Tra decine - e decine e decine... - di sparatutto in prima persona rilasciati nel corso della generazione oramai agli sgoccioli, pochissimi possono dire di aver davvero lasciato il segno. Una manciata di titoli capaci di vedersi riconfermare una seconda ed una terza uscita, un ritorno sugli scaffali con inedite idee, ambientazioni e personaggi. I processi di serializzazione non sono però sempre di immediata comprensione:
brand apparentemente minori, come Call of Juarez, riescono a continuare un percorso costellato da qualche spunto interessante ma anche clamorose debacle. E The Cartel, pubblicato lo scorso anno, è lì a testimoniarlo. Aver abbandonato il Far West non ha portato fortuna allo sviluppatore polacco Techland, a cui nonostante tutto sembra verrà data un'ulteriore possibilità, questa volta attraverso le piattaforme di digital delivery. Call of Juarez: Gunslinger , che abbiamo provato in anteprima nel corso di un evento londinese organizzato dal publisher Ubisoft, torna alle origini della serie sfruttando un interessante spunto narrativo.
C'è spazio per tutti
Call of Juarez: Gunslinger non intende rivoluzionare personaggi e idee normalmente associati al Vecchio West, anzi pesca a piene mani dall'immaginario che centinaia di film hanno contribuito a creare. La storia è narrata da Silas Greaves, anziano protagonista seduto al tavolo di un saloon. Un racconto a ritroso fatto di flashback a cui corrispondono altrettanti ricordi e quindi livelli ispirati alla sua attività da cacciatore di taglie. Lo schema giocato lo metteva sulle tracce dell'arcinoto Butch Cassidy, reo con la sua banda di aver assaltato e fatto deragliare un treno portavalori.
Proprio la tecnica narrativa, con la voce di Silas che accompagna gli eventi, i commenti ironici dei commensali accanto a lui e la costante percezione che il nostro alter ego ingrandisca i dettagli della storia, regala le maggiori soddisfazioni, risultando scritta in modo davvero piacevole. L'escamotage narrativo è reso ancora più curioso dal modo in cui le parole del protagonista influenzano ciò che accade su schermo: alcuni dettagli potrebbero letteralmente spuntare dal nulla man mano che Silas li ricorda, oppure ci si ritrova in situazioni improbabili semplicemente perché il narratore ha fatto confusione oppure ha avuto un lapsus. Una simile guida è gradita anche perché, dal poco visto, il gameplay è stato invece realizzato in maniera tradizionale. I controlli sono quelli di un qualsiasi altro sparatutto in prima persona e la progressione, quantomeno nel livello testato, del tutto lineare.
Facendoci largo prima lungo la scoscesa parete di una montagna e poi tra le carrozze del treno uscito dai binari, abbiamo crivellato di colpi il solito discreto assortimento di nemici. Nulla di particolare, anche perché lo scripting è decisamente semplice e privo di ambizioni. L'ambientazione porta con sé tutta una serie di riferimenti visivi alle armi e ai costumi del tempo, ma in termini di giocabilità Call of Juarez: Gunslinger è uno shooter arcade che non prova certo ad essere vero al periodo storico che rappresenta. In compenso, per dare spessore all'esperienza ci vengono messe a disposizione alcune abilità speciali: con il passare dei secondi e accumulando uccisioni, si caricano due indicatori che controllano rispettivamente lo slow motion utile a schivare un colpo o due e poi il classico focus, che quando attivato rallenta l'azione ed evidenzia i nemici creando le condizioni per spettacolari uccisioni multiple. Non siamo certo al cospetto di idee innovative, però dare un calcio alla porta di un vagone, schivare un'accetta e sparare tre colpi in altrettante teste rappresenta il solito, spensierato divertimento già provato in una vagonata di altri prodotti simili. In alcuni casi capiterà di restare coinvolti nei classici duelli uno contro uno, in cui vince chi è più veloce ad estrarre la pistola e freddare l'avversario. In questo ibrido tra minigioco e boss fight, il giocatore deve regolare la distanza della mano dalla pistola e, allo stesso tempo, tenere l'avversario all'interno di un reticolo allo scopo di massimizzare precisione e rapidità.
Più uccisioni in Call of Juarez: Gunslinger vogliono dire più esperienza accumulata. Allo scalare dei livelli si sbloccano i punti abilità spendibili in tre alberi distinti: uno che migliora l'utilizzo dei due revolver in contemporanea, uno per le armi ideali negli scontri ravvicinati e un ultimo per quelle che danno il meglio dalla distanza. I perk sono perlopiù passivi, quindi non c'è stato chissà quale sforzo produttivo nell'implementazione del sistema di crescita, ma resta un'aggiunta interessante.
L'atmosfera violenta e di frontiera tipica del periodo storico è riprodotta in maniera discreta, nonostante tecnicamente siamo distanti anni luce dai migliori esponenti del genere. Non bisogna dimenticarsi, comunque, che il gioco verrà rilasciato in digital delivery ad un prezzo budget - solo per la versione PC è previsto l'arrivo nei negozi - quindi il confronto con produzioni più costose deve essere posto nella corretta prospettiva. A completare l'offerta ci saranno alcune modalità extra, su tutte quella Arcade: portando a casa ciascuno schema si sbloccherà la versione secondaria dello stesso, da completare nuovamente accumulando punti e vedendo poi finire il proprio risultato nelle classifiche globali. Non sembrano mancare opzioni e modalità in Call of Juarez: Gunslinger , abbiamo avuto l'impressione che tornare alle origini abbia fatto bene alla serie. È difficile immaginare cosa possa venirne fuori: il mercato è saturo di sparatutto e di certo in giro c'è di meglio; d'altra parte l'ambientazione è resa a dovere e il gameplay, pur non rifinito o innovativo al massimo, si lascia giocare. Andrà valutata longevità e varietà dell'offerta, ma per gli onnivori degli FPS potrebbe trattarsi di una scelta valida.
CERTEZZE
- Narrazione interessante
- Meccaniche shooter discrete
- Prezzo budget
DUBBI
- Livello produttivo non certo stellare
- Scripting elementare
- Longevità della campagna da verificare