Guardando le immagini di Bionic Bay, di Psychoflow Studio e Mureena Oy, viene subito in mente Limbo, o Inside o qualsiasi altro gioco simile che abbiate giocato negli ultimi anni. Si tratta però di un inganno percettivo perché, come vedremo, siamo di fronte a un'esperienza completamente diversa, costruita intorno alla fisica e ai poteri del protagonista, che punta tutto sulla velocità di esecuzione e sui riflessi del giocatore. Non per niente dietro al progetto c'è Juhana Myllys, già autore dei puzzle platform Badland, che hanno più di un punto di contatto con il nuovo gioco, lì dove, invece, la relazione con le opere di Playdead e affini è più rarefatta.
Un mondo surreale
Per prima cosa va fatta una premessa: Bionic Bay dà il meglio di sé come esperienza estetica, ossia affascina finché scorre sullo schermo senza bloccare il giocatore, che può così lasciarsi travolgere dalla bellezza della composizione degli scenari, dalle scelte cromatiche di stampo espressionista e dal fluire dei livelli che sono tutti, a loro modo, degli spettacoli surreali da ammirare. In questo senso il fatto che la difficoltà non diventi mai proibitiva è da considerarsi un pregio, nonostante nei livelli avanzati ci siano dei passaggi più complicati, in cui bisogna muoversi con un tempismo perfetto per superare i vari ostacoli.
Comunque sia, il sistema di checkpoint è estremamente permissivo, ossia non costringe mai il giocatore a ripetere dei puzzle già superati, facendolo avanzare quindi con una certa rapidità. Quindi, arrivare alla fine è una questione di una manciata d'ore, in cui si attraversano i paesaggi di uno strano mondo post industriale pieno di tubi corrosi dal tempo, di raggi laser che stanno lì solo per ucciderci e di frammenti sospesi di un qualche macchinario che chissà a cosa serve o serviva, da usare come appigli e piattaforme.
Che scopo ha il posto in cui ci troviamo? Bionic Bay non ce lo dice chiaramente, limitandosi a farcelo subire per la maggior parte dell'avventura. In questo senso non viene raccontata una vera e propria storia: l'introduzione animata mostra che siamo vittime di un esperimento fallito che ci ha fatti finire in questo strano mondo, chissà dove nell'universo, in cui acquisiamo dei poteri speciali: grande agilità, enorme resistenza (quantomeno alle cadute) e, soprattutto, la capacità di scambiarci di posto con degli oggetti. Sembra l'incipt di Another World (che infatti è una delle fonti d'ispirazione citate dallo studio di sviluppo), al netto dei poteri, ma in questo caso non entreremo in contatto con una razza aliena quanto con un suo gigantesco manufatto, che opera in perfetta autonomia e fa di tutto per ucciderci.
Il potere più rilevante è sicuramente quello di scambio, perché è anche quello che viene usato per i puzzle più interessanti. Ad esempio in un caso dovremo scambiarci con un grosso laser che potremo usare per togliere di torno alcune bombe e per fermare una torretta assassina. In un altro dovremo creare un passaggio nel vuoto scambiandoci con alcune piattaforme in aria, facendo in modo da posizionarle in punti raggiungibili saltando. In un altro ancora avremo a che fare con un laser rotante e dovremo sfruttare il potere di scambio per costruire delle barriere con cui proteggerci. Poteri a parte, come avrete capito il gameplay è fatto da un continuo decodificare il puzzle di turno il più rapidamente possibile (come detto, non sono mai davvero complicati) per trovare la soluzione più efficace per superarlo. Nonostante un certo margine di errore, si tratta per la maggior parte di puzzle lineari, che ammettono una sola soluzione e che vanno affrontati in ordine. La sfida, capito cosa fare, diventa farlo nel modo più veloce ed efficace, limando i secondi.
Materia per speedrunner
La mancanza di una storia forte è funzionale a un'altra delle caratteristiche principali di Bionic Bay, ossia la possibilità di giocare con altre persone a chi fa i tempi migliori per arrivare alla fine dei dieci livelli da cui è composto il gioco, il vero fulcro dell'intera esperienza e la modalità con cui si passa più tempo. Specifichiamo: ci si misura con le ombre degli altri giocatori, quindi si possono affrontare le varie sfide in tutta calma, ritentandole anche più volte. Comunque sia, per sbloccare i livelli per lo speedrun, bisogna giocarli prima in single player. Quindi, quantomeno una volta ci verrà dato modo di completare l'avventura in tutta tranquillità.
Parliamo di una modalità pensata essenzialmente per lo speedrunning e fa capire come mai gli sviluppatori abbiano scelto di non complicare troppo certi passaggi, pur rendendo possibile affinare i tempi con delle esecuzioni perfette di salti e capriole. Molte delle scelte fatte a livello di design hanno quindi senso in chiave competitiva, lì dove giocando da soli lasciano un po' il tempo che trovavano, a meno che non si sia mossi da un fortissimo desiderio di miglioramento personale. Se vogliamo è proprio questo il più grosso limite di Bionic Bay: il suo essere a metà. Da una parte c'è una scenario affascinante e ben costruito, da cui il giocatore si aspetta qualcosa che non arriva mai; manca cioè qualcosa che lo faccia esprimere, lasciandolo troppo sullo sfondo.
Dall'altra c'è un titolo che diventa insospettabilmente gustoso quando ci si lascia alle spalle il lato avventuroso per far prevalere quello competitivo. In un certo senso è un po' come fare parkour in un'area del MOMA, lì dove, in ultima istanza ci si ritrova a pensarlo come una gara a ostacoli dall'ambientazione peculiare. Evocativo in alcuni tratti, riuscito quando mette il minuscolo protagonista in contrasto con le dimensioni indefinite della macchina, finisce per essere un po' fine a se stesso in single player, con la campagna che diventa una specie di palestra per prepararsi all'online.
Conclusioni
Bionic Bay non è malvagio, se lo si prende per quello che è: un gioco competitivo dalla grafica evocativa, in cui il giocatore viene sfidato a superare il più velocemente possibile i livelli. Preso come esperienza single player è, invece, meno incisivo, estetica a parte, visto che fa poco di diverso da molti concorrenti. Insomma, se siete alla ricerca di un nuovo Limbo rischiate di restare parzialmente delusi, lì dove, paradossalmente, troverete un'esperienza soddisfacente se volete mettere alla prova i vostri riflessi e non vedete l'ora di battere in velocità qualche sconosciuto online.
PRO
- Stimola i riflessi
- Livelli cromaticamente e stilisticamente molto belli
- Sfrutta bene il potere di scambio, offrendo situazioni interessanti
CONTRO
- Non fraintendetelo per un clone di Limbo
- Se non si apprezza il lato competitivo, dura una manciata d'ore