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Un'overdose di strategia

EA ripercorre gran parte della lunga storia di Command & Conquer prima di lanciarsi verso un futuro ricco di punti interrogativi

SPECIALE di Mattia Armani   —   07/11/2012
Command & Conquer: The Ultimate Collection
Command & Conquer: The Ultimate Collection
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L'offerta di EA dedicata a Command & Conquer include titoli popolati da svariati personaggi ormai iconici e contraddistinti da sperimentazioni online, da escursioni action RTS e dalla peculiare formula di Generals, che verrà presto riproposta in un nuovo titolo. Si parte ovviamente con il primo, leggendario Command & Conquer, figlio legittimo di Dune 2 che è il padre degli RTS moderni.

Un'overdose di strategia

Sembra assurdo che Westwood non esista più, ma questa è un'altra storia. Command & Conquer esiste ancora e, nonostante gli ultimi titoli non certo brillanti, suscita speranze e attese in una folta schiera di appassionati. Il pacchettone Command & Conquer: Ultimate Collection ripercorre buona parte della storia della serie con ben 17 titoli tra giochi completi ed espansioni. Non manca ovviamente il primo capitolo, che apre le danze per l'eterna lotta tra NOD e GDI. E la raccolta arriva fino al deludente Command & Conquer 4 la cui peculiarità maggiore, al di la della pessima campagna, è il sistema a punti esperienza utilizzato per sbloccare nuove unità.

Una storia lunga 18 anni

Visto il successo degli RTS agonistici e visti i margini di guadagno del modello freemium, non stupisce che il nuovo titolo della serie, previsto per il prossimo anno, calchi le strade del free to play e del multiplayer. Nel tentativo di innovare la stessa Westwood si era imbarcata in una serie di esperimenti, con Sole Survivor che già percorreva la via del multigiocatore consentendo a 51 persone di competere utilizzando, ognuno, un singolo mezzo. Purtroppo il motore di Command & Conquer non era adatto a sostenere un concept del genere ma considerando che parliamo di 15 anni or sono, era senza dubbio lecito entusiasmarsi per l'inventiva di Westwood che al momento della chiusura stava addirittura preparando l'MMO Command & Conquer, Continuum (ovviamente questo non è incluso nella collection, essendo stato cancellato).

Un'overdose di strategia

La storica software house, tra l'altro, non ha abbandonato l'idea del multiplayer in chiave action e nel 2002 ci ha riprovato con l'interessante Renegade. Purtroppo anche in questo caso la tecnologia si è rivelata debole, i tool insufficienti a fornire un'esperienza all'altezza del concept e la mancanza di rifiniture e bilanciamento si è infine dimostrata fatale. Dopodiché Westwood ha ceduto, schiacciata dal peso di un mercato troppo pesante da sostenere, ed è entrata in gioco EA che è partita, da subito, con una formula atipica, basata su scontri tra eserciti comandati da generali specializzati in diversi tipi di attacco e difesa. Nulla a che vedere con il Command & Conquer classico ma, comunque, piuttosto interessante dal punto di vista ludico. Il single player progressivo del primo Generals consente di affrontare via via i diversi generali, in stile picchiaduro, anche se il cuore dell'esperienza, ovviamente, è il multiplayer. In seguito Electronic Arts ha deciso di ascoltare le richieste della community, desiderosa di vedere nuovi risvolti nella saga principale, ed è ritornata sui suoi passi riproponendo meccaniche classiche e una campagna single player con taglio cinematografico e attori reali. Purtroppo la mancanza di novità non ha consentito ai titoli più recenti di ritornare ai fasti del passato. Ci sono stati spunti interessanti, come i punti sicurezza che in Red Alert 3 consentono di sbloccare i protocolli top secret, ma nulla di abbastanza corposo da risollevare le sorti della serie.

Kaaaaaaaaaaaaaaaaane!

Quasi tutti i titoli della saga e quindi buona parte di quelli inclusi nella Command & Conquer: Ultimate Collection si basano sulla raccolta delle risorse, escludendo esperimenti come Sole Survivors, Renegade e Generals. Il gameplay, insomma, è estremamente classico e nei primi capitoli anche piuttosto acerbo tra ingenuità dell'intelligenza artificiale, problemi di pathfinding delle unità e limitate possibilità di scelta. In ogni caso il prezzo non è elevatissimo, vista la ricchezza dell'offerta, e consente di scoprire anche quei titoli passati in secondo piano magari a causa dello scarso rapporto tra qualità e prezzo al momento del lancio.

Un'overdose di strategia

Inoltre pilastri del genere strategico come l'originale Command & Conquer e Red Alert meritano di essere giocati anche per le missioni rese ancora più speciali da una serie di eroi ormai iconici. Ovviamente anche in questo caso il gameplay risulta spesso limitato e vetusto, ma tra animazioni curate, ripercussioni sulla trama e missioni ben strutturate è possibile provare ancora qualche emozione nel rigiocarle oggi. Se siete fan del franchise, troverete spunti e informazioni interessanti in quasi tutti i 17 prodotti che, tra giochi ed espansioni, compongono il pacchettone creato da EA per Command & Conquer. Per esempio in Tiberium Wars, terzo capitolo ufficiale dalla serie principale, incontriamo gli Scrin, ovvero gli alieni che hanno portato il tiberium sulla terra, e ritroviamo anche Kane, redivivo, che ci racconta qualche informazione capace di riportarci indietro di parecchi anni con il cuore e con la mente. Inoltre se siete in cerca di una motivazione più alta per spendere i 29.99 euro chiesti da EA, i fondi serviranno probabilmente all'introduzione di una campagna single player in Command & Conquer: Generals 2 che, come abbiamo anticipato, è nato come esperienza multigiocatore.

Il futuro di Command & Conquer

Anche se la campagna single player dovesse effettivamente vedere la luce, è difficile che le trame di Command & Conquer possano ritornare nel nuovo capitolo della serie. Generals ha infatti una sua collocazione che non sembra ammettere nemmeno contaminazioni come quelle viste in Red Alert, con la comparsa di Kane nelle vesti di consigliere di Stalin. Molti, quando hanno saputo di un Command & Conquer realizzato da Bioware, hanno addirittura sperato in un innovativo mix tra RPG e RTS, con tanto di bivi capaci di rivitalizzare il genere, che fosse capace di riportare in alto l'universo creato da Westwood.

Un'overdose di strategia

E invece eccoci alle prese con il free to play, in un contesto totalmente differente da quello sperato e con la paura di un nuovo flop. Non che comunque il potenziale per un prodotto valido manchi. Infatti Bioware può contare sul Frostbite Engine 2.0 che porta finalmente la serie nel mondo della fisica e delle strutture distruttibili recuperando l'enorme gap tecnologico creato, nel mondo degli strategici in tempo reale, da Company of Heroes. Un cambiamento di questa portata, tra l'altro, costringe gli sviluppatori a un nuovo approccio che potrebbe portare novità interessanti. La concorrenza, però, è ormai feroce e lavorare con un motore complesso come il Frostbite 2.0 potrebbe riservare brutte sorprese in fase di rifinitura. Inoltre, tra le paure, c'è anche la summenzionata campagna la cui genesi scatena più di un dubbio. Da un lato è impossibile condannare EA e Bioware per l'aver ascoltato le richieste dei giocatori. Ma da un altro c'è l'inevitabile timore che una modalità single player introdotta a forza si traduca in una serie di missioni senz'anima o, alla meno peggio, si limiti a ricalcare la struttura del primo Generals.