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Il ritorno della speranza

The Last Guardian è vivo e vegeto, e noi lo abbiamo visto a porte chiuse

ANTEPRIMA di Antonio Fucito   —   17/06/2015
The Last Guardian
The Last Guardian
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Ci abbiamo sempre creduto anche quando si poteva fare della facile ironia e perdere ogni speranza, e quando abbiamo visto cadere quella piuma durante la conferenza Sony, quella fiamma si è accesa nuovamente con forza: The Last Guardian è vivo e vegeto, uscirà nel 2016 su PlayStation 4 e gode di ottima salute. Eravamo stati tra gli ultimi ad aver intervistato il suo iconico creatore, Fumito Ueda, nel lontano Tokyo Game Show del 2010, e da allora si erano perse le tracce, tra il "divorzio" con Sony fino alle ripetute voci della cancellazione del progetto.

Il ritorno della speranza

Invece ce l'abbiamo fatta, con l'annuncio suggellato da uno Shuei Yoshida visibilmente commosso sul palco che ha espresso la contentezza di aver potuto finalmente rivelare il gioco nella sua forma attuale. Commozione condivisa anche da noi durante la conferenza, accresciuta dalla consapevolezza che uno degli appuntamenti a porte chiuse con Sony sarebbe stato proprio dedicato a The Last Guardian. L'indomani abbiamo assistito infatti ad una presentazione a porte chiuse dedicata al gioco e presentata dallo stesso Fumito Ueda, accompagnato da traduttore come tradizione vuole per gli sviluppatori giapponesi. Durante la sessione di domande e risposte immancabile è arrivata la domanda sul perché di un ritardo così elevato nello sviluppo del gioco; le ragioni sono molteplici, e Fumito Ueda ne ha indicate due: la volontà innanzitutto di "trasportare" il titolo su PlayStation 4, vista la capacità di calcolo maggiore che ha permesso di materializzare al meglio le proprie idee e il mondo di gioco che aveva in mente; poi la sua insoddisfazione riguardo la storia, modificata e rivista più volte prima di arrivare alla stesura finale. Anche qualche problema nella gestione del team e dei rapporti con Sony, aggiungiamo noi: Fumito Ueda è una persona molto schiva e riservata, e probabilmente alcune divergenze hanno portato ad una dilatazione dei tempi di sviluppo fino a collaborare da esterno con il suo gen Studio per realizzare The Last Guardian.

The Last Guardian è vivo e vegeto, e noi lo abbiamo visto a porte chiuse

L'unione fa la forza

Tornando al titolo vero e proprio, Fumito Ueda ha giocato davanti a noi la demo mostrata in conferenza Sony, con una piccola sezione aggiuntiva rappresentata da un enorme stanzone nel quale il piccolo protagonista e Trico, il nome della creatura, si trovano intrappolati nel dover trovare una via per proseguire. Da subito si può apprezzare il rapporto tra i due, quello di un piccolo padrone e del suo grande animale affezionato, che comunicano col linguaggio del corpo e approfondiscono il loro legame nel corso dell'avventura che stanno affrontando. Lo sfondo della loro conoscenza vede le radici nel rapimento del bambino, che si ritrova in un posto enorme ed impossibile da affrontare da solo per scappare senza un aiuto.

Il ritorno della speranza

Trico non è un animale ben definito, ma rappresenta un ibrido tra un gatto, un cane ed un uccello, come si può notare guardando il trailer e il suo alternare fusa, il soffio in caso di pericolo e comportamenti tipici di questi animali, non ultime le fattezze fisiche che ricordano quelle di un volatile. Nel nome c'è un chiaro riferimento all'immaginario creato da ICO, che rappresenta l'ispirazione principale di The Last Guardian: il rapporto tra due, la loro interazione mediante un linguaggio sconosciuto, un mondo di gioco onirico e sconfinato, che da senso di grandezza e vuoto allo stesso tempo. Il piccolo protagonista interagisce con Trico accarezzandolo e mimando fisicamente quello che vorrebbe facesse; l'animale reagisce di conseguenza, rendendosi utile per superare le difficoltà incontrate e reagendo a sua volta di fronte ai pericoli o quello che sta succedendo in quel momento. A tal proposito, Fumito Ueda ha affermato che i comportamenti di Trico non sono prefissati in base a quello che deve "succedere" in punti specifici del gioco, ma ha una propria intelligenza artificiale che si sviluppa nel corso del gioco, si adatta in maniera dinamica al giocatore e a quello che è presente su schermo. La piccola porzione mostrata è posizionata a circa metà dell'avventura, inizialmente il rapporto tra il bambino e Trico sarà molto più difficile e farraginoso, giocoforza nelle parti avanzate più stretto e immediato, proprio a sancire questa evoluzione che segue di pari passo le vicende che vengono raccontate. The Last Guardian, come da tradizione per i titoli di Ueda, avrà una forte componente narrativa, raccontata soprattutto a livello visivo; lo sviluppatore non è ancora pronto a parlarne, ma siamo sicuri sarà elemento cruciale per determinarne il successo o meno. 
Tornando alle fonti di ispirazione, nel gioco non mancano nemmeno elementi di Shadow of the Colossus, che abbiamo notato da subito quando Trico si è allungato letteralmente verso l'alto per consentire al bambino di arrampicarsi sulla sua schiena e raggiungere una posizione sopraelevata, scendere quindi dall'altro lato e aprire il passaggio per proseguire verso l'esterno, nel punto dove comincia la demo mostrata pubblicamente in conferenza Sony.

Il ritorno della speranza
Il ritorno della speranza

Il mix, a nostro modo di vedere, ha la formula giusta, perché prende i migliori elementi dei due precedenti lavori di Fumito Ueda per crearne un terzo che speriamo possa essere di identica, eccezionale fattura. All'interno della demo si vedono altri due punti nei quali il piccolo protagonista "scala" Trico, ed altrettanti nei quali il rapporto di fiducia tra i due viene messo alla prova, col bambino che salta nel vuoto evidentemente sicuro che Trico lo prenda e lo tragga in salvo. La speranza è quella di vederne tante di queste situazioni, si sposano perfettamente col linguaggio visivo del gioco e con quel senso di surreale vastità che permea tutta l'ambientazione. Chissà poi cosa significa quel disegno che ad un certo punto spaventa la creatura alata, ma probabilmente lo scopriremo solo quando avremo il gioco in mano nella sua forma completa. Dal punto di vista tecnico The Last Guardian non può essere annoverato tra i titoli più impressionanti in uscita su PlayStation 4: si (intra)vede il suo sviluppo iniziale su PlayStation 3 soprattutto in termini di complessità delle texture e densità della scena, ma abbiamo anche un'ottima profondità visiva, una buon campionario di animazioni e soluzioni che accrescono il senso di movimento come le piume e le farfalle che svolazzano, il vento che interagisce con i due protagonisti, la realizzazione dello stesso Trico, imponente anche in termini poligonali. La musica sembra seguire il canovaccio dei precedenti capitoli, sottolineando i momenti di successo, di pericolo e di risoluzione dei puzzle, e lasciando invece ai rumori ambientali il resto dell'accompagnamento, allo scopo di aumentare l'atmosfera. D'altronde stiamo parlando (supponiamo) di un pezzo grosso quale Austin Wintory, che per Shadow of the Colossus, ad esempio, ha fatto un lavoro eccezionale. Due parole le spendiamo infine per l'online, che ovviamente non sarà presente nella forma classica legata al multiplayer, ma potrebbe offrire caratteristiche simili a quelli di titoli quali Journey o Demon's Souls, un qualche tipo di interazione che Ueda ha appena accennato e che a questo punto scopriremo nei prossimi mesi. È chiaro da quanto visto che il gioco baserà le sue fortune sulla credibilità del rapporto tra i protagonisti e sulle emozioni che susciterà nel giocatore, sulla complessità del mondo di gioco e su come si svilupperò la narrazione degli eventi; in definitiva, su quello che lascerà nel giocatore mentre si diletta pad alla mano, anche in termini di gameplay. Ico e Shadow of the Colossus sono riusciti in pieno nell'impresa, e la sensibilità di Fumito Ueda nello sviluppare videogiochi, unitamente a quello che abbiamo percepito e visto su The Last Guardian fino a questo punto, lasciano ben sperare che possa ancora una volta farci emozionare, al di là della contentezza di averlo visto finalmente di nuovo in azione.

CERTEZZE

  • Il rapporto tra il bambino e Trico sembra essere qualcosa in grado di emozionare
  • Il mondo di gioco è ispirato e affascinante
  • Il gioco è vive, respira e uscirà finalmente nel 2016! Half Life 3 confirmed!

DUBBI

  • Lo sviluppo travagliato quanto influirà sulla qualità e la coerenza narrativa del gioco?