Le vie dei samurai sono (quasi) infinite
Way of the Samurai ruota attorno ad una struttura narrativa solo in apparenza scarna e priva di attrattiva: il giocatore interpreta infatti il ruolo di un ronin (termine che indicava i guerrieri nipponici senza un padrone) che, giunto nell’apparentemente pacifico villaggio di Rokkotsu, viene immediatamente coinvolto in una guerra fra clan per il possesso del territorio. Fin qui nulla di trascendentale. Ma la potenza del titolo Acquire risiede nell’ampia libertà decisionale offerta all’utente e delle diverse ripercussioni che le scelte di quest’ultimo portano allo sviluppo narrativo. In parole povere, Way of the Samurai permette al giocatore di scegliere letteralmente il percorso da far seguire al proprio alter-ego digitale, lasciandolo libero di decidere autonomamente se ingaggiare o meno un duello, se unirsi ad una o ad un’altra fazione, o ancora se tradire i propri compagni o rimanere fedele alla causa. Le varie possibilità di azione si presentano all’utente all’interno dei dialoghi con i vari personaggi presenti all’interno dell’avventura; le conversazioni con la popolazione rivestono dunque il doppio, importantissimo ruolo di rendere nota la trama al giocatore (che inizialmente è totalmente, e volutamente, estraneo ai fatti) e di permettergli di decidere il proprio percorso attraverso un sistema di risposte multiple. Inutile dire che differenti scelte portano ad altrettanto differenti sviluppi della trama, che a loro volta conducono ai sei diversi finali disponibili. A seconda della propria condotta nel gioco, inoltre, l’utente è premiato con diversi generi di extra, come nuovi abiti, armi e volti per il proprio personaggio, personalizzabile all’inizio dell’avventura proprio attraverso questi parametri. La scelta di rendere disponibili al giocatore simili incentivi a rigiocare più volte l’avventura non è di certo casuale: dal punto di vista narrativo, le vicende del villaggio di Rokkotsu si esauriscono in due giorni, equivalenti indicativamente a due ore di gioco. Esatto, Way of the Samurai si finisce in un paio d’ore. Ma proprio per deliberata scelta degli sviluppatori di Acquire, il cui fine è di spronare l’utente a rigiocare più e più volte il proprio prodotto, di modo da esplorare ogni diverso sviluppo narrativo e sperimentare tutte le possibili “vie” del samurai.
L’onore e l’onere
Punto focale di Way of the Samurai è il sistema di combattimento che gestisce i frequenti scontri all’arma bianca che scandiscono il naturale progresso narrativo del titolo Acquire. Vagamente simili a quanto già visto in Bushido Blade, i duelli in Way of the Samurai si rivelano discretamente “tecnici”, fortemente incentrati sullo sfruttamento della parata e dello sbilanciamento dell’avversario, e decisamente lontani dagli slash’em up più basilari (come ad esempio Onimusha). Inizialmente equipaggiato con una semplice spada e un set decisamente scarso di mosse, il giocatore può, nel corso dell’avventura, raccogliere nuove armi e potenziarle dal fabbro del villaggio, nonché imparare una vasta serie di colpi effettuabili attraverso combinazioni di tasti nel più classico stile beat’em up. Sempre in favore del replay value, armi e mosse guadagnate in una partita possono essere utilizzate dall’inizio in quella successiva. Come si è potuto vedere sino a questo momento, dunque, Way of the Samurai è un titolo concettualmente di estremo fascino, purtroppo minato all’atto pratico da una lunga serie di pecche su cui è impossibile sorvolare. Innanzitutto, il titolo Acquire è orfano di una veste grafica all’altezza dell’hardware su cui è sviluppato: pop-up, drawn in, texture scialbe, movenze legnose e modelli poligonali spigolosi non sono certo un piacere per l’occhio, così come non lo sono i terrificanti anacronismi storici causati dal look di molti personaggi (samurai con pettinatura afro, oppure vestiti di giacche in pelle alla Squall Leonheart, o ancora ninja con dreadlock e maglie aderenti e combattenti bionde con scollatura, tacchi alti e fioretto non sono esattamente ciò che ci si aspetta da un titolo ambientato nel periodo Meiji). Poco curato anche il comparto sonoro, ridotto al minimo nelle fasi di esplorazione e colpevole di un assurdo accompagnamento musicale rock durante i combattimenti. Ma non basta: Way of the Samurai soffre anche di una pessima traduzione in inglese, di un sistema di salvataggio terrificante, di uno scenario fin troppo limitato, di un lock-on degli avversari fallace e di una caratterizzazione dei personaggi superficiale.
Conclusioni
Way of the Samurai è, in conclusione, un titolo costruito attorno ad un ottimo concept, che, a causa dei non pochi difetti sopraelencati, non riesce a raggiungere un livello qualitativo degno dell’eccezionalità dell’idea di base. Ci si ritrova dunque fra le mani un titolo appena discreto, che non può non instillare nell’utente un profondo rammarico per la clamorosa occasione sprecata da Acquire, che tuttavia ha saputo dimostrare nuovamente la propria indiscutibile vena creativa. Ora non rimane che sperare che nel suo prossimo titolo il team nipponico riesca a coniugare un buon concept a una realizzazione tecnica e stilistica all’altezza.
- Pro
- Concept originale e decisamente accattivante
- Sistema di combattimento curato
- Alto replay value
- Contro
- Realizzazione tecnica assolutamente non all’altezza
- Deprecabili scelte stilistiche
- Sistema di controllo e di salvataggio scomodi
- Caratterizzazione dei personaggi poco ispirata
Dopo i pregevolissimi exploit con Tenchu e relativo seguito su PSX, lo sviluppatore nipponico Acquire inaugura il proprio percorso sul monolito nero Sony con un titolo che, al pari dell’ormai celeberrimo “simulatore di ninja”, si propone come un’esperienza di gioco assolutamente atipica. Non è un caso, infatti, che questo Way of the Samurai sia stato distribuito in Europa dall’etichetta Eidos Fresh Games, nata appositamente al fine di promuovere nel vecchio continente prodotti nipponici dal concept originale. Ma per quanto indubbiamente carico di un gran numero di idee innovative, Way of the Samurai non riesce nell’impresa di convertirle del tutto in un videogame completamente appagante.