La novità strutturale di maggior rilievo è sicuramente l’implementazione, per la prima volta in questa serie, di una componente in singolo che soddisfa la giustificata curiosità dei fan a riguardo del background dell’universo di Tribes. Non pensate quindi ad una sorta di training-tutorial (se pur in fin dei conti, svolga comunque anche questa funzione) con i soliti bot per prendere dimestichezza con i comandi ma ad una vera e propria avventura con tanto di trama e scene di intermezzo, in cui si intrecceranno le storie di 6 personaggi diversi (tra cui alcuni piuttosto “peculiari” ma non vi dico di più perché non vi voglio rovinare la sorpresa), componenti delle varie “tribes” (e non solo) e dove non mancheranno alcune variazioni sul tema piuttosto interessanti come alcuni livelli in cui non avremo a disposizione neppure una misera bocca da fuoco.
La componente in singolo è una vera e propria avventura con tanto di trama e scene di intermezzo
La narrazione si strutturerà cronologicamente nell’arco di due generazioni (con al centro le vicende delle due principesse, madre e figlia, Victoria e Julia) e finalmente scopriremo il perché dei conflitti fra impero e tribù. Non mancheranno colpi di scena e sorprese sconvolgenti se pur il livello del plot non sia proprio ai massimi livelli. Nonostante questo le 10-15 ore di cui avrete bisogno per completare la campagna, scorrono via decisamente bene grazie ad una buona varietà di situazioni e lo scripting degli avversari si dimostra qualitativamente elevato anche per una intelligenza artificiale adeguata.
Certamente però è la componente multiplayer su cui si poggia Tribes per catalizzare l’attenzione della comunità videoludica Pcistica. Rimandandovi al box dedicato alle varie modalità previste per le 15 mappe presenti (speriamo che ne rendano disponibili altre a breve…), passiamo alla caratteristiche principali del fraggamento firmato Sierra. Come già scrissi in sede di anteprima, qui ribadisco che l’utilizzo del jetpack, “marchio di esclusività” di Tribes, fa ancora la differenza con gli altri FPS on line. Non è solo la bellissima sensazione di libertà che si prova nel volare senza bisogno di alcun mezzo meccanico, ma tale elemento va ad influire in modo decisivo nella modalità delle battaglie stesse: certo, non mancano momenti in cui cercherete di esaurire più caricatori possibili contro l’avversario,
ma la libertà di azione data dal jetpack porta ad un battagliare molto più raffinato e che richiede un gioco di squadra strategicamente molto avanzato.Se poi aggiungiamo un ottimo arsenale di armi e mezzi (in entrambi i casi, arricchiti di elementi inediti), la varietà che tre diversi tipi di armature (light, medium, heavy) possono dare, le possibilità ulteriori che gli stivali antiattrito ci danno per scivolare su vari elementi anche in combinazione con il jetpack, potete facilmente capire che Tribes Vengeance ha centrato in pieno l’obbiettivo di proseguire l’unicità già tanto apprezzata nei precedenti capitoli. Qualche perplessità nasce forse proprio dalle 5 modalità che non offrono un alto tasso di innovazione rispetto ai concorrenti.
Tribes Vengeance ha centrato in pieno l’obbiettivo di proseguire l’unicità già tanto apprezzata nei precedenti capitoli
Come giocare in compagnia a Tribalwar
Siete pronti a diventare i protagonisti di TribalWar, lo sport più seguito del 35esimo secolo? Se la risposta è positiva sappiate che potrete fraggare in compagnia di altri 31 giocatori (esclusivamente umani: nessuna possibilità di inserire bot) al massimo in 5 modalità diverse che vi vado a presentare
Arena: Dietro questo nome si nasconde il più classico dei death match a squadre suddiviso però in vari round. Al momento della vostra eliminazione, dovrete aspettare così quello successivo… Così tanto per far crescere in voi la vostra furia assassina.
Ball: Chiaramente ispirato alla modalità presente in Unreal Tournament, con Ball, Tribes Vengeance si trasforma in una palla a mano decisamente violenta in cui dovremo segnare nella porta dell’avversario facendoci strada tra giocatori a cui il fair play interessa ben poco…
Fuel: Raccogliete i contenitori di carburante (fino ad un massimo di 15) sparsi nella mappa di gioco e riportateli il più velocemente possibile nel deposito senza farvi ammazzare visto che altrimenti questo penalizzerà il punteggio della vostra compagine.
Capture The Flag: C’è ben poco da dire sul cattura bandiera, la modalità di gioco più apprezzata e popolare dal popolo “tribale”. Posso solo confermarvi che la supremazia sulle altre varianti è ben visibile osservando i vari server di gioco.
Rabbit: Variante del Capture The Flag, dovrete provare a mantenere lo stendardo il più tempo possibile mentre tutti gli altri vi daranno la caccia come dei poveri coniglietti impauriti…
Tribes contro tutti
Giunti all’aspetto audiovisivo, ci ritroviamo nel difficile compito di dare un’accezione valoriale a quello che vediamo e ascoltiamo quando gira sui nostri PC Vengeance. La difficoltà nasce dal fatto di considerare l’opera di Irrational Games come prodotto a sé stante o in confronto con altri titoli simili. Nel primo caso, le tribù fanno un’ottima figura grazie soprattutto ad alcuni effetti visivi come il fumo emesso dai jetpack in partenza e le scie luminose colorate mentre saremo in volo che danno un tocco di glamour veramente piacevole. Oltretutto la fisica delle interazioni si mantiene su livelli molto elevati a cui vanno aggiunte le ottime animazioni dei contendenti.
Se ci poniamo nell’ottica di paragonarlo ad Half Life 2 e Doom 3 sotto il profilo tecnico, il gioco di Sierra esce piuttosto ridimensionato
Ma se ci poniamo nell’ottica di paragonare TV agli autentici mattatori della stagione quali Half Life 2 e Doom 3, il gioco di Sierra esce piuttosto ridimensionato soprattutto per quanto riguarda le texture con cui sono stati costruiti gli ambienti, decisamente sottotono e neppure confrontabili con gli “oggetti di culto” appena citati. Altro problema è la notevole somiglianza estetica che il gioco ha con Unreal Tournament 2004 (oltre ad avere in comune il motore grafico di gioco, l’Unreal Engine nella versione 2.5): qualcuno potrebbe ribattere che Epic abbia preso in prestito nel passato alcuni elementi proprio da Tribes ma oggi UT è un punto di riferimento per il multiplayer su PC e quindi una maggiore diversificazione visiva sarebbe stata auspicabile, anche per non far passare Tribes, agli occhi dei giocatori meno esperti, una sorta di clone della produzione Atari. Breve nota sul sonoro che si mantiene su livelli adeguati con delle composizioni musicali in linea con il genere di appartenenza. Peccato per la mancanza totale di localizzazione (neppure nei sottotitoli) a cui purtroppo Vivendi Universal Italia ci sta abituando...
Commento
Prendere un titolo così importante generato da altri e dargli nuova linfa non era affatto un compito facile ma gli Australiani di Irrational Games sono riusciti in gran parte nel loro obbiettivo. Tribes Vengeance conferma l’unicità del gameplay della serie che dopo tanti anni conferma di avere dei tratti somatici univoci (l’uso del jetpack in primis), per il momento non ancora replicati da altri che hanno deciso di muoversi su altre coordinate. L’inserimento di una vera componente in singolo, decisamente apprezzabile sotto ogni punto di vista, le novità in fatto di armi e mezzi ed una realizzazione tecnica ricca di tocchi di classe (a partire dalle scie colorate che lasciano i jetpack… sublimi!) sono l’ottima “dote” che i programmatori hanno portato a questo nuovo capitolo aspettato da molti anni. D’altra parte però non possiamo non prendere in considerazione il fatto che Tribes Vengeance esce in contemporanea con gli autentici mattatori della stagione quali Half-Life 2 e Doom 3 con cui un paragone tecnico è sconfortante per la creatura di Irrational, soprattutto per quanto riguardo il dettaglio delle texture con cui sono stati costruiti i vari ambienti di gioco. L’eccessiva somiglianza estetica con Unreal Tournament 2004 e la poca innovazione nelle modalità multiplayer sono gli altri due punti deboli per un titolo che comunque ci sentiamo caldamente di consigliare per la sua unicità ed il suo alto valore ludico nel senso più stretto del termine. We’re tribes, We’re tribes, We’re tribes generation!
- Pro:
- Tribes rimane unico nel panorama degli FPS online
- Modalità in gioco singolo decisamente apprezzabile
- Alcuni elementi estetici pregevoli
- Contro:
- Tecnologicamente indietro rispetto ai nuovi mostri sacri (Half Life 2 e Doom 3)
- Visivamente troppo somigliante ad Unreal Tournament 2004
- Modalità di gioco non troppo innovative
Tremate, tremate, le tribù son tornate! E si, è proprio così: dopo un’attesa durata molti anni, il noto brand Dinamix (che nel frattempo ha purtroppo cessato di esistere) torna nei nostri case per un’altra avventura a base di jetpack e shooting. Come in molti di voi già sapranno, Vivendi ha affidato la realizzazione di Vengeance agli australiani di Irrational Games, noti al grande pubblico grazie ad alcuni ottimi lavori compiuti come System Shock 2 e Freedom Force. Cosa fare allora quando si ha fra le mani la grande responsabilità di portare avanti una serie che conta una grossa nicchia di appassionati molto affezionata e fedele? Scopriamo subito come si sono mossi i programmatori della terra dei canguri…