Un idraulico ci salverà...
Evidentemente alla Difesa dovevano essere tutti in pausa caffè, perché quello che la trama non spiega è come sia stato così facile per i Sovietici penetrare il territorio americano in così poco tempo, quello invece che intuiamo dalle schermate di presentazione è che praticamente una reazione americana non c’è stata e gli Stati Uniti diventano territorio Sovietico nell'arco di meno di cinque minuti. Il regime appena instaurato tenta di riportare la stabilità con i mezzi consueti: legge marziale, esecuzioni sommarie, rastrellamenti e l'intera "intelligentia" giornalistica americana mandata in Alaska in campi di "rieducazione". A New York i soldati russi occupano le strade e gli edifici pubblici, la televisione trasmette solo notizie accuratamente “filtrate” e propugna un’informazione propagandistica e legata al regime, i giornalisti americani vengono inviati in Alaska in “campi di rieducazione”. Ma il nostro prode idraulico ha un piano e l’intero esercito russo dovrà fare i conti con lui.
Un idraulico ci salverà...
Ok, non è colpa mia se ogni volta che penso ad un idraulico mi viene in mente Mario, però accidenti, potevano trovargli un altro mestiere al nostro protagonista. Comunque sia questa è la trama di Freedom Fighters, o meglio: l’inizio. Edito da Electronic Arts per l’intero mercato videoludico (console e pc) questo titolo è un action arcade con una piccola marcia in più e qualche tocco di classe qui e là. Il tessuto del gioco è abbastanza semplice: esiste una base della resistenza dalla quale ricevete ogni volta una serie di missioni tra cui potete scegliere a piacimento, vi equipaggiate a dovere e partite. In genere, a parte alcuni obbiettivi secondari, dovrete localizzare in ogni missione un edificio chiave e arrampicarvi fino al palo che sostiene la bandiera Sovietica da sostituire con la Stars and Stripes. Gli obbiettivi secondari spesso consistono nello salvare prigionieri o nel far saltare determinate strutture militari con del c4. L’utilità di portare a termine i due compiti è duplice, infatti spesso per esempio vi verrà chiesto di far saltare le piattaforme di rifornimento degli elicotteri russi: questo vi eviterà in altre missioni successive di trovarvi con dei deliziosi Hind (vedi box per sapere che roba è) a volare sulla vostra testa. Inoltre l’esecuzione degli obiettivi secondari vi regalerà “carisma”. In ogni missione voi dovrete stare attenti alla barra dell’energia, ma anche a quella gialla del carisma sopraccitato; poiché in Freedom Fighters sarà possibile avere un certo numero di guerriglieri sotto il vostro diretto comando, più carisma avrete accumulato e più ne potrete comandare. I vostri uomini e voi stessi sarete armati in prevalenza con armi rubate ai soldati uccisi in combattimento, e anche la volta che sarete riusciti a costruire il vostro arsenale personale all’interno della base della guerriglia, esso sarà costituito da armamenti sovietici quali fucili AK47 e Dragunov, mitragliette Bizon, lanciarazzi RPG e così via. Fino ad arrivare alla classica Molotov, un po’ l’emblema di ogni rivolta popolare che si rispetti.
E' arcade, è tactical... che cavolo è?
Questo è uno degli elementi a sorpresa di FF. Pur essendo un arcade in terza persona avrete la possibilità di reclutare fino a dodici uomini da portarvi appresso, certo potrete impartire loro solamente tre comandi (seguimi, difendi la posizione, esplora/attacca), ma è innegabile che quest’elemento regali parecchia profondità al gioco, creando, anche grazie alla buona IA, situazioni tattiche molto interessanti. Infatti i vostri uomini godono di una certa autonomia di movimento rispondendo al fuoco se attaccati, cercando da soli i ripari durante gli spostamenti, coprendosi a vicenda e utilizzando gli elementi dello scenario, comprese le numerose mitragliatrici fisse. Non è raro vedere un manipolo dei vostri, mandati in avanscoperta, sfruttare ogni pietra per pararsi il fondoschiena mentre si avvicinano al nemico, individuare una postazione con mitragliatrice, spazzarne via il personale a fucilate e rivolgere la ferraglia contro il rimanente delle truppe nemiche. I russi ovviamente non sono da meno, sfruttano molto bene le coperture, fuggono se in difficoltà, si radunano intorno ai loro ufficiali, che ne organizzano i movimenti e gli attacchi. Così i fantaccini russi riescono a rappresentare una discreta sfida, anche perché oltre a essere intelligenti quasi quanto voi, vi surclassano di numero con proporzioni di cento a uno, non male eh? A volte, è vero, l’IA fa anche cilecca e forse la cosa salta molto all’occhio perché contrasta con dei momenti di grande brillantezza. Può capitare che i vostri si facciano spazzare via come cretini perché decidono di fare un picnic davanti a un carroarmato, oppure alle volte qualcuno dei vostri parte all’attacco di postazioni imprendibili, si va a cacciare in mezzo ad un biliardo di russi e viene selvaggiamente frullato come una pera… it happens. D’altra parte devo essere sincero e dire che non mi aspettavo tanta grazia da un giochino arcade apparentemente di basso profilo, di conseguenza queste pecche sono abbastanza trascurabili, a mio avviso.
I'm gonna take you, New York!
Tutto questo accade a New York invasa, le missioni sono molto spesso notturne e ci consentono di ammirare i discreti effetti di luce del motore grafico, che pur non essendo sofisticatissimo ha due grandi pregi: la leggerezza e la pulizia. FF è uno di quei giochi che girerà liscio e senza troppi problemi su qualsiasi sistema “pseudomoderno”e dotato di una scheda video decente. Nonostante le richieste hardware molto basse ci offrirà luci, ombre ed effetti atmosferici di un certo livello qualitativo, ok non siamo all’eccellenza, ma vedrete che ben si adatteranno alla grafica vagamente cartoonesca del gioco. In genere lo stile è piacevole, certo fa molto “console” e si vede chiaramente come FF sia stato progettato in primo luogo per PS2 e compagnia (vedi anche il sistema dei salvataggi, non libero, ma vincolato a determinati punti, come accade in Resident Evil per esempio), ma anche sul pc la sua discreta figura la fa, muovendosi anche con una certa fluidità di fps (frame per second).
I'm gonna take you, New York!
I livelli rendono bene i vari ambienti e strade della città sotto assedio, passeremo da strade chiuse con barricate sulle quali infuriano violenti scontri tra guerriglia e truppe di invasione, a uffici angusti dell’amministrazione newyorkese occupata fino al sottosuolo, terreno di gioco principale della resistenza americana. Interni ed esterni sono realizzati discretamente e mostrano un certo numero di dettagli, anche se non altissimo, lontano anni luce dal livello dei nuovi titoli in arrivo su pc, ma comunque sufficiente ed in accordo con il famoso stile cartoonesco che citavo prima. Altro punto di forza del motore sono le animazioni, in genere ben realizzate e decisamente d’impatto, con soldati che volano a destra e a manca schiantadosi sulle pareti in caso di esplosione o che si accasciano in maniera realistica sugli oggetti dello scenario, ogni tanto ci sono dei problemi di compenetrazione dei poligoni, ogni tanto, specie in situazioni anguste, la nostra visuale va in vacca e la telecamera impazzisce, in questi casi, mentre voi vi riprendete, mandate avanti i vostri uomini a fare il lavoro sporco.
Suoni della città.
Alla grafica discreta si affianca un ottimo sonoro, voci, armi e suoni della città in genere, sono di ottimo livello. Non ci troviamo davanti il solito audio pompato in stile hollywoodiano, ma tutte le armi, nonostante non ci sia il campionamento ultra accurato di titoli come Raven Shield, risuonano nelle strade in maniera alquanto realistica. Anche le voci e le urla dei soldati nemici sono rese molto bene e l’implementazione dell’EAX è decisamente molto buona e suggestiva, soprattutto quando ci si ritrova ad urlare ordini in una avenue deserta, con i palazzi che riflettono il suono intorno a noi e magari il crepitio della neve caduta sotto i nostri anfibi che accompagna le manovre della squadra. Bello. La musica merita una menzione a parte. Tra cori russi e basi di elettronica contemporanea, il compositore Jesper Kyd ha ricreato a tratti un’atmosfera cupa, un po’ alla Fincher per intenderci, senza svaccare in marcette militari d’ordinanza e robaccia simile. D’altronde da un veterano come lui, sue infatti le colonne sonore di titoli quali Messiah o Hitman2, non potevamo aspettarci nulla di meno di un lavoro praticamente perfetto.
Ancora sulla storia e si chiude.
Supportata da una buona realizzazione tecnica la trama si sviluppa bene ed in maniera sufficientemente interessante, anche se a tratti un po’ scontata. Diciamo che messo a video diventerebbe un bel tv movie e non molto di più, ma il finale quasi aperto se non altro ci fa sperare al seguito di rito che potrebbe chiudere qualche buchino lasciato aperto nell’intreccio narrativo (non vi dico nulla, scopritelo da voi). In ogni caso le sequenze intermedie sono girate molto bene ed in maniera originale, le animazioni facciali dei personaggi accompagnano bene i dialoghi e rendono i protagonisti decisamente vivi sul nostro monitor. I dialoghi sono veloci, fluidi, credibili e ben costruiti sui personaggi che li pronunciano ed esiste anche una certa ironia di fondo, molto da b-movie americano, che però non guasta mai.
Ancora sulla storia e si chiude.
Pollice alzato per questo titolo, che risente di qualche insufficienza tecnica. Sarebbe bastato ritoccare il motore grafico sul problema di alcuni effetti di bad clipping e sistemare il funzionamento della visuale in alcune inquadrature per renderlo un piccolo gioiellino. Magari potevano anche dare una spintarella all’IA, anche se in generale se la cava più che bene. In un mondo di FPS un bel gioco in terza persona mi mancava, così come un prodotto che possedesse un ambientazione un minimo differente rispetto alle solite Seconde Guerre Mondiali, Vietnam e così via. Il voto ovviamente risente delle mancanze di cui sopra, ma non preoccupatevi: se cercavate un titolo d’azione con un pizzico di profondità questo titolo è decisamente da comprare e vi terrà per un bel po’ incollati al monitor tentando la liberazione di New York. Attenti, però, una volta finito difficilmente lo riprenderete in mano e mancando totalmente la modalità multiplayer non avrete grandi motivi per rigiocarvi l’intera campagna single. Non si capisce perché mai EA abbia incluso il multy nelle versioni console mentre in quella pc (supporto principe del gioco in rete) questa modalità sia del tutto assente. New York si libera una volta sola purtroppo, ma non provarci potrebbe essere un peccato.
Pro:
- Leggero per il vostro pc
- Action ma con un minimo di tattica
- Audio d’eccezione
- Estremamente divertente da giocare
- Trama sufficientemente brillante
- Varietà di locazioni
- Niente multiplayer per la versione pc
- Alcuni problemini grafici
- Ogni tanto l’IA sonnecchia
- Difficilmente rigiocabile
- Forse un po’ troppo corto
Hind questo sconosciuto
Compare ben più d'una volta durante la campagna di Freedom Fighters e ogni volta sono guai. Fino agli anni ottanta era uno dei più temibili aereomobili a disposizione dell'arsenale sovietico: il Mi-24 Hind, un elicottero d'assalto, una vera e propria cannoniera volante in grado di portare anche otto uomini allo scopo di effetturare inserimenti di team speciali in zone ad alto rischio. Un vero mostro di oltre 20 metri di lunghezza, in grado di viaggiare oltre i 330 chilomtrei orari portando con sè una mitragliatrice 12.7 a 4 canne, un numero imprecisato di razzi da 57 mm e una manciata di missili anticarro. Quando lo vedete girare per le strade di N.Y. assicuratevi di avere un lanciarazzi Rpg con voi, altrimenti datevela a gambe! 22