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Il potere della parola

Gli italiani Indomitus Games provano a dare lezioni di magia

PROVATO di Stefano F. Brocchieri   —   06/06/2014
In Verbis Virtus
In Verbis Virtus
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Vedere il mondo direttamente attraverso i propri occhi, percependo le distanze, il movimento, la vertigine di affacciarsi su un abisso, il sopraggiungere di un pericolo, l'approssimarsi di una fonte di ristoro o l'indecisione di fronte all'ignoto piuttosto che la necessità di valutare la traiettoria tra noi e il nostro obiettivo senza l'intermediazione di un avatar o nessun altro genere di filtro. Cosa può mancare per dare completezza a un'esperienza di gioco in soggettiva in cui si interpreta un mago? È quello che devono essersi chiesti i nostrani Indomitus Games, qui al loro debutto, mentre stavano definendo le caratteristiche di In Verbis Virtus. Ecco dunque che i nostri han pensato di provare a coinvolgere in maniera ulteriore il giocatore attraverso l'uso della voce, necessaria per formulare gli incantesimi. Risposta esatta? Grazie a una versione in corso di sviluppo disponibile via accesso anticipato su Steam ci è stata offerta la possibilità di cominciare a scoprirlo.

Provato In Verbis Virtus, promettente puzzle game in soggettiva made in Italy

Calderone mistico

In Verbis Virtus è un puzzle game in prima persona dal tono misterioso e dal passo spesse volte compassato, che proietta il giocatore in una dimensione intrisa di misticismo. Gli sviluppatori han fatto davvero un bel lavoro in termini di atmosfera, creando un'ambientazione arcana e spiazzante e dimostrando un certo polso nel dischiudere progressivamente i numerosi segreti che l'ammantano, facendo sentire al giocatore di riuscire finalmente a saperne di più, passo dopo passo, stando al contempo attenti a mantenere un profilo sfuggente, difficile da carpire e da mettere davvero a fuoco.

Il potere della parola

Uno dei meriti di questo risultato va sicuramente al comparto audiovisivo. Superato un breve incipit dal classico taglio archeologico, comunque ben reso in termini registici e scenografici, ci si trova proiettati in un'ambientazione che sembra un misto tra Dear Esther, Metroid Prime e le derive "allucinogene" di un The Elder Scrolls: Shivering Isles, mentre ogni tanto torna far capolino qualche accenno alla cultura egizia. E poi via per dungeon e saloni della tradizione D&D, ora resi con un'estetica austera un po' Dark Souls, ora più barocca, ora coloratissima, che sa tanto di Unreal e Unreal II. Senza scordare qualche capatina, giusto per citarne solo qualcun altro, nel gotico, nel neoclassico e addirittura in un biorganico che sembra fuoriuscire dal grosso filone che il compianto Giger ha saputo inaugurare con le sue opere seminali. A leggersi è da "WTF" e a giocarsi ancora di più, eppure rende bene, la sospensione dell'incredulità non ne risente, anzi, dopo i primi smottamenti si entra nella prospettiva che tutto ciò faccia coerentemente parte dei tratti di una civiltà misteriosa ancora da decifrare. In questo aiuta certamente l'attenzione per i particolari: buona parte delle location in cui ci si muove sono realizzate con cura e ricchezza di dettagli, dimostrando sempre una certa dimestichezza con lo stile architettonico chiamato di volta in volta in causa, mentre la colonna sonora dinamica, per quanto non altrettanto brillante, offre un sostegno adeguatamente evocativo.

Fai quello che dico

La sensazione di progressiva scoperta di una cultura perduta, della quale si dubitava perfino l'esistenza, permea anche la formula di gioco. Man mano che ci si addentra nel cuore dei sotterranei si scoprono alcuni incantesimi, accompagnati da note che ne illustrano il significato, la vera essenza. E soprattutto la corretta pronuncia.

Il potere della parola

Ogni singola magia può essere infatti lanciata solo ed esclusivamente formulando il relativo incantesimo a voce e si viene invitati a farlo in Maha'ki, una lingua creata per l'occasione da Indomitus (che concede comunque di ricorrere all'inglese, opzionalmente). Una caratteristica che funziona piuttosto bene: l'arcaico idioma non è nulla di realmente ostico e in ogni caso un file audio recitato da una voce chiara e gentile si premura di esemplificare la dizione corretta di ogni formula, mentre il sistema di riconoscimento vocale si rivela decisamente elastico, tollerando un buon margine di errore e prendendo fischi per fiaschi alquanto di rado. Eseguire a voce azioni come farsi luce tra le tenebre, chiamare a sé un oggetto, arrestare l'avanzata di un nemico o "chiedere" all'acqua di curarci aggiunge in effetti un certo surplus in termini di pathos e immedesimazione, ma rende anche piuttosto "sfibranti" talune situazioni, dove magari si deve agire di fretta o bisogna compiere svariati ritocchi di fino per spostare un oggetto in una posizione ben precisa, con il risultato che alla lunga ci si può stufare.

Il potere della parola

Passando dal "come" al "cosa", In Verbis Virtus offre una serie di sfide base sull'esplorazione, l'osservazione, l'interpretazione di indizi e la logica, con qualche ben accetta prova di tempismo e occasioni in cui è richiesta un po' di abilità manuale. Si attivano interruttori, manipolano oggetti, direzionano fasci di luce, azionano piattaforme ed evitano trappole, compiendo un paio di salti di tanto in tanto. Per quel che abbiamo potuto sperimentare durante il nostro hands-on Indomitus Games ha confezionato una discreta varietà di enigmi, in buona parte simili per caratteristiche strutturali o forma mentis a quanto offerto in titoli come Research and Development per Half-Life 2, Q.U.B.E. e Antichamber, senza particolari apici creativi. Un po' più di personalità emerge in stanze dove è prevista la presenza di "fattori di disturbo" di varia natura, che rendono le cose più movimentate e interessanti (ma in certe occasioni anche potenzialmente frustranti).

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 2500K@4.4 GHz
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670 Windforce 3X
  • Memoria: 8 GB DDR3 1600MHz
  • Dispositivo di input vocale: Plantronics Audio 655 DSP
  • Sistema operativo: Windows 7 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore: Dual Core 2.0 GHz
  • Scheda Video: Radeon serie HD2000 o GeFroce serie 8000 con almeno 256 MB di RAM
  • Memoria: 2 GB
  • Spazio su disco: 2 GB
  • Dispositivo di input vocale: microfono (gli integrati dei notebook non garantiscono performance ottimali)
  • Sistema operativo: Windows XP SP3/Vista/7/8

Requisiti consigliati

  • Processore Quad Core 2.4 GHz
  • Scheda Video Radeon serie HD6000 o GeFroce serie 400 con almeno 1 GB di RAM
  • Memoria: 2 GB
  • Spazio su disco: 2 GB
  • Dispositivo di input vocale: microfono headset
  • Sistema operativo: Windows 7/8

Prendere o aspettare?

Il gioco è arrivato da poco in Early Access su Steam e si trova attualmente in un stato piuttosto grezzo, contraddistinto da diversi problemi. Innanzitutto le performance: come svariati altri giochi indipendenti, In Verbis Virtus è basato su UDK e nonostante il carico di dettagli e alcune feature come le pregevoli riflessioni in tempo reale lo pongano sopra diverse proposte animate dalla stessa tecnologia, il tutto si muove con prestazioni nient'affatto congrue rispetto a ciò che viene messo a video.

Il potere della parola

Se non altro, il recente Update 0.5.822 ha attenuato la tendenziale ingordigia di V-RAM da cui appariva affetto il motore, limando i fenomeni di stuttering peggiori e limitando i crash, sebbene il fatto che il gioco si impianti sia un rischio tutt'ora concreto mentre ci si avventura nel fascinoso universo immaginato da Indomitus Games. Inoltre, sebbene il recente aggiornamento abbia dato una bella passata su alcuni bug particolarmente fastidiosi, non è difficile incappare in disfunzioni di vario genere, come mob dall'intelligenza artificiale che tende a imputarsi, interruttori che non si attivano e compenetrazioni "letali" per la soluzione di un enigma. In pieno corso d'opera si presenta anche il bilanciamento: se da un lato fa piacere veder introdotto un maggior numero di pozze d'acqua grazie a cui aver più chance di sopravvivenza in una zona in cui si è soggetti a "intossicazione", dall'altro beccarsi una botta improvvisa da un fuoco fatuo mentre si stanno ancora prendendo le primissime misure con le sfide proposte da una stanza e finire nella lava morendo sul colpo, è un'entrata a gamba tesa nei confronti del mantenimento della pazienza. Similmente il salvataggio a checkpoint è attualmente impostato in base a una ratio piuttosto ondeggiante, con frangenti in cui risulta estremamente assistenzialista, piazzando un save a brevissima distanza dall'altro, e altri dove si rivela ingiustamente punitivo, dando la sensazione di "lasciare soli" (e perciò eventualmente costretti a ripetere cose) troppo a lungo. Problematiche di cui i ragazzi di Indomitus, sempre molto attivi sul forum di Steam dedicato, sembrano ben al corrente e di cui ci auguriamo riescano a venire a capo al più presto. Nel frattempo, alla luce dell'esperienza avuta, risulta davvero difficile valutare In Verbis Virtus: il nostro consiglio più sentito è quello di aspettare che il carico di difetti e fonti di frustrazione si alleggerisca, con nuove build, lasciando libero il gioco di essere fruito e giudicato per i suoi meriti e demeriti effettivi.

Conclusioni

Digital Delivery: Steam Early Access
Prezzo: 15,99€
Multiplayer.it

Lettori (46)

9.4

Il tuo voto

PRO

  • Atmosfera e comparto audiovisivo riusciti
  • Discreta varietà e fattura dei puzzle
  • Il riconoscimento vocale funziona e immedesima...

CONTRO

  • ...ma alla lunga tedia
  • Performance e stabilità ancora acerbe
  • Più di un elemento di gioco da fixare