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Reynatis, la recensione del nuovo action RPG di FuRyu, una lotta tra guardie e maghi

Reynatis è una lettera d'amore a Shibuya e a diverse serie videoludiche, tra tutte The World Ends With You e Kingdom Hearts, ma fatica a trovare la sua identità.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   20/09/2024
L'artwork con tutti i personaggi principali di Reynatis
Reynatis
Reynatis
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In Giappone hanno una capacità speciale di rendere parte del mito alcuni luoghi reali. Tokyo, per esempio, è un insieme di storie incredibili, magiche, spaventose e romantiche. E c'è un posto in particolare che sembra convogliare questa capacità, Shibuya. Quartiere simbolo della capitale giapponese proprio grazie al suo famigerato incrocio: un crocevia di destini che si si passano accanto quando il semaforo scatta e centinaia di persone si sfiorano sulle strisce pedonali più trafficate al mondo.

Shibuya ha una personalità così forte che potremmo considerarla uno dei personaggi principali di Reynatis, il nuovo action RPG sviluppato da FuRyu. Forse l'unico personaggio che ci ha davvero convinti di una produzione che per tanti, troppi, versi è rimasta molto acerba.

Autentica magia

Shibuya ha una personalità tutta sua. Non è un caso che appaia e scompaia come un personaggio ricorrente all'interno di diversi videogiochi giapponesi. Molti dei quali, tra l'altro, fonte d'ispirazione dichiarata di Reynatis, come The World Ends With You, Kingdom Hearts e la serie Persona.

La Shibuya di Reynatis è diversa, non solo perché ha un'anima oscura, che l'ha resa poco frequentata, ma perché ha la volontà di essere il più autentica possibile, addirittura sobbarcandosi in una missione di alta fedeltà degna di uno Yakuza, con negozi ed edifici realmente esistenti come il grattacielo della moda, lo Shibuya 109, il negozio di dischi Tsutaya e le vere sedi di Burger King.

Nonostante questa ricercata autenticità, però, la Shibuya di Reynatis è lontanissima dalla sua vera essenza. Per esempio, le insegne sono lì, ma non c'è Hachiko, sostituito da un enorme corvo nero. E, soprattutto, non è più un luogo di gioia e di incontro. È uno spazio mistico, dove le persone si nascondono il volto nei cappucci delle giacche per non farsi vedere. Tokyo, e in particolare il quartiere di Shibuya, sono infatti teatro di uno scontro tra maghi e forze dell'ordine che si sfidano in un continuo conflitto per la liberazione o la regolamentazione della magia.

Marin è uno dei due protagonisti di Reynatis. Il suo aspetto è palesemente ispirato ai personaggi di Kingdom Hearts
Marin è uno dei due protagonisti di Reynatis. Il suo aspetto è palesemente ispirato ai personaggi di Kingdom Hearts

Tra le fila del governo, nei ranghi della Magic Enforcement Administration (MEA), conosciamo Sari Nishijima che non è solo un'agente di alto rango della polizia, ma grazie al suo carisma ne è anche il volto, tanto che campeggia su moltissimi dei poster affissi sui muri della città. Nell'altra fazione, conosciamo Marin Kirizumi, un mago senza affiliazione che esplora Shibuya alla ricerca di strani portali interdimensionali che collegano Tokyo a un altro mondo, Another, dove è racchiuso il segreto di un potere capace di renderlo incredibilmente forte. Infine ci sono i membri della Gilda, un gruppo di terroristi che intende scatenare una rivoluzione per liberalizzare l'utilizzo della magia e rompere gli equilibri di potere tra maghi ed esseri umani. Tra giochi politici, alleanze e tradimenti, il mondo di Reynatis è continuamente in fermento.

Illimitato potere

Le premesse narrative sono molto stimolanti, specialmente perché sembrano prendere, oltre che dalle palesi ispirazioni giapponesi, anche dalla narrativa occidentale, su tutte la saga di Harry Potter con i suoi scontri tra creature magiche e "babbani". Inoltre la questione dell'equilibrio tra la libertà individuale e il controllo è particolarmente sentita nelle società orientali, ed è bello confrontarsi con tematiche così attuali all'interno di una storia fantasy.

Le forze della MEA sono governate da ufficiali molto severi, a cui poco importa dei sacrifici dei loro sottoposti
Le forze della MEA sono governate da ufficiali molto severi, a cui poco importa dei sacrifici dei loro sottoposti

Al di là dell'aspetto narrativo, che comunque non riesce mai a essere davvero incisivo fermandosi spesso sulla superficie dei suoi complessi dilemmi morali, sono pochi gli aspetti di Reynatis che ci hanno esaltati. Tra questi, pur nella sua estrema semplicità, c'è il sistema di combattimento, grazie a una trovata interessante e originale.

Gli scontri si dividono in due fasi, una di attacco e una di difesa. Finché si hanno a disposizione MP si è in grado di bersagliare il nemico con colpi furiosi, utilizzando a piacere le tecniche speciali e alternando i personaggi del party. È un momento in cui ci si lascia spesso andare al button mashing selvaggio, perché difficilmente viene richiesta un'abilità tale da elaborare una strategia d'attacco. Le cose si fanno più originali quando si è costretti a passare in difesa. In questo frangente l'obiettivo diventa schivare i colpi avversari, in attesa che la barra degli MP si ricarichi. Se si è abbastanza coraggiosi da aspettare l'ultimo secondo possibile per evitare il colpo, viene attivato un contatore da riempire con un ritmo ben preciso e, se si rientra nella finestra prevista, si viene ricompensati con una ricarica extra di energia.

Anche se a volte si scade nel button mashing, il sistema di combattimento di Reynatis è abbastanza riuscito
Anche se a volte si scade nel button mashing, il sistema di combattimento di Reynatis è abbastanza riuscito

Quando la barra è totalmente carica è possibile sfruttare un colpo potente che rallenta il tempo e mette il nemico alla mercé delle nostre mosse migliori. Si tratta di un'idea semplice ma efficace, che a volte viene utilizzata anche come espediente per sbarazzarsi degli scudi dei nemici più ostici.

Un sistema pigro e poco stimolante

Fuori dal campo di battaglia, però, Reynatis non ci ha convinti. Non c'è un singolo aspetto che sia perfettamente riuscito: né il sistema di crescita dei personaggi, veramente ridotto all'osso, né l'esplorazione delle mappe, noiosa e poco stimolante. Perfino le buone idee purtroppo vanno a vuoto.

I dungeon di Reynatis sono piuttosto anonimi e anche il design delle mappe è lineare e non molto stimolante
I dungeon di Reynatis sono piuttosto anonimi e anche il design delle mappe è lineare e non molto stimolante

Prendiamo per esempio il sistema di occultamento dei maghi. Tutti i personaggi hanno la possibilità di agire in due modalità: sotto copertura possono esplorare le strade, parlare con le persone e portare a termine le missioni secondarie; quando invece liberano i loro poteri magici, i passanti cominciano a fotografarli, condividendo le foto sui social e mettendo in allarme la MEA. Quando le foto diventano trend topic, Marin e i suoi compagni vengono automaticamente acciuffati dalla polizia e costretti a uno scontro impossibile con dei nemici d'elite.

La trovata è coerente con la narrativa, ma mostra il fianco a due grossi problemi: il primo è che non c'è modo di vincere il combattimento, ma basta farsi picchiare e selezionare l'opzione per riprendere la partita prima dello scontro per proseguire come se nulla fosse; la seconda è che per fermare il contatore di allarme della MEA si può cambiare zona di Shibuya e la transizione della mappa cancellerà magicamente ogni sospetto. Si può perfino fare dietrofront e rientrare nella stessa area e sarà come se niente fosse successo.

Nonostante il design dei personaggi ispirato, la realizzazione dei modelli lascia parecchio a desiderare
Nonostante il design dei personaggi ispirato, la realizzazione dei modelli lascia parecchio a desiderare

Questa leggerezza è presente a ogni livello della produzione, che non si impegna mai a presentare situazioni stimolanti. Tutte le missioni secondarie hanno una struttura incredibilmente lineare, e anche la missione principale è pigra. Le mappe dei dungeon esterni che si esplorano nel corso dell'avventura sono spoglie, si limitano a essere perlopiù corridoi vuoti con aree più grandi dove affrontare, di volta in volta, i nemici di turno. C'è da segnalare che le cose sono un po' più curate in alcuni degli scontri con i boss, specialmente quelli contro i personaggi principali della storia, che richiedono un'attenzione più marcata soprattutto in fase difensiva.

L’aspetto tecnico

In ultima battuta, abbiamo lasciato spazio a quello che è a primo impatto l'aspetto più carente della produzione, quello tecnico. Lo lasciamo alla fine perché, in generale, riteniamo che spesso i videogiochi giapponesi sono maestri nel coprire certe lacune tecniche con uno stile piacevole e curato.

Michiro è un personaggio ambiguo che tira le fila dei Gufi, un'altra fazione con cui Marin e Sari avranno a che fare nelle fasi avanzate del gioco
Michiro è un personaggio ambiguo che tira le fila dei Gufi, un'altra fazione con cui Marin e Sari avranno a che fare nelle fasi avanzate del gioco

Reynatis non riesce però nell'impresa, perché i modelli e le mappe sembrano usciti da un titolo per PlayStation Vita e la direzione artistica non è in grado di imprimere la forza necessaria per far brillare comunque la produzione. I modelli dei volti, in particolare, sono poco riusciti, ed è doppiamente un peccato guardando agli splendidi ritratti dei personaggi presenti nelle fasi di dialogo. Ma in generale il gioco soffre di tutti i difetti tipici di una produzione a basso budget: modelli che si incastrano nei muri, asset riciclati fino allo sfinimento, animazioni poco curate.

Alla fine di ogni combattimento si riceve un voto che impatta sui punti esperienza ricevuti
Alla fine di ogni combattimento si riceve un voto che impatta sui punti esperienza ricevuti

Una piacevole eccezione sono le musiche della compositrice Yoko Shimomura, già apprezzata per il suo lavoro sulla saga di Kingdom Hearts, su Final Fantasy XV, su Live a Live e moltissimi altri titoli, che hanno sempre un estro inconfondibile, e che da sole riescono a costruire un'atmosfera misteriosa e intrigante.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
5.0
Lettori (19)
6.8
Il tuo voto

L'amore che FuRyu ha per Shibuya e per i videogiochi che cita all'interno di questa produzione, non è sufficiente a salvare da solo un titolo che non eccelle in nessun ambito. Reynatis ha delle idee interessanti, ma non riesce mai a trovare la quadra di nessuna, sprecando delle intuizioni narrative e di gameplay che avrebbero potuto dar vita a un'avventura molto più intrigante. Un plauso va alla colonna sonora curata da Yoko Shimomura e a un sistema di combattimento tutto sommato piacevole, anche se mai tecnico. Per il resto, di magico, c'è ben poco.

PRO

  • Shibuya è un quartiere affascinante ed è riprodotto fedelmente
  • L'idea narrativa è azzeccata e fornisce spunti di discussione su questioni sociali attuali
  • Il sistema di schivate è una bella trovata

CONTRO

  • Tecnicamente è molto indietro e non riesce a compensare con lo stile
  • Progressione pigra che non propone meccaniche stimolanti
  • Non valorizza le buone idee che ha