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I fiumi rossi di Shangri-La

Non solo picchi innevati nel nuovo test alla GamesCom di Far Cry 4!

PROVATO di Matteo Santicchia   —   13/08/2014
Far Cry 4
Far Cry 4
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Qui alla GamesCom 2014, Far Cry 4 ha battuto strade familiari - quelle dell'infiltrazione in ambienti "protetti" e "fortificati" - ma lo ha fatto attraverso due ambientazioni inedite. La prima è quella montana innevata, ovvero la parte "in vetta" del setting himalayano, mentre la seconda ci trasporta nelle mitiche terre di Shangri-La. Due demo molto corpose che ci hanno quindi permesso di riprovare le stesse emozioni vissute col terzo capitolo, un territorio conosciuto che all'interno della grande libertà d'azione data al giocatore predilige lo stealth, o perlomeno un approccio silenzioso per portare a termine le missioni.

Doppio test per Far Cry 4, due demo molto corpose. Ecco il nostro resoconto

Ghiaccio bollente

Il nostro obiettivo è semplice: arrivare nella base mille metri più in basso e uccidere il luogotenente di Pagan Min. Tutto molto facile sembrerebbe, peccato che chi ci ha inviato vuole necessariamente che il "VIP" venga ucciso col pugnale per poi scattargli una foto perché, come Internet insegna, "pics or it didn't happen", di conseguenza un preciso colpo di fucile da un miglio è fuori discussione. Bisogna arrivargli sotto e colpirlo. Saltiamo nel vuoto e dopo una veloce escursione con la tuta alare si arriva ai piedi della base, un complesso di casupole protetto da alte mura e sviluppata in altezza, ai piedi di una montagna che digrada pian piano. Al giocatore spetta quindi decidere come arrivare al luogotenente, che ovviamente si trova più in alto, protetto da numerosi soldati ma anche giaguari delle nevi.

I fiumi rossi di Shangri-La

L'approccio "caciarone" è fuori discussione, anche perché in un attimo siamo circondati, nasconderci nelle casupole non basta a salvarci la vita. Far Cry 3 al cento per cento quindi. Avendo a disposizione una bella balestra abbiamo provato quindi la via del silenzio che abbiamo abbandonato solo quando girando l'angolo ci siam trovati davanti un paio di soldati di cui eravamo all'oscuro non avendoli marcati preventivamente con la macchina fotografica. Vai di mitragliatrice quindi, e vai anche di gran carriera verso il nostro obiettivo ucciso rapidamente senza troppi patemi. Neanche il tempo di far arrivare i rinforzi che già eravamo in volo con la nostra tuta alare verso lidi più sicuri. Missione compiuta, tutti a Shangri-La. Qui abbiamo indossato gli striminziti panni dell'eroe del folklore nepalese Kalinag, armato di arco dotato di bullet time (premendo L2 e R2), ma soprattutto accompagnato da una fedele tigre bianca, che risponde ai nostri comandi di attacco alla pressione di R1, ma capace anche di sbranare tutti coloro che si avvicinano troppo alla nostra sacra persona. Il setting è quanto di più diverso dalle montagne dell'Himalaya.

I fiumi rossi di Shangri-La

Dal bianco abbacinante della neve si passa al rosso cremisi dei fiumi che bagnano una sorta di piccoli isolotti sospesi collegati tra di loro da portali. Queste missioni secondarie si attivano ogni qualvolta osserviamo nel mondo reale dei particolari arazzi che di fatto ci teletrasportano nella mitica città. Le meccaniche anche qui sono simili, ma complice la scelta di non avere una ambientazione unica, ma quattro-cinque mini sandbox portale dopo portale, le prime fasi sono state piuttosto semplici, con pochi nemici/guerrieri da uccidere con l'arco o al massimo aiutandoci con la tigre. Andando avanti le cose si sono complicate non poco nonostante la possibilità di marcare i nemici, visti gli ambienti più grandi ma vista soprattutto anche la presenza dei cosiddetti Scorcher, nemici coriacei dotati di "cannone lanciafiamme" da uccidere con un preciso takedown alle spalle col pugnale, da effettuare solo dopo avergli lanciato contro la tigre per immobilizzarlo. Peccato solo che la tigre non possa esser "attivata" alla leggera, ha una sua energia ed è lenta a tornare in vita dopo esser andata al tappeto. Anche qui abbiamo provato diversi modi per arrivare al nostro obiettivo, ovvero slegare la campana dell'Illuminazione, ma vuoi gli Scorcher, vuoi i numerosi guerrieri con l' arco dotati di ginniche "manovre evasive", non siamo riusciti ad andare oltre le prime linee difensive.

I fiumi rossi di Shangri-La

Provando invece a fiancheggiare il gruppo, nascondendoci alla loro vista arrampicandoci sugli isolotti più esterni e sfruttando le coperture siamo arrivati in cima, senza di fatto ingaggiare lo Scorcher sputafuoco. Slegata la campana missione finita, si torna nella realtà. Quali sono quindi le nostre impressioni dopo questo primo incontro, pad alla mano, con Far Cry 4? La scelta di mostrare due missioni concettualmente simili, anche se con setting diametralmente opposti ha pagato per continuare a render chiaro come le solide basi stealth del terzo capitolo non abbiano subito nessuno snellimento. C'è da dire però che seppur nell'ottica dell'evitare spoiler, stiamo continuando a vedere sempre il solito assalto alla fortezza, anche se mascherato da uccisione singola, o da fantasia folklorica. Siamo quindi desiderosi di provare e vedere tutte le novità (e le possibilità) offerte dalla parte free roaming, di come insomma la vita del nostro eroe possa cambiare nelle rigogliose valli nepalesi o nelle gelate vette himalayane.

CERTEZZE

  • Meccaniche stealth inalterate rispetto al passato
  • La solita grande libertà d'azione

DUBBI

  • Vogliamo vedere di più oltre la conquista delle fortezze