Quando giungerà la fine dei tempi, quest'ultima sarà preceduta dall'arrivo dei quattro cavalieri dell'Apocalisse. A partire dai testi di San Giovanni, il loro valore simbolico è cambiato diverse volte nei secoli, mentre il fascino è rimasto lo stesso. Quella dei Vigil Games, a suo tempo, fu una delle tante riproposizioni in cui gli elementi base delle scritture funsero da pretesto per offrire un mondo di gioco affascinante e violento, in grado di ospitare una narrazione originale che, in verità, ancora oggi attende la sua degna conclusione con il quarto e ultimo capitolo.
Darksiders II, pubblicato nel 2012 su PlayStation 3, Xbox 360, Nintendo Wii U e PC, in particolare, si è ritagliato un posto speciale nel cuore dei fan, forse ancora di più rispetto al capitolo precedente e soprattutto al successore. Dopo aver riproposto il titolo già una prima volta nel 2015 con la remaster nota come Deathinitive Edition (su PlayStation 4, Xbox One, Switch e PC), giustamente i Gunfire Games (che nel tempo sono subentrati ai Vigil Games, ma sempre in collaborazione con l'editore THQ Nordic) hanno pensato bene che le console di attuale generazione fossero pronte per il terzo ritorno del Cavaliere Pallido, con un secondo potenziamento del comparto grafico-tecnico.
Darksiders II: Deathinitive Edition, tutte le novità
Darksiders II: Deathinitive Edition non è qualcosa di nuovo, neanche considerandolo come remaster. Si tratta, per l'esattezza, della versione rivista, corretta e aggiornata della prima remaster pubblicata sulla scorsa generazione di console, che a sua volta era un primo aggiornamento del titolo originario.
A livello di contenuti ripropone esattamente quanto visto nel 2015, dunque tutti i DLC (in sé abbastanza corposi, comunque tali da portare a un totale di 30 le ore di gioco, chiaramente variabili in base al vostro livello di completismo), bilanciamenti leggermente rivisti all'esperienza generale (lato gameplay), con un maggiore equilibrio nella distribuzione del bottino (che inizialmente lasciava un po' a desiderare, come ricorderanno i più attempati) e miglioramenti generali alle animazioni dei personaggi e alla grafica ambientale di determinate sezioni.
Tutto questo, ripetiamolo, non costituisce qualcosa di nuovo. A differenza dell'atteso aggiornamento grafico-tecnico, che riassumendo all'osso significa 4K con 60 FPS - contando anche un potenziamento generale dovuto all'uso del ray tracing e altre migliorie generali a luci e ombre di qualsiasi livello, esterno o interno. Ovviamente, se l'alta risoluzione è sempre apprezzata, specialmente in un'avventura come quella di Darksiders II Deathinitive Edition, che in alcuni momenti sa offrire viste semplicemente mozzafiato, il potenziamento del framerate è ancor più notevole, considerando i combattimenti frenetici contro orde di nemici, in cui ogni secondo e ogni azione rivestono un ruolo fondamentale. Ora questi frangenti sono più fluidi che mai e non abbiamo riscontrato neppure l'ombra di un rallentamento.
E non è ancora tutto, perché proprio parlando di rallentamenti Darksiders II Deathinitive Edition sembra essere riuscito a ridurre tutte le tempistiche, dai salvataggi al caricamento da zero di un file di gioco specifico, passando per le transizioni tra filmati e gameplay. Ancora, gli sviluppatori non si sono dimenticati del DualSense: le azioni di Morte, su PlayStation 5, sfruttano il feedback aptico del controller e restituiscono sia "la sensazione" dei colpi inferti ai nemici che buona parte delle abilità speciali utilizzabili dal protagonista in combattimento, oltre ovviamente all'altoparlante che di tanto in tanto collabora all'immersività nel mondo di gioco. Nulla per cui strapparsi i capelli, si intende, ma fa sempre piacere notare che ormai praticamente qualsiasi produzione cerca di implementare almeno un minimo le funzionalità del controller di PS5.
Dodici anni e non sentirli (o quasi)
Non serve una calcolatrice alla mano per sapere che Darksiders II Deathinitive Edition dista cronologicamente 12 anni dalla prima avventura in assoluto di Morte; anni che scendono a 9 se prende in considerazione la distanza che separa la prima remaster dalla nuova. Il bello, in tutto questo, è che l'avventura del cavaliere, alla ricerca di una possibilità di salvezza per il fratello Guerra, si mostra ancora oggi fresca come allora (al di là della Corruzione dilagante in un mondo ormai al crepuscolo), e sarebbe tale pure se non fosse intervenuta questa seconda operazione di restauro.
I bei giochi sopravvivono al tempo e continuano a divertire per ore e ore, poco importa se in 4K o con un framerate più elevato - naturalmente, ben vengano tutti questi accorgimenti come ulteriore perfezionamento di un prodotto altrimenti difficile da migliorare ancora (se mai servirebbe proprio un nuovo Darksiders in grado di emulare quello che stiamo qui prendendo in considerazione).
Diversi aspetti resero Darksiders II uno dei giochi più importanti del 2012. Oltre a una narrazione riuscitissima, accompagnata a una direzione artistica che ha impresso ben precise immagini nella memoria collettiva, fu (ed è) proprio la struttura portante del titolo a convincere, unitamente a un sistema di combattimento che, pad alla mano, resta egualmente frenetico, tecnico e appagante come pochi. Questa non è solo la storia di un cavaliere dell'apocalisse che compie un viaggio tormentato, il quale lo porterà a rivedere diverse sue idee sul Creato e sul ruolo dell'Arso Consiglio nell'ordine dell'universo; è anche la storia di un guerriero che si potenzia, letteralmente, battaglia dopo battaglia. Questo senso di progressione, meticolosamente calcolato, si basa su una componente ruolistica che vede il giocatore raccogliere pezzo pezzo il proprio armamentario dai nemici sconfitti (o dai forzieri disseminati in un gigantesco mondo di gioco).
Le armi disponibili sono numerose e tutte differenti nello stile di combattimento; possono essere potenziate, alternate, modificate, combinate con abilità specifiche davvero in grado di rendere, potenzialmente, ogni singolo combattimento diverso da tutti gli altri. Complici anche diversi livelli di difficoltà "in salita", Darksiders II: Deathinitive Edition offre una curva di apprendimento ragionata che vorrebbe suggerire, al giocatore, lo stesso percorso di perfezionamento vissuto dal protagonista. Ironicamente, ciò comporta proprio la sconfitta: il protagonista è Morte, personaggio che "deve morire" parecchio, partita dopo partita, per comprendere il punto debole di un nemico, la tattica giusta per sconfiggere un boss o il giusto equipaggiamento per affrontare situazioni tutte diverse. Aggiungete dei dungeon che cercano di attingere il più possibile dalla filosofia dei The Legend of Zelda, e capirete perché quelle 30 ore in compagnia di Morte e del suo fido destriero fantasma saranno ben difficili da dimenticare.
Conclusioni
Darksiders II: Deathinitive Edition su PlayStation 5 e Xbox Series X|S è, nei contenuti, la stessa Deathinitive Edition già vista sulla precedente generazione di console nel 2015, con l'aggiunta di notevoli migliorie grafiche, tecniche e prestazionali che l'etichetta "4K e 60 FPS" rischia di trasformare in una mera banalizzazione. Di modifiche, infatti, ce ne sono state parecchie tra ray tracing, ombre, illuminazione, caricamenti ridotti all'osso e (su PlayStation 5) supporto al DualSense. Considerando anche che l'intero pacchetto è letteralmente gratis per chi possiede già la Darksiders II: Deathinitive Edition precedente e ad un prezzo budget per tutti gli altri, troviamo che vi sia davvero poco di cui lamentarsi. Non stiamo parlando solo di un capitolo fondamentale nel franchise e di un videogioco che a distanza di 12 anni mette ancora tranquillamente sotto scacco innumerevoli produzioni odierne appartenenti allo stesso genere, ma di un'operazione commerciale condotta con estrema onestà, sia nei confronti dei fan storici che dei nuovi arrivati. Impugnate dunque quella falce, che sia per la prima, per la seconda o per la terza volta.
PRO
- Adesso in 4K e 60 FPS
- Supporto al DualSense e al feedback aptico
- Stessi contenuti, caricamenti ai minimi termini
CONTRO
- Visivamente rivela comunque i suoi 12 anni
- Ancora qualche bizza della telecamera in situazioni affollate
- Backtracking a volte fastidioso