Il nuovo stallone italiano?
L'atmosfera che si respira, passando le ore con l'ultima creatura EA Sports, è quella delle grandi occasioni, momenti di ispirazione artistica, avanguardia tecnica e divertimento. Nonostante la disciplina presa in esame non sia delle più popolari, la produzione trasuda una cura estetica maniacale. Menu sporchi e volutamente retrò, come un lercio e scolorito manifesto di incontri clandestini, esibiscono font traballanti e squadrate, solchi di una vecchia pellicola che nessuno ha mai girato, e si accoppiano con una soundtrack hip hop ruvida, essenziale. Mestamente epica. Manca solo qualche nota di Bill Conti, un Sylvester Stallone che fatica su quella famosa scalinata, ed il nome Adriana si staglia subito tra i pensieri del giocatore. FNR3 fa di questa epicità filmica, del selfmade man americano, una delle sue armi più taglienti. Ma è indubbia soprattutto la volontà di glorificare il genere, presentando un campionario di atleti estremamente ricco, un editor per il proprio di lodevole profondità, l'immancabile modalità carriera, e il tocco finale, imprescindibile, il massiccio supporto online. Sembra una formula di divina perfezione, non e' cosi'a conti fatti, ma gli sviluppatori ci sono andati maledettamente vicino...
Che nextgen sia
Sotto il profilo del gameplay, FNR3 eredita il patrimonio dei predecessori senza grandi stravolgimenti, ma aggiunge alcune mosse che i veterani apprezzeranno, come gli impact punches, colpi speciali in grado di ribaltare le sorti del match, ed un maggiore equilibrio generale. Il menzionato editor non si limita ad offrire i mezzi per la creazione del perfetto alter ego virtuale, ma permette anche la customizzazione di classe e controlli, offrendo uno stile di combattimento improntato sulla velocità o la potenza. Ottima anche la modalità ESPN classic, che permette di cimentarsi in scontri storici nei panni del mitico Cassius Clay, Evander Holyfield, Oscar De La Hoya, Jake Lamotta e molti altri.
I volti si deformano sotto il peso dei guantoni... Per arrivare all'apice scenografico, il colpo decisivo che manda a tappeto l'avversario, condito da un'animazione in slow motion difficilmente descrivibile. Semplicemente, va vista con i propri occhi
Che nextgen sia
Le ottime impressioni maturate durante la navigazione dei menu non sono sufficenti ad ammortizzare l'impatto con il motore di gioco vero e proprio. Chi ha provato la demo sarà pronto ad assorbire il colpo senza grossi traumi emotivi, per tutti gli altri, specie se muniti di display HD, sarà un'esperienza a dir poco esaltante. Giganteschi atleti composti da un numero esorbitante di poligoni, ma soprattutto texture incredibilmente definite ed un sistema d'illuminazione a dir poco fotorealistico, sono la prima vera dimostrazione di sfruttamento del nuovo hardware Microsoft. Ugualmente impressionanti gli scenari, che comprendono palestre, magazzini, celebri arene come il Madison Square Garden, tutte arricchite con un pubblico interamente poligonale. La reazione più naturale del neofita sarà quella di ammirare il display con sguardo annichilito, prendere con titubanza il pad ed accennare qualche gancio. Con conseguente scarica di cazzotti gentilmente elargiti dalla cpu di turno, per accorgersi che il bello deve ancora venire. I volti si deformano sotto il peso dei guantoni, presentando tumefazioni, tagli e flotti di sangue, il tutto con una ricchezza di particolari senza precedenti. Per arrivare all'apice scenografico, il colpo decisivo che manda a tappeto l'avversario, condito da un'animazione in slow motion difficilmente descrivibile. Semplicemente, va vista con i propri occhi L'arbitro comincia l'angosciante countdown che separa dal KO, con fatica riusciamo ad alzarci, giusto in tempo per il suono della campana, è finita per ora. Adagiati su maleodoranti poltroncine, possiamo ammirare un ulteriore tocco di classe della saga, la possibilità di curare le ferite sul volto dell'atleta. Un vero minigioco che mostra ulteriormente la cura riposta nella realizzazione dei volti, semplicemente impressionante. Inizia il secondo round, e le cose cominciano ad andare meglio. Passata la sbornia grafica, si comincia ad entrare nel gioco ad assimilarne i comandi, per capire che è tutto molto intuitivo. E l'istinto lascia presto il posto ad un combattimento mirato, strategico. Quanto basta a ribaltare la situazione a nostro favore, e dopo una serie di efficaci uppercut è il computer a finire al tappeto.
Da zero a mito
Ma questo è solo l'inizio, la modalità carriera è lunga è prevede la scalata completa del nostro lottatore, dai ranghi più bassi, gli incontri amatoriali disputati nelle palestre, fino a quando la nostra popolarità risulterà sufficentemente elevata da ambire ai match con i campioni delle classi superiori. Il gioco prevede una sezione strategica che precede lo scontro vero e proprio, occorrerà innanzitutto firmare i contratti dei vari incontri disponibili, valutando le capacità dell'avversario di turno. L'operazione successiva consisterà nel cimentarsi con alcuni minigiochi di allenamento, atti a migliorare le capacità del nostro pugile, e dovrà essere eseguita in base ai parametri dell'avversario. E prima di salire sul ring, sarà consigliabile acquistare un paio di guantoni migliori all'apposito negozio. Il sistema invero risulta più invasivo che complementare, come dimostra la possibilità di saltare i minigiochi e guadagnare all'istante i miglioramenti dei valori fisici, ma è un apprezzabile diversivo tra i vari scontri. La modalità carriera è divertente, ma non rappresenta al meglio lo spirito del gioco, complice l'esigua difficoltà contrapposta dalla cpu, maggiormente propensa a contenere gli attacchi del giocatore, rendendo alcuni match piuttosto tediosi. Lo smarrimento iniziale dei comandi viene rapidamente scongiurato da un tutorial completo, che prevede sezioni di allenamento con uno sparring partner. Una volta impratichito con il total punch control, sistema di attacco peculiare basato interamente sulla levetta analogica destra, anche il giocatore neofita avrà facilmente la meglio sull'intelligenza artificiale.
Più forte ragazzi!
E' a questo punto che assume importanza cruciale la modalità Live, pienamente supportata per il multiplayer online, e contraddistinta da un sistema di ranking fortemente competitivo. Una volta saliti sul ring internettiano, le cose cambiano radicalmente. Facile imbattersi in avversari umani notevolmente ostici, tanto da rendere una passeggiata domenicale la sfida offline. Prima di buttarsi nella mischia è quindi consigliabile cimentarsi con amici nelle apposite lobby, e cercare attraverso l'optimatch una sfida adeguata alle proprie abilità. La modalità prevede anche di poter utilizzare un atleta creato nell'apposito editor, ma l'assenza di limitazioni nei parametri fisici (presente invece nella modalità carriera) falsa consistentemente un'allettante opportunità. Nonostante tutto, ciò che ci interessa è la funzionalità dell'online. E fa piacere constatare come EA Sports abbia limato i problemi di lag che affliggevano le precedenti produzioni 360, salvo qualche occasionale scontro, le sessioni si sono rivelate fluide e altamente giocabili. Inutile dire che questa modalità allunga vertiginosamente la longevità del titolo, per sua stessa natura valorizzato dagli scontri tra giocatori umani.
Commento
L'ultima incarnazione del franchise boxistico di EA Sports esalta la componente estetica e livelli di assoluta eccellenza, scaldando il motore di Xbox 360 come attualmente pochi titoli riescono a fare. Le fondamenta ludiche si poggiano sulle solide basi dei predecessori, offrendo un modello che si pone in equilibrio tra esigenza simulativa e immediatezza arcade. Il sistema di controllo è semplice ma non privo di profondità, scongiurando lo smanettamento casuale ed offrendo al giocatore un interessante livello di personalizzazione. L'esauriente modalità Live è la proverbiale ciliegina sulla torta, che completa un prodotto fortemente consigliato agli appassionati, ma anche a chi si interessa per la prima volta alla nobile arte. Non mancano margini di miglioramento, soprattutto per una modalità offline poco diversificata ed eccessivamente abbordabile. Ciò non toglie alla produzione EA Sports lo scettro di migliore simulazione del genere. Ed un'occasione imperdibile per stupire gli amici.
Pro
- Grafica stupefacente
- Sistema di controllo intuitivo e personalizzabile
- Pieno supporto Live
- Modalità carriera migliorabile
- Un pò troppo facile offline
- Se proprio odiate la boxe...
EA Sports e la nextgen. La softhouse canadese ha dimostrato piu' di tutti l'efficacia dei propri motori grafici di nuova generazione, innovativi, stupefacenti, gia' ammirati in Fifa RTWC, Madden e NBA Live 06 nelle versioni 360. Ma l'encomiabile sviluppo tecnico non ha giovato al comparto ludico, fermamente ancorato ai vecchi canoni, se non regredito. I titoli sopracitati si distinguono infatti per i tagli drastici a modalità e opzioni, e raramente riescono ad eguagliare, sotto il comparto ludico, le versioni a 128 bit. Fight Night è pero' un caso molto diverso. Le precedenti versioni hanno evidenziato un costante miglioramento in termini di gameplay ed appetibilità estetica, ma sono stati i filmati mostrati allo scorso E3 a tracciare il vero salto generazionale. Una grafica letteralmente spaccamascella e l'attinenza allo sport reale, candidavano questa terza incarnazione del franchise come il punto di riferimento delle simulazioni di boxe. Oggi questa promessa è realtà tangibile, la versione definitiva approda su 360 dopo una demo a dir poco promettente, e fa faville. Possiamo parlare di vera nextgen? Decisamente sì.