che cercava di fuggire dalla colonia in cui era relegato, e per farlo raccoglieva componenti in giro e se li innestava, in modo da ottenere le capacità extra necessarie per affrontare i numerosi avversari che gli avrebbero sbarrato la strada. Ecco, mai accostamento fu più lontano dalla realtà.
I due robot protagonisti di Spare Parts, Mar-T e Chip, vanno sì alla ricerca di componenti che possano permettergli di fuggire dal terribile pianeta su cui sono stati "scaricati" come spazzatura, ma l'acquisizione delle nuove abilità risulta senz'altro meno "interessante" rispetto a Cyborg Justice, ed è comunque subordinata al ritrovamento dei pezzi di ricambio necessari per riparare la nave spaziale senziente che potrà portarli via da lì. Ci sono certamente degli elementi beat'em-up nel titolo Electronic Arts come in quello SEGA, anzi si può dire che l'intero gameplay si basi quasi esclusivamente sui combattimenti con le numerose creature aliene che infestano gli scenari, ma la qualità di tali scontri in termini di rilevazione delle collisioni, varietà delle situazioni e semplice divertimento è talmente scarsa che anche il confronto con un gioco per Mega Drive del 1993 risulterebbe fuori luogo. Ma andiamo con ordine...
Lost Planet
Dalla nave spaziale danneggiata, controllata da un'intelligenza artificiale chiamata "Con-Rad" (la cui voce appartiene a Simon Pegg, protagonista del divertente "Shaun of the Dead", in Italia "L'alba dei morti dementi"), i due robot possono accedere a un teletrasporto che li conduce nelle varie zone del pianeta, ognuna divisa in un certo numero di stage che possono essere completati con il "minimo sindacale" oppure esplorati in profondità, magari successivamente, per raccogliere tutti gli oggetti in essi contenuti. La modalità single player non prevede la presenza di un secondo robot controllato dall'IA, dunque giocando da soli ci troveremo a combattere i mostruosi alieni, dai più piccoli ai più grandi, dando fondo unicamente alle nostre personali risorse. Mar-T e Chip possiedono un repertorio di mosse piuttosto ricco, fatto di combo leggere e pesanti, molti attacchi in volo e qualche mossa speciale legata alla componentistica extra.
Lungo la strada è infatti possibile trovare delle braccia rinforzate, un visore utile per svelare eventuali interazioni con le location, delle gambe magnetiche e altri simpatici gadget, tutti potenziabili spendendo le "monete" trovate in giro. Purtroppo i problemi a cui abbiamo accennato in apertura si manifestano in modo evidente fin dalle prime fasi di gioco: l'intera gestione delle tre dimensioni risulta alquanto discutibile, e il level design non fa che peggiorare le cose, obbligandoci a effettuare salti quasi alla cieca o a raggiungere oggetti sospesi la cui posizione nello spazio è tutt'altro che chiara. Ci si muove quasi "scivolando" da un piano all'altro, senza la minima sensazione di fisicità dei robot (che pure dovrebbero pesare abbastanza), e molto spesso ciò si traduce in un gameplay estremamente confusionario, in cui con i doppi salti si cerca di trovare la strada giusta nonostante le tantissime barriere invisibili che deprimono ulteriormente gli scenari, già corti e intricati di per sé.
Trofei PlayStation 3
Spare Parts ci permette di sbloccare tredici trofei. Gli unici due trofei d'argento si ottengono semplicemente completando il tutorial e raccogliendo il primo "pezzo di ricambio", mentre i rimanenti trofei d'oro vanno conquistati completando i singoli stage, ottenendo tutti i potenziamenti, collezionando un milione di crediti e così via.
Picchia finché sbuffa
L'entusiasmo di EA Bright Light è percepibile per via dei numerosi oggetti interagibili sparsi nei livelli, che spesso chiedono di essere distrutti con un colpo caricato per rivelare qualche bonus extra. Il punto è che a Spare Parts mancano proprio le fondamenta, e la riprova arriva non appena si affronta un nemico. La rilevazione delle collisioni è infatti pessima, molto spesso si è convinti di star colpendo un avversario e invece no, manca del tutto la sensazione di impatto tipica dei picchiaduro a scorrimento di qualità, si "scivola" anche qui, come nelle fasi esplorative, premendo i tasti come dei forsennati nella speranza di mettere a segno qualche colpo.
Talvolta le creature aliene finiscono in strani anfratti dello scenario e bisogna andare a ripescarle per ucciderle. La generale inefficacia degli attacchi ci convince ben presto a evitare strane combinazioni di tasti, visto che è possibile ottenere il medesimo effetto tramite la ripetuta pressione del solo pulsante Quadrato. Mancano del tutto le prese, ma questo è l'ultimo dei problemi, perché in multiplayer il gioco riesce persino a peggiorare: a causa del lag, la rilevazione delle collisioni risulta ancora meno precisa, e a ciò si aggiunge una gestione della visuale insensata, che invece di seguire il movimento del singolo giocatore (del resto si tratta pur sempre di multiplayer online, perché porvi dei limiti come se fosse in locale?) rimane fissa su un solo robot, costringendo l'altro a stargli sempre vicino. La realizzazione tecnica, infine, non riesce in alcun modo ad alzare il livello di questa nuova produzione Electronic Arts: gli androidi protagonisti hanno un design anonimo, e ancor più anonimi risultano gli alieni con cui combattono. Gli scenari sono mediocri sia per la loro conformazione che per la scelta dei colori, mentre le musiche ci sono sembrate generalmente "fuori tema" rispetto all'azione mostrata sullo schermo.
Conclusioni
Dopo aver lavorato a due tie-in di Harry Potter, a Trivial Pursuit e a Create, gli sviluppatori di EA Bright Light si confermano tutt'altro che brillanti, come invece lascerebbe intendere il loro nome, e sfornano un action game sulla carta interessante, ma che però soffre per una realizzazione pratica fortemente lacunosa. L'intera gestione delle tre dimensioni in Spare Parts lascia molto a desiderare e rende l'esplorazione degli scenari, uno degli elementi cardine del gameplay, "scivolosa" e limitata da mille ostacoli e barriere invisibili. Sul fronte dei combattimenti le cose riescono peraltro a peggiorare, a causa di una rilevazione delle collisioni a dir poco imprecisa. L'esperienza non migliora assolutamente durante il multiplayer online, infine, viziato dal lag e da una gestione della visuale molto discutibile. Insomma si poteva fare molto, molto, molto meglio di così.
PRO
- Ambientazione interessante
- Scenari aperti a ripetute esplorazioni
- Modalità multiplayer online per due giocatori
CONTRO
- Level design pessimo
- Rilevazione delle collisioni molto discutibile
- Visuale mal gestita nel multiplayer