Quando all'E3 2014 provammo per la prima volta Adr1ft, il gioco di debutto del team californiano Three One Zero era poco più che una tech demo dimostrativa, lasciandoci alla fine con un'impressione piuttosto tiepida. Non fraintendete, il concept di gioco era già molto interessante, le promesse della realtà virtuale affascinanti, e l'entusiasmo di aver visto Gravity pochi mesi prima non era ancora sparito del tutto. Eppure, il progetto diretto da Adam Orth consisteva in un piccolo ambiente vuoto: troppo poco in un periodo in cui la realtà virtuale ha bisogno di un'avanguardia di giochi "veri". Un anno dopo, Three One Zero si è ripresentata alla fiera di Los Angeles con una versione del gioco tutta nuova, migliorata in termini visivi ma soprattutto arricchita di meccaniche, obiettivi da portare a termine e oggetti con cui interagire.
All'E3 2015 abbiamo visto quanto è migliorato Adr1ft dopo un anno dalla primissima prova
Zero Gravity
La demo è ancora una volta ambientata in una stazione spaziale completamente distrutta, ma la prima novità che notiamo è una nuova HUD, che oltre a un piccolo radar e ad alcuni indicatori, riporta una barra che segnala la quantità di ossigeno rimasta. Ed ecco la prima, importante meccanica di Adr1ft: l'ossigeno a disposizione non diminuisce soltanto col passare del tempo, ma anche con i vari spostamenti. Per muoversi all'interno dello scenario si usano infatti dei propulsori ad aria compressa, e diventa quindi fondamentale dosare i singoli getti.
Viene così aggiunto un senso d'urgenza tutto nuovo: non c'è tempo per ammirare il panorama, e la priorità di chi gioca passa dal portare a termine una missione al cercare disperatamente una ricarica di O2. In un'occasione ci è capitato di rivivere proprio uno dei momenti di Gravity: con la riserva di ossigeno ormai al limite, dovevamo utilizzare l'ultimo getto a nostra disposizione per raggiungere con precisione una bottiglia di ossigeno in lontananza. Momenti da cardiopalma come questo saranno parecchio frequenti, anche perché, urtando contro pareti e oggetti pesanti, il rischio è di danneggiare la tuta e avere meno ossigeno a propria disposizione. Come già accennato, lo scopo dell'astronauta protagonista sarà portare a termine una serie di missioni all'interno della stazione spaziale, che andranno dal recuperare documenti importanti all'attivare delle centraline radio, riattivare dei generatori di energia o provare a mettersi in contatto con la Terra. Il tutto mentre si trovano e si ascoltano registrazioni audio che permettono di svelare cos'è accaduto nella stazione spaziale e che ruolo veste la protagonista al suo interno. In assenza di forze aliene e combattimenti nello spazio, è facile supporre che gli obiettivi non si allontaneranno troppo dalla formula "raggiungi il punto X e trova l'oggetto Y", e forse è proprio questo uno dei motivi per cui Adr1ft offrirà un'esperienza dalla durata abbastanza contenuta: non ci è stato detto un numero di ore approssimativo, ma gli sviluppatori vogliono che il gioco abbia la stessa durata di un lungo film. In chiusura spendiamo due parole sul supporto a Oculus VR, da sempre visto come uno degli aspetti più interessanti del progetto. L'ultima versione di Oculus assicura una completa immersione e attimi mozzafiato: il momento più alto dell'intera demo l'abbiamo avuto uscendo per la prima volta dalla stazione spaziale e voltandoci verso la Terra. Eppure, nonostante la tecnologia sia nettamente migliorata rispetto allo scorso anno, il motion sickness si fa ancora sentire parecchio, e in particolare quando ci si trova a piroettare a gravità zero. Non è ancora chiaro se e quanto verrà risolto il problema, considerato che dipende contemporaneamente dalla tecnologia di Oculus, dalle scelte di design degli sviluppatori e, ovviamente, dalla sensibilità di chi gioca, ma Adr1ft sarà tranquillamente giocabile anche senza visore, e da quello che abbiamo potuto vedere promette essere un gioco coinvolgente e originale a prescindere che la realtà virtuale sarà pronta o meno.
CERTEZZE
- Interessante anche in termini di gameplay
- Coinvolgente ed emozionante (sia con che senza visore)
- Momenti e scorci mozzafiato
DUBBI
- Il motion sickness rischia di rovinare l'esperienza con Oculus
- Il ritmo dell'avventura è tutto da verificare