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Benevenuti a Sarajevo

Quali sono le ultime feature rivelate del multiplayer di Medal of Honor: Warfighter?

PROVATO di Matteo Santicchia   —   15/08/2012
Medal of Honor: Warfighter
Medal of Honor: Warfighter
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Lo avevamo già testato all'E3 di Los Angeles, ma qui alla GamesCom 2012 abbiamo avuto la possibilità di provare due nuove modalità del multiplayer di Medal of Honor: Warfighter. Due tipologie di gioco diametralmente opposte, tanta la differenza nelle dinamiche che si sono sviluppate in una mappa ambientata all'interno del distrutto stadio di Sarajevo. Con Home Run due squadre da sei si dividono tra accattanti e difensori in uno spazio davvero angusto. Lo scopo è quello di rubare una bandiera e portarla al proprio punto di partenza. Non c'è respawn, chi muore deve aspettare la fine del turno.

Benevenuti a Sarajevo

La porzione dello stadio di Sarajevo a disposizione è paragonabile come dimensioni alla celeberrima Nuke Town di Call of Duty: solo un muro e un paio di corridoi separano le due squadre. Nessuna frenesia, nessun assalto all'arma bianca ha accompagnato lo svolgersi dei dieci turni previsti. Senza poter rinascere il tutto è diventato una sorta di rimpiattino tra soldati armati di tutto punto, tentando di azzeccare il punto di arrivo degli attaccanti per preparare una bella imboscata. Molto tattico insomma, quasi una sorta di partita a scacchi, con giocatori che cautamente si spostavano di copertura in copertura, timorosi di un letale headshot.

Il mio compagno

Un gameplay del genere sembra quindi fatto apposta per le abilità peculiari di ogni singola classe. Ad esempio il demolitore russo Speznatz può indossare un elmetto balistico, entrando nella cosiddetta Tank Stance, grazie al quale può incassare più colpi e quindi fungere da apripista per sortite avventurose "fuori porta". L'operatore americano Spec Ops può attivare il sensore ad infrarossi per vedere per pochi secondi i nemici dietro coperture o al buio. L'ideale per girare l'angolo o per prevenire imboscate. E si è invece dall'altra parta della barricata, il treppiede del mitragliere SAS inglese può fare la differenza con il suo letale e preciso fuoco di soppressione. Più vicino a una modalità di gioco "normale" è Hot Spot. Quel che resta dello stadio di Sarajevo e gli ampi spazi adiacenti vedono questa volta due squadre da dieci lottare per diversi obiettivi dinamici sparsi per la mappa, con il solito tran tran di bombe da innescare o disinnescare, luoghi caldi da difendere e così via.

Benevenuti a Sarajevo

Date le dimensioni generose abbiamo visto alla prova tanto le azioni di supporto(UAV, fumogeni e via discorrendo) quanto quelle offensive, come colpi di mortaio, missili e il solito A-10, ma soprattutto siamo tornati a sperimentare il Buddy System, che permette al giocatore di essere in simbiosi con un'altro, sempre visibile mediante una silhouette verde e che in caso di uccisione del compagno può riportarlo in vita istantaneamente se uccide chi lo ha colpito, senza dimenticare la possibilità del respawn alle sue spalle. Tornando a parlare della mappa, Sarajevo ha senza dubbio un bel level design, col suo mix equilibrato tra spazi ampi e zone più strette per scontri all'ultimo sangue ravvicinati e dalla distanza, con in più un buon numero di passaggi defilati e zone nascoste per soprendere alle spalle gli avversari. Azzeccato anche lo sviluppo verticale, non tanto per strutture molto alte dove darsi al libero cecchinaggio, quanto per salite e piccole collinette che caratterizzano tutta la mappa. Medal of Honor: Warfighter continua quindi a farci una buona impressione. Se il primo capitolo difettava un po' in personalità, stretto com'era tra il "papà" dell'epoca Bad Company e il solito competitor Call of Duty, questa volta Danger Close sembra proprio aver risolto alla radice questa mancanza. Medal of Honor: Warfighter ha quindi tutte le carte in regola per mettere in scena un comparto multiplayer di grande impatto, grazie anche ai muscoli di un motore come il Frostbite 2 che seppur non messo alla frusta dalla distruzione ambientale totale ci ha colpito per la pulizia generale e per dei modelli davvero dettagliati capaci di distanziare visivamente in modo tangibile i diversi corpi speciali sul campo.

CERTEZZE

  • Tecnicamente molto valido
  • Modalità di gioco ben sviluppate
  • Abilità peculiari di ogni classe azzeccate

DUBBI

  • Vogliamo conoscere al più presto tutta l'offerta multiplayer nel dettaglio