Il tempo fugge
La caratteristica principale di Timeshift, in maniera piuttosto ovvia dato il titolo del gioco, è costituita dalla totale possibilità di controllare il flusso temporale, rallentandolo, fermandolo o portandolo indietro, in una modalità abbastanza simile a quanto visto in Prince of Persia, senza però avere la possibilità di tornare indietro dalla morte e di fare in modo che le proprie azioni vengano influenzate dagli effetti temporali alterati: in parole povere, le potenzialità della tuta opereranno sull’ambiente circostante, nemici inclusi, lasciando pressoché immutati i movimenti del nostro alter-ego virtuale, che avrà però la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio la situazione creatasi. Saper combinare al meglio i poteri offerti dalla tecnologia del futuro è quindi la chiave per avere successo all’interno del gioco, sia per quanto riguarda gli scontri a fuoco che per gli enigmi: per fare ciò, è possibile affidarsi alla pressione di un tasto unico, attraverso il quale l’IA del gioco sceglie quale delle 3 abilità utilizzare (non senza qualche pecca a dire il vero), togliendo però il divertimento al giocatore di azzeccare il potere migliore per fronteggiare la situazione che si trova davanti, oppure di combinare in maniera intelligente tali specialità. Il sistema di controllo non aiuta però molto il giocatore nel controllo manuale, presentando un sistema troppo farraginoso per la velocità d’azione richiesta dai combattimenti, legato a molte pressioni obbligate dei tasti, uno per potere, frutto probabilmente di un design inizialmente concepito più per i joypad che per la combinazione mouse-tastiera, rendendo di fatto TimeShift uno dei pochi FPS, forse l’unico, maggiormente giocabile su console piuttosto che su PC.
L’utilizzo della tuta non è illimitato, in quanto è ovviamente presente una barra energetica, consumata la quale l’intera attrezzatura ha bisogno di un determinato periodo di ricarica, per cui la scelta e soprattutto i tempi di utilizzo dei poteri vanno effettuati con la massima attenzione, pena il ritrovarsi circondati da nemici tanto arrabbiati quanto armati fino ai denti. Un’altra caratteristica della tuta coinvolge proprio gli scontri a fuoco, visto che essa è in grado di proteggere e rigenerare lo scudo protettivo e le condizioni vitali, senza quindi dover giocare stando a pensare a medicine o roba simile in grado di aumentare l’energia vitale, ma semplicemente tentando di ripararsi nei momenti peggiori per permettere alla tuta di ristabilire la propria energia. Molto carini risultano essere anche gli intermezzi in cui fermando il tempo è possibile rubare l’arma al nemico, che successivamente rimarrà sorpreso chiedendosi come gli sia scomparso il fucile dalle mani.
Ruotando, TimeShift, interamente intorno alle possibilità aperte dall’utilizzo della tuta, è lecito aspettarsi oltre che spettacolari azioni di gioco, anche una varietà di situazioni al suo interno: in questi termini purtroppo Saber Interactive non riesce a convincere pienamente, dato che a parte la fase iniziale di conoscimento del gameplay, in seguito certi tipi di enigmi e modalità di combattimento non si presenteranno più come nuove, lasciando che l’appeal del gioco cali un po', complice anche una piccola mancanza di immedesimazione nei panni del personaggio principale, di cui come detto in precedenza, addirittura non si conosce nemmeno il nome. A conti fatti poi, un titolo non può certamente contare su di un singolo aspetto, seppur così importante e fondamentale come in questo caso, per attrarre a sé porzioni di un mercato come quello degli FPS, agguerrito in questo periodo come forse mai lo è stato in precedenza: osare un pochino di più tentando di innovare anche in altri aspetti delle meccaniche di gioco sicuramente non avrebbe guastato.
Commento
Inizialmente nato come titolo di seconda fascia, TimeShift paga in parte dazio proprio per il suo travagliato processo di sviluppo, che ha visto cambi in tutti gli aspetti legati al gioco, dal publisher all’ambientazione: da un’idea che si dimostra comunque più che buona e abbastanza inesplorata nel campo degli FPS, ne risulta un titolo che osa troppo poco in quegli aspetti che avrebbero potuto distaccarlo dai canoni classici del proprio genere, a cui rimane purtroppo troppo legato, risultando alla lunga ripetitivo pur essendo in grado di divertire comunque molti, soprattutto quanti sapranno apprezzare i poteri della tuta speciale chiudendo un occhio sul sistema di controllo. Saber Interactive dimostra attraverso TimeShift di poter comunque dire la sua nel concorrenziale campo degli shooter in prima persona, pur senza essere in grado di contrastare attesissimi mostri sacri dello stesso genere in uscita proprio di questi tempi. Inoltre il multiplayer di Timeshift merita senz'altro di essere provato da chiunque, viste le simpatiche e indovinate introduzioni del team di sviluppo all'interno del gameplay via rete.
Pro
- Grafica e audio più che buoni
- Controllare il tempo è molto divertente
- Ottima modalità multiplayer
- Controlli manuali del tempo scomodi
- Troppo poco originale
- Trama lacunosa
E il resto?
Il gameplay di TimeShift si inserisce a pennello in quelle classiche del suo genere d’appartenenza, risultando quindi, controllo del tempo a parte, un prodotto valido ma non in grado di offrire quella ventata d’originalità da tanti videogiocatori richiesta oggigiorno: l’arsenale a nostra disposizione si compone di un massimo di 3 armi da portare con sé contemporaneamente, per cui sarà necessario tentare di diversificare quelle presenti nei nostri slot, cercando di avere sia fucili da combattimento ravvicinato sia altri per affrontare nemici dalla lunga distanza. Dal punto di vista della composizione, le armi si mostrano come ibridi tra fucili moderni e non, mantenendo spesso una base fatta di proiettili ma dal design abbastanza futuristico, dotate di fuoco primario e secondario secondo i classici canoni FPS, senza dimenticare le granate. Dal punto di vista delle battaglie, molto spesso ci ritroveremo ad affrontare un numero abbastanza nutrito di avversari, contro i quali sarà fondamentale saper usare sia le armi, le cui munizioni non abbondano quasi mai, sia la tuta per il controllo del tempo, che come detto in precedenza riveste un ruolo fondamentale all’interno del gioco. Qualche parola più che positiva la merita il multiplayer, dove sono presenti, oltre alle modalità classiche, anche alcune derivate dall'adattamento dei controlli temporali alle partite con più giocatori umani: la più divertente è sicuramente quella in cui un solo giocatore ha effettivamente la possibilità di usare i poteri della tuta, ma si trova da solo a combattere contro tutti gli altri. Per evitare di dare i poteri speciali a tutti i partecipanti delle partite multigiocatore, i programmatori hanno inoltre ben pensato di introdurre nella modalità online delle speciali granate attraverso le quali alterare il flusso del tempo solo in una determinata area della mappa e per pochi istanti, andando così a creare una meccanica di gioco che pur avvicinandosi a quella del single player va ad inserirsi alla perfezione nel contesto del match via rete.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista della realizzazione tecnica, TimeShift si comporta in maniera egregia, mostrando che Vivendi ha visto bene nel pretendere del lavoro aggiuntivo da parte di Saber Interactive, team che dal canto suo ha saputo approfittare della situazione per tirare fuori un titolo in grado di recuperare quel gap prestazionale denunciato dal publisher. Gli effetti grafici legati all’utilizzo dei poteri sono molto ben realizzati e adatti alla rappresentazione distorta del flusso temporale, così come in generale non ci si può assolutamente lamentare del livello di dettaglio, sia che ci si riferisca agli oggetti, sia ai nemici. Un particolare del gioco che forse farà storcere il naso a qualcuno è legato proprio all’implementazione di un dettaglio grafico abbastanza splatter, con amputazioni varie condite da arti e teste volanti, oltre a qualche schizzo di sangue visibile proprio davanti agli occhi del protagonista, probabilmente voluto proprio per rendere più verosimile l’idea realizzativa alla base della beta suit, creata per essere completamente avvolgente dalla testa ai piedi. Dal punto di vista del gameplay, un po' fastidioso risulta essere l'effetto grafico che si attiva nel momento in cui l'energia vitale è bassa: lo schermo si copre di rosso progressivamente impedendo al giocatore di distinguere in maniera soddisfacente gli elementi a video. Anche l’audio risulta essere di buona fattura, facendo leva su un ottimo doppiaggio, oltre ai classici effetti audio legati a esplosioni, spari e così via.
Saber Interactive dimostra attraverso TimeShift di poter comunque dire la sua nel concorrenziale campo degli shooter in prima persona
PC - Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi
- Processore: Intel Pentium 4 2.0 GHz o AMD equivalente
- RAM: 1 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce 6600 o ATI Radeon x700
- Scheda audio: compatibile con DirectX 9.0c
- Hard Disk: 8 GB di spazio
- DVD: Lettore DVD 8x
- Processore: Intel Core2 Duo E6400 / AMD Athlon 64 X2 4200+
- RAM: 2 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce 8600 256 MB o ATI equivalente
- Processore: AMD Athlon 64 X2 3800+
- RAM: 2 GB
- Scheda video: NVIDIA GeForce 7900 GT
TimeShift è disponibile su PC e Xbox 360 e sarà disponibile su PlayStation 3.
La versione testata è quella PC.
TimeShift è il classico titolo rinviato nel corso del tempo, a tratti addirittura a un passo dall’essere cancellato, per poi trovare un nuovo publisher e, di conseguenza, nuova speranza di vita insieme ad esso. Inizialmente previsto sotto il marchio Atari, il titolo di Saber Interactive è successivamente finito tra le mani di Vivendi, che in occasione dell’annuncio dell’acquisizione dei diritti di TimeShift comunicò anche che il gioco avrebbe subito cambiamenti e migliorie per farne un titolo di prima linea, fugando così i dubbi rimasti sull’abbandono dello sviluppo del gioco: i motivi di tale decisione furono individuabili, per stessa ammissione del nuovo publisher, nell’impossibilità della fatica di Saber di “sopravvivere nel mondo post Unreal Engine 3”, oltre all’ambientazione di tipo steampunk, in cui Vivendi non credeva molto, cambiata e resa più vicina al sempre più in voga sci-fi matrixiano.
La storia narrata in TimeShift ha inizio nell’era post-moderna, era in cui gli scienziati sono riusciti a viaggiare nel tempo attraverso speciali tute chiamate alpha e beta suit: proprio grazie a una di queste Aiden Krone, il cattivone di turno, torna indietro nel tempo senza far ritorno al presente, alterando il corso degli eventi storici e riuscendo a diventare una sorta di dittatore totale. E’ a questo punto che il protagonista, un altro misterioso scienziato (anche troppo misterioso, con conseguente deficit di carisma del personaggio, di cui addirittura non si sa nemmeno il nome) decide di tornare indietro nel tempo per fare chiarezza su quanto Krone ha fatto nel passato, cercando di riportare la popolazione alla libertà unendosi all’esercito di rivoltosi, coi quali elementi si troverà spesso a combattere fianco a fianco. Diciamo subito che la trama in TimeShift non è una delle feature principali del gioco, presentandosi lacunosa e lasciando quasi subito ampio spazio alle armi, piuttosto che ai dialoghi dei personaggi.