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Incubo a occhi aperti

Ricordate quando, da piccoli, vi dicevano che non c'era niente dentro l'armadio? Be', mentivano

PROVATO di Andrea Rubbini   —   30/05/2013
Among the Sleep
Among the Sleep
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Among The Sleep è un'avventura horror vissuta in prima persona da un bambino di due anni. Una prospettiva originale e potente dalla quale ogni oggetto quotidiano può diventare una minaccia o accendere l'immaginazione. Per un bambino tutto il mondo incombe da un'altezza vertiginosa e se una lampada può diventare un gigante amichevole e colorato, lo sciacquone del WC fa l'effetto di uno tsunami dal quale fuggire a gambe levate, finché ci reggono. L'idea è piaciuta molto al Norwegian Film Institute, che ha sostenuto i connazionali di Krillbite Studio con fondi per lo sviluppo del gioco, ma soprattutto è piaciuta ai videogiocatori, che ne hanno decretato il successo su Kickstarter. Il nostro parere è che potrebbe uscirne un grande gioco e infatti ne abbiamo seguito lo sviluppo più volte su Underground, la rubrica per nudisti indipendenti all'interno di PC Magazine. Perciò quando abbiamo saputo che era pronta una demo del gioco ci siamo tolti il ciucciotto di bocca, abbiamo infilato il pigiamino e siamo trotterellati incontro al pericolo per poi tornare qui al sicuro e riferirvi cosa abbiamo visto in quei quindici, angoscianti minuti da soli nella casa.

Datemi una sedia e vi aprirò un mondo

Siamo al sicuro nella nostra culla, gli occhi chiusi, la voce rassicurante di un adulto che ci coccola per farci dormire. Poi però succede qualcosa. Apriamo gli occhi e vediamo il nostro orsacchiotto volare fuori dalla culla e scomparire oltre la porta, come trasportato da una mano invisibile, la stessa che trascina la nostra culla e la rovescia. Ora siamo a terra, e il gioco comincia. Il primo impatto è visivo: tutti sono stati bambini ma nessuno si ricorda più cosa vuol dire essere fuori scala rispetto al mondo che ci circonda. Perfino una palla colorata è alta come noi.

Incubo a occhi aperti

Da bravi bambini raccogliamo qualche oggetto e lo tiriamo contro il muro, giusto per saggiare la fisica, al momento a livelli accettabili. La casa è buia; ogni ombra potrebbe nascondere un pericolo. Ma soprattutto: che fine ha fatto il nostro orsacchiotto? Partiamo in direzione della porta e ci rendiamo conto che la telecamera ondeggia simulando l'andatura goffa di un bambino. Ci mettiamo a correre, colti da ansia improvvisa, ma dopo qualche passo finiamo gattoni. Va bene anche così, purché si proceda. Ma ecco il primo ostacolo. Indovinate un po': si tratta di una porta. La nostra manina paffuta non arriva infatti alla maniglia. Ci guardiamo intorno ed ecco che scopriamo un altro limite dovuto alla nostra età. Siamo lenti e impacciati, non come gli eroi di tanti giochi in prima persona, che ruotano su se stessi in un attimo puntando senza esitazione un mitra da trenta chili. Qui se qualcuno ci sorprende alle spalle siamo fregati. Un bambino di due anni avrà sì e no un punto ferita, mica può mettersi a combattere. La cosa bella è che finiamo per comportarci proprio come bambini, cercando di gattonare al sicuro sotto qualche riparo e frugando ovunque, dentro cassetti, armadi, frigorifero e in generale in qualunque posto sia possibile intrufolare la nostra testolina. È fantastico abbassare lo sguardo e vedere il nostro corpicino grassottello, o guardare con quanto impegno allunghiamo le mani per spingere una sedia e salirci sopra, così da aprire quella porta che ci intralciava il cammino. E dopo un altro po' di esplorazione arriviamo nel bagno, dove troviamo la lavatrice in funzione e il secondo enigma da risolvere. Siamo ancora piccoli per capire che basta premere un pulsante per spegnere un elettrodomestico, perciò facciamo la cosa più ovvia, stacchiamo la spina, liberando così il nostro orsacchiotto che, tossendo acqua come un naufrago, ci ringrazia e ci suggerisce di cercare la mamma.

Incubo a occhi aperti

Ottima idea, orsetto. Sicché lo carichiamo in spalla e riprendiamo l'esplorazione, scendendo al piano di sotto. La porta della camera da letto è chiusa, ma questa volta non ci sono sedie in vista. Proviamo allora a costruirci un percorso aprendo una cassettiera in modo tale da formare una specie di scala. Immaginate lo sconcerto quando finalmente saltiamo sul letto della mamma, tiriamo la coperta per tuffarci tra le sue braccia e... scopriamo che sotto non c'è nessuno. Intanto la porta della camera scricchiola e si chiude di colpo. Che sia lei? Usciamo dalla camera e il mondo comincia a prendere una piega sinistra. Di fronte a noi infatti compare una creatura mezzo uomo e mezzo animale, nera e minacciosa. Di corsa corriamo nell'armadio e ci chiudiamo dentro, rimanendo fermi un minuto buono. Le cose si mettono male. Poi, sbirciando un po' per volta, ci facciamo coraggio e usciamo. A questo punto il nostro girovagare ci porta verso una scala che scende in un sotterraneo, ma che si rivela in realtà la soglia di un mondo onirico. Lungo uno scivolo precipitiamo in questo mondo, composto da isole che galleggiano nel vuoto. Dalla nostra posizione possiamo raggiungerne una sulla quale sorge una buffa casetta di legno. Dentro la casa la luce è accesa, ma la maniglia è ancora troppo alta. Per fortuna ci aiuta il nostro orsacchiotto, che lasciamo cadere dall'altra parte attraverso l'apertura circolare al centro della porta. Un attimo dopo il nostro fedele amico di peluche ci apre la porta. E la demo finisce. Quindici minuti in tutto, intensi e suggestivi, che si lasciano con mille domande e una gran voglia di proseguire l'avventura.

Incubo a occhi aperti

Infanzia difficile

Gran parte della demo è ambientata nella casa, un luogo che, a quanto sembra, lasceremo molto presto. Nonostante le stanze siano buie e spettrali, il mobilio e la scelta dei colori conferiscono all'ambiente un'aria fiabesca, lontana quindi dalle tipiche atmosfere horror, ma coerente con la scelta di narrare un'avventura dalla prospettiva di un bambino piccolo.

Incubo a occhi aperti

Gli oggetti appaiono solidi, anche se in movimento sembrano avere tutti lo stesso peso. In compenso è fantastico poter aprire di tutto e intrufolarsi ovunque, perché è ciò che amano fare i bambini. D'altronde l'unico modo di sfuggire ai nemici sembra essere quello di correre a nascondersi o gattonare al riparo sotto un tavolo e, considerando l'età del protagonista, temiamo che le azioni possibili siano troppo limitate, soprattutto per quanto riguarda la risoluzione degli enigmi. Non scordiamoci che Among The Sleep è stato presentato al pubblico come un'avventura horror di sopravvivenza, pertanto è questo che i sostenitori si aspettano dal gioco. Un altro dubbio riguarda la storia: sarà tutto frutto dell'immaginazione? E se così fosse, gli sviluppatori metteranno in scena di tutto senza troppi riguardi per la storia o hanno in mente un racconto insolito e ricco di colpi di scena? La risposta ci viene forse dal fatto che, grazie ai fondi extra raccolti su Kickstarter, è in lavorazione un DLC gratuito che racconterà una parte inesplorata della storia; questo ci fa pensare che la sostanza narrativa non mancherà. Se intanto prendiamo per buono il filmato che parte alla fine della demo pare che, almeno per quanto riguarda l'ambientazione, ci aspetteranno numerosi cambi di scenario e meraviglie da scoprire. Dal canto nostro se prima eravamo solo curiosi di sapere come sarebbe stato Among The Sleep, ora siamo entusiasti all'idea di poterci giocare entro la fine dell'anno. E state certi che appena usciranno altre novità dalle ombre gattoneremo fino a queste pagine per farvelo sapere.

CERTEZZE

  • Prospettiva insolita
  • Atmosfera avvolgente e piena di possibilità
  • L'orsacchiotto parlante è già un mito

DUBBI

  • Più fiaba nera che horror
  • Un bambino può risolvere enigmi complessi?
  • La storia potrebbe ridursi a un sogno bizzarro