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Bandiera rossa la trionferà

A un mese dall'uscita di The Banner Saga, abbiamo provato il gioco sviluppato da Stoic Studio

PROVATO di Rosario Salatiello   —   18/12/2013
The Banner Saga
The Banner Saga
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Ci sono almeno tre buoni motivi per aspettare The Banner Saga con un alto livello d'interesse.

Bandiera rossa la trionferà

In primo luogo perché si tratta del frutto del lavoro di Stoic Studio, team dietro il quale si celano i nomi di Alex Thomas, Arnie Jorgensen e John Watson, tutti e tre ex dipendenti di BioWare passati ad altro dopo aver lavorato su Star Wars: The Old Republic. Il secondo motivo è dettato dal lancio del progetto su Kickstarter, durante la prima ondata di videogiochi approdati sulla piattaforma di crowdfunding, dove The Banner Saga ha incontrato il favore dei cosiddetti finanziatori: a fronte di una richiesta di 100.000 dollari per realizzarlo, Stoic Studio ha infatti ottenuto un totale di ben 723.886 dollari, dando così vita a un tesoretto da usare per espandere l'idea alla base di questo titolo. Terzo e ultimo motivo, la decisione di ispirarsi per gli eventi narrati nel gioco alle civiltà nordiche, rifacendosi ai vichinghi e alla loro mitologia, rappresentati da uno stile apparso ispirato sin dai primi artwork, pubblicati su Kickstarter per incentivare la raccolta dei fondi. Dopo l'antipasto multiplayer, concesso a tutti quanti da Stoic Studio a febbraio 2013 grazie alla possibilità di scaricare gratuitamente Factions, a metà gennaio prossimo sarà il turno della versione finale di The Banner Saga, all'interno della quale potremo definitivamente apprezzare il lavoro svolto dagli sviluppatori, rigorosamente in modalità singola. Grazie a un ulteriore assaggio, concessoci in anteprima a circa un mese di distanza dalla data d'uscita del gioco, possiamo darvi qualche nuova impressione.

Patite il freddo e il gelo? Aspettate di vedere gli splendidi scenari ghiacciati di The Banner Saga!

C’erano una volta un umano, un varl e un dredge

Le leggende vichinghe che hanno fatto da fonte d'ispirazione per The Banner Saga si concretizzano nella creazione di un mondo che affascina immediatamente il giocatore, non solo per le ambientazioni messe in piedi da Stoic Studio.

Bandiera rossa la trionferà

Una volta iniziata l'avventura, facciamo conoscenza con i Varl, dei veri e propri giganti dotati delle loro inconfondibili corna, creati da una divinità come incrocio tra normali esseri umani e animali. Sono maggiormente inclini al combattimento rispetto agli uomini, prima razza a nascere, abili nei lavori che richiedono maggior destrezza. Entrambe le razze intrattengono un'alleanza per combattere contro i Dredge, una sorta di versione deviata dei Varl creata da un dio geloso, dati per estinti ma ricomparsi nel mondo di The Banner Saga per minacciare qualsiasi cosa lo popoli. È impossibile identificare la natura del gioco all'interno di un solo genere: sicuramente quello predominante è lo strategico a turni, ma nelle meccaniche di gioco è possibile trovare contaminazioni di ogni tipo. Non a caso, la presenza di lunghi dialoghi interattivi ci mostra come nulla sia lasciato al caso, grazie a un sistema di causa ed effetto che risponde alle scelte effettuate del giocatore. Durante gli intermezzi, veniamo infatti posti davanti a una serie di domande, riguardanti l'organizzazione interna e il modo d'affrontare la minaccia dei Dredge, oltre ad alcuni imprevisti che avvengono spostandosi sulla mappa di gioco: cosa fare con una persona che beve troppo? Accogliere eventuali sconosciuti? Sono solo alcune delle domande che ci verranno poste durante tutta l'avventura.

Questo caravan qua devi metterlo là

La mappa di gioco, più volte mostrata nelle sue varie zone durante l'avventura, ci mostra quello che sembra un territorio ampissimo ma purtroppo esplorabile solo in minima parte durante le 4 ore garantite dalla versione in nostro possesso: in termini di longevità, gli sviluppatori parlano di una lunghezza complessiva di circa 12 ore. Gli spostamenti dei protagonisti di The Banner Saga avvengono tramite caravan: è qui che entra in gioco la componente gestionale, se così vogliamo chiamarla, visto che in queste fasi bisogna tenere strettamente d'occhio il morale di chi compone il lungo seguito della nostra insegna, diviso tra guerrieri e gente normale.

Bandiera rossa la trionferà

Un morale basso potrebbe essere causa di problemi e di sconfitte in battaglia, mentre è necessario rifornirsi costantemente per far sì che ci siano provviste a sufficienza per affrontare il viaggio. Per il morale, è possibile fermarsi e riposare, continuando però a consumare i viveri. Bisogna quindi bilanciare entrambe le cose, cercando di non portare mai nulla sotto il livello di guardia. Dalle situazioni incontrate negli spostamenti, nascono naturalmente le battaglie contro i Dredge, divise tra le schermaglie singole e quelle che vengono definite guerre. Il cuore delle due è simile, solo che nelle guerre prima di darsele di santa ragione è necessario scegliere la strategia da adottare: se cioè affrontare in prima persona più nemici, e facilitare il compito agli altri, o viceversa preferire uno scontro più leggero, rischiando però di avere più perdite nel proprio esercito. Arriviamo dunque alla componente principale, costituita dal combattimento a turni effettuato su una griglia di caselle dove muovere gli eroi che si sono scelti per la lotta. Come saprete, il team di sviluppo ha dichiarato di essersi ispirato a Final Fantasy Tactics: ogni personaggio può compiere due azioni nel corso del proprio turno: si può fare uno spostamento per poi attaccare il nemico, usando per entrambi anche alcuni punti limitati definiti "Willpower", in grado sostanzialmente di potenziare l'azione, aumentando per esempio il danno nel caso dell'attacco. Tutti i personaggi in ballo hanno un doppio punteggio legato ad armatura e forza: la prima permette di limitare e deflettere il danno, mentre la seconda ha la doppia funzione di rappresentare sia i punti vita attualmente in possesso del personaggio, sia il danno massimo che può fare con un attacco. Ciò apre scenari decisamente interessanti in battaglia, dove ci si trova quasi sempre a fare i conti con avversari superiori in numero, rendendo quindi necessaria l'attenta pianificazione di una strategia vincente.

La bellezza del nord

Il lavoro svolto da Stoic Studio non trascura decisamente nulla: sia nelle fasi di combattimento, sia in tutte le altre, le immagini su schermo sono curate nei minimi dettagli.

Bandiera rossa la trionferà

I poligoni del mondo videoludico moderno lasciano spazio al sapore retrò dei disegni effettuati a mano, basati su uno stile che ricorda un po' i vecchi cartoni animati di Disney e un po' Heimdall, altro titolo dedicato anni fa alla mitologia norrena. Assistendo agli spostamenti del caravan in aree aperte è possibile ritrovarsi distratti ad ammirare elementi del paesaggio, così come arrivando nei vari villaggi si possono vedere dettagli di tutti i tipi. Stessa attenzione anche per il comparto audio, composto da un'ottima colonna sonora, ovviamente a tema, e da alcuni effetti audio ambientali. Assente il doppiaggio, mentre ci auguriamo fortemente The Banner Saga possa essere tradotto in lingua italiana, per apprezzare a pieno tutti i dialoghi: i soldi aggiuntivi racimolati con Kickstarter dovrebbero servire anche a questo. Concludiamo la nostra prova di questo titolo coi migliori auspici per la versione finale, dopo avere solo assaggiato tutta la carne messa al fuoco da Stoic Studio. Per il momento, possiamo dire che le premesse per una cottura ottima ci sono tutte. Non ci resta che aspettare questo mese che ci separa da The Banner Saga, dandoci appuntamento a metà gennaio per la recensione che ci darà modo di approfondirne tutti gli aspetti.

CERTEZZE

  • Stile incredibile
  • Grande attenzione alla storia
  • Combattimenti divertenti e impegnativi

DUBBI

  • Profondità da verificare
  • Esperienza ruolistica limitata
  • Quanta mappa potremo vedere?