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NBA 2K12, recensione

Anno nuovo, nuova edizione del simulatore di basket di 2KSports e Visual Concepts, nuovo piccolo gioiello!

RECENSIONE di Massimo Reina   —   12/10/2011
NBA 2K12
NBA 2K12
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Versione testata PlayStation 3

Lo scorso anno le cose non potevano andare meglio di quanto effettivamente poi sono andate per 2K Sports e Visual Concepts: con più di cinque milioni e mezzo di copie vendute, il loro NBA 2K11 è stato un enorme successo sotto ogni punto di vista, tanto da ottenere l'unanime riconoscimento anche da parte dei media del settore, che lo hanno definito come miglior simulazione di basket degli ultimi anni. Gli ottimi risultati ottenuti però non sembrano aver fatto montare la testa al duo publisher-sviluppatore, che, anzi, desideroso di confermarsi pure quest'anno non ha affatto lesinato sforzi durante la fase di sviluppo dell'edizione 2012.

L'inizio della sfida
L'inizio della sfida

NBA 2K12, lo diciamo subito, per quanto non rivoluzionario sotto nessun aspetto in particolare, migliora comunque la giocabilità del suo predecessore, ampliandone alcuni aspetti in modo da aumentare ulteriormente il valore di un'offerta che vuole essere contenutisticamente più ricca che mai e in grado di far rivivere agli utenti nella sua interezza la bellezza di questo sport. Cuore pulsante della produzione è come sempre la modalità Associazione, che quest'anno si arricchisce di nuove funzioni e si estende alla rete in modo da permettere agli utenti di disputare, tra le altre cose, un'intera stagione online con tutte le 30 squadre NBA gestite da altrettanti giocatori umani. Come tradizione vuole per questa modalità, il videogiocatore è chiamato a interpretare il ruolo di General Manager in un team a scelta fra quelli disponibili nell'ampio roster, gestendolo sia dal punto di vista amministrativo che tecnico. Organizzare il proprio staff scegliendo allenatore, atleti e i talent scout da sguinzagliare per gli USA alla ricerca di giovani campioni in erba, stabilire il ritmo settimanale degli allenamenti, negoziare contratti, rinnovi e cessioni tenendo conto del tetto salariale imposto dalla federazione, sono solo alcuni degli aspetti di cui bisogna occuparsi per controllare al meglio la propria squadra. Non manca ovviamente un'accurata sezione dedicata al mercato, semplificata ulteriormente nella gestione e nei menù, con cessioni immediate, partecipazione dinamica e una funzione Trova scambi facile da usare. Oltre a quanto appena descritto, l'utente può ovviamente dedicarsi anche alla gestione tecnica del quintetto titolare con la creazione personalizzata di schemi, strategie e la guida "fisica" dei propri uomini durante la partita.

Il Mio Giocatore e i Grandi Campioni NBA

Altra modalità di punta dell'intera produzione è da sempre quella denominata Il Mio Giocatore, che ritorna anche quest'anno con la sua struttura di gioco classica, ma questa volta con l'aggiunta di una interessante variante, quella chiamata Crea Una Leggenda. In sostanza si può decidere come sempre di creare da zero il proprio alter-ego cestistico, partendo da uno schowcase di matricole al Madison Square Garden fino al Draft, per poi guidarlo lungo la sua scalata verso la vetta del campionato NBA. Oppure, in alternativa, si può impersonare un atleta già conosciuto sui palcoscenici del basket statunitense per cercare di farlo diventare la stella più luminosa del campionato.

Grandi Campioni NBA
Grandi Campioni NBA


La differenza sostanziale fra le due opzioni è che con la seconda si salta ovviamente la parte più faticosa degli allenamenti e dell'evoluzione statistica iniziando da valori bassi, in quanto il giocatore reale ha già da sé le sue abilità base (in qualsiasi modalità gli si possono assegnare sino a cinque giocate offensive personalizzate o mantenere quelle che ha già). In entrambi i casi, comunque, ogni azione, ogni gesto in campo e fuori compiuto dall'atleta generano delle conseguenze che influiscono positivamente o negativamente sulla sua carriera grazie a una sorta di sistema stile GDR all'interno della sessione. Questa tiene conto di una serie di statistiche legate ai rapporti con la dirigenza della squadra, coi compagni, col pubblico, con la stampa (attraverso le interviste) e perfino con gli sponsor per la crescita individuale del giocatore. Oltre alle due modalità sopraccitate, a fare gola agli appassionati si aggiungono le partite incluse all'interno di Grandi Campioni NBA. Come ricorderete, una delle novità certamente più interessanti dell'edizione scorsa del gioco di Visual Concepts era stata l'inedita modalità chiamata Michael Jordan. In essa il videogiocatore poteva prendere parte a tutta una serie di situazioni correlate all'intera carriera del grande fenomeno della pallacanestro mondiale, attraverso una serie di sfide e situazioni suddivise a loro volta all'interno di quattro sessioni distinte. Ebbene, in questa edizione 2012 gli sviluppatori hanno ampliato l'offerta, proponendo ai giocatori ben quindici degli eventi più significativi legati alla attività di altrettante stelle del passato. Oltre al redivivo Jordan, è dunque possibile rivivere da protagonisti le gesta di Larry Bird, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul-Jabbar, Julius Erving, Magic Johnson e molti altri grandi atleti, in una manciata di partite decisive per loro. E quando si parla di rivivere lo si intende appieno visto che ogni minimo dettaglio viene riproposto all'utente in maniera molto credibile: la finale tra Lakers e Celtics del '64, per esempio, viene giocata in bianco e nero, così come quella fra Knicks e Lakers del '72 con un effetto stile televisione d'epoca (colori sbiaditi, immagine disturbata) all'interno di stadi che riproducono quelli del tempo e con le regole, oltre che i giocatori, look compreso, ovviamente, adattate al contesto. Vincendo queste sfide classiche si sbloccano poi i trenta e passa team coinvolti, e i rispettivi atleti.

Il filtro regala una visuale simil televisore anni '80
Il filtro regala una visuale simil televisore anni '80

Trofei PlayStation 3

Sono cinquantuno i Trofei disponibili in NBA 2K12, distribuiti sia nella modalità single player che in quella multiplayer. Essi sono così distribuiti:40 di Bronzo, 6 d'Argento, 3 d'Oro e 1 di Platino La maggior parte dei premi si ottengono con la progressione nella modalità Associazione, ma non mancano quelli conquistabili nei match sul web, scalando magari le classifiche nella modalità Associazione su internet fino a vincere il campionato, oppure completando le 15 sfide di Grandi Campioni NBA o ancora facendosi scegliere al 1° turno del draft NBA ne Il mio giocatore.

La partita

Una volta scesi in campo, fra i balletti delle cheerleaders e gli stacchi della regia su pubblico e giocatori, con tanto di musichette a tema, si entra nel vivo del gioco vero e proprio. Non appena inizia la partita, infatti, salta subito agli occhi il lavoro compiuto dagli sviluppatori per limare i difetti della passata edizione, a partire dai comandi. Questi, infatti, hanno subito un lieve restyling allo scopo di snellire il sistema di controllo e renderlo più accessibile a tutti, per cui quest'ultimo si basa ora su un numero di tasti ridotto e su una certa semplificazione nelle meccaniche, con quasi ogni azione governata dallo stick analogico destro. Anche in fase difensiva, dove è possibile sfruttare la citata levetta non solo per allungare le braccia ma anche per spingere l'avversario. Tuttavia non bisogna fraintendere quanto appena descritto: una maggiore accessibilità ai comandi non significa necessariamente una semplificazione del gameplay, che resta sempre piuttosto complesso nel suo divenire. Prova ne è che paradossalmente adesso si ha un maggior controllo sui movimenti di gambe e braccia degli atleti, una più credibile gestione della palla come elemento distaccato dal giocatore stesso e in generale la sensazione che quanto avviene sul parquet sia assolutamente determinato dal videogiocatore.

E' il momento di inventare qualche giocata
E' il momento di inventare qualche giocata


In generale, però, di rifiniture e miglioramenti apportati al gameplay, talvolta impercettibili subito, ce ne sono molti altri. In particolare parecchia cura è stata riservata alla varietà delle strategie di gioco e all'intelligenza artificiale di compagni e avversari, con le prime che risultano particolarmente curate e realistiche come mai prima d'ora nella loro gestione, nella chiamata degli schemi o nel cambio di gioco dinamico durante le partite, e con i secondi che grazie anche alle decine di parametri che li caratterizzano agiscono e ragionano in maniera logica e costruttiva, anche nei posizionamenti. A parte qualche piccola sbavatura in fase difensiva sugli esterni. Lo stesso dicasi per gli allenatori, capaci ora più che mai di saper "leggere" le gare e di cercare di cambiarne di conseguenza il corso modificando le tattiche e gli uomini a loro disposizione. NBA 2K12 offre, a tratti, uno stile di gioco leggermente più strategico complice la valorizzazione ulteriore del gioco di squadra, con più equilibrio tra azioni d'attacco e di difesa, una certa attenzione al gioco da fermo che ora integra più scelta per quanto concerne le azioni eseguibili, e la fisicità. La ricerca del contatto fisico, la propensione al possesso di palla, l'impegno profuso fino alla fine sono solo alcuni degli elementi chiave che caratterizzano l'operato dei vari team. Ogni partita ha di conseguenza una storia a sé, perché come nella realtà ci sono diversi fattori che ne influenzano il corso degli eventi.

Uno sguardo all’Online

Per allenarsi e apprendere ogni nuovo comando o movimento esiste il Training Camp, una sessione specifica del gioco dedicata agli allenamenti. La particolarità di questa opzione è legata al fatto che le varie prove a cui sottoporsi, parecchio dure e che non concedono nulla agli errori, pena ricominciare dall'inizio, si basano sull'incontro specifico tra campioni attuali e atleti del passato, con tanto di sfida finale uno contro uno. Facciamo un rapido esempio: il grande Michael Jordan insegna al neo giocatore del Besiktas, Deron Williams, alcune delle sue mosse e al termine della fase di addestramento ci gioca contro.

Una pausa prima della ripresa del match
Una pausa prima della ripresa del match


E prima di andare a concludere parlando della parte tecnica, gettiamo uno sguardo sull'online di NBA 2K12. In realtà essa è una componente sempre presente nel gioco, tant'è che la registrazione è obbligatoria subito dopo aver caricato il gioco. La cosa può risultare abbastanza fastidiosa in queste fasi, in quanto essa porta via una buona mezz'ora tra dati, login, password e tutto il resto. Sarebbe stato meglio a nostro parere lasciare certe incombenze a una seconda fase del gioco. Comunque sia, una volta attivato gratuitamente il proprio account, il giocatore ha a disposizione un profilo personale che si aggiorna in base ai traguardi raggiunti nel gioco, viene visualizzato nei forum ufficiali, sulla homepage del gioco e può contare sull'accesso a svariate funzioni, come per esempio 2K Share, utile per condividere le proprie creazioni con tutta la community, avere sempre a portata di mano le notizie e le statistiche del mondo reale e della stagione corrente di NBA quando finirà il lockdown, e una nuova funzionalità che collega il prodotto al sito ufficiale e ai maggiori social network. Inoltre può, come detto in apertura articolo, disputare campionati, un'intera stagione come Manager/giocatore in Associazione e partite di ogni tipo. A proposito di queste ultime, abbiamo avuto modo di fare qualche partita sui server dedicati al gioco, e possiamo dire che essi risultano più numerosi e performanti rispetto a quelli già buoni dell'anno passato.

Come in tv

Dal punto di vista estetico NBA 2K12 non sembra rivoluzionare più di tanto la cosmesi della serie, nel senso che non si assiste in questa edizione a un sostanziale salto in avanti o a differenze nette rispetto a quanto già apprezzato lo scorso anno, che peraltro non era male. Perlopiù si tratta infatti di rifiniture, di ritocchi qua e là, che si notano soprattutto sui volti degli atleti, ancora più dettagliati e simili alle controparti reali, sui loro tatuaggi e perfino nei particolari quali i capelli o il sudore che cola copioso dalle loro fronti. I modelli sono poi disegnati e animati piuttosto bene, e al pari della fisica degli scontri e della palla, sono questi invece gli elementi che sono stati oggetto di forti modifiche.

La grafica ha subito pochi ritocchi, ma buoni
La grafica ha subito pochi ritocchi, ma buoni

I movimenti, infatti, non sono stati semplicemente registrati in motion capture come avveniva in passato, ma hanno visto coinvolte più riprese differenti, di volta in volta, a seconda di posizione e fisionomia di chi è stato coinvolto nel lavoro di "cattura". Non per niente molti degli atleti hanno animazioni personalizzate, colpi e movimenti unici. La sfera stessa viene simulata in maniera indipendente, così da reagire come ci si aspetterebbe che facesse in ogni situazione. Anche se permane ancora qualche difetto, in linea di massima non c'è di che lamentarsi. Quasi a voler rimarcare ulteriormente il realismo della produzione, Visual Concepts ha lavorato a stretto contatto con realtà come il network TNT Sports per creare introduzioni agli incontri più televisive sia da un punto di vista dei movimenti di camera e delle sovrimpressioni che da quello dell'animazione di contorno: ci sono informazioni che appaiono su schermo identiche a quella di una vera produzione televisiva della NBA, statistiche e telecamere più aderenti alle trasmissioni via cavo. Bella anche l'atmosfera che circonda l'evento partita in sé, sul campo, dove un pubblico vivace che cambia a partita in corso interagisce con quanto avviene sul parquet, scene introduttive specifiche per i playoff e le finali e molto altro. Il tutto condito da un comparto audio di livello eccelso che può contare su effetti sonori, musiche, annunci e slogan vari campionati direttamente dalle varie arene americane, e la consueta e completa bella telecronaca in inglese, che quest'anno vede l'aggiunta alle voci storiche dei commentatori anche quella di Steve Kerr, ex giocatore, general manager e commentatore del vecchio NBA Live. Da evidenziare il fatto che durante le partite della modalità Grandi Campioni NBA il sonoro risulta disturbato e con tonalità simili a quello che si avrebbe guardando una trasmissione televisiva del passato. Ottima, infine, la colonna sonora caratterizzata principalmente, come da tradizione, da motivetti Rap e Hip Hop.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.5
Lettori (41)
8.5
Il tuo voto

NBA 2K12 continua la fortunata tradizione della serie targata 2KSports. Anche questa edizione 2012, infatti, si conferma, pur con qualche inevitabile imperfezione, bello da giocare e pieno di cose da fare, regalando un'ottima giocabilità e un grande realismo.
Le modalità Associazione, impreziosita dalla sua estensione all'online, Il mio Giocatore e quella Grandi Giocatori NBA rappresentano poi a nostro parere il piatto forte dell'intera produzione. Esse, infatti, da un lato confermano la bontà di un prodotto che da qualche anno oramai è diventato il punto di riferimento per ogni produzione di genere, offrendo una certa varietà e scelta, dall'altro sanciscono per molti aspetti il miglior simulatore di basket di sempre.

PRO

  • I nuovi comandi migliorano il controllo dei propri uomini
  • IA ai massimi livelli
  • Fisica rivista verso l'alto
  • Comparto online ancora più bello

CONTRO

  • Difesa sugli esterni da rivedere
  • Nessuno dei team sbloccati in Grandi Campioni NBA può essere usato online
  • Il draft non è aggiornato a causa del lockout