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James Bond: vent'anni sotto copertura

In occasione del nuovo film di 007, una breve cronistoria delle sue comparse nei videogame

SPECIALE di Luca Olivato   —   06/11/2015

Per gli irriducibili nerd come noi l'unico e solo film del Natale 2016 è il settimo episodio di Star Wars, ma la terza trilogia della saga inventata da George Lucas se la giocherà con la nuova installazione delle avventure di James Bond. Ventisei (considerando anche il futuro Spectre e i due episodi non "ufficiali") sono i lungometraggi dedicati all'agente 007, il cui debutto risale al 1962, ma incredibilmente i tie-in con la licenza di uccidere sono addirittura più numerosi delle controparti in celluloide, nonostante siano partiti 21 anni più tardi.

James Bond è stato servito in tutte le salse, ma incredibilmente non c'è ancora un tie-in per Spectre

Tanta voglia di ucciderti

James Bond 007 è il primo videogioco che vede protagonista l'agente segreto: correva l'anno 1983 e correvano anche le macchinine di questo platform a scorrimento orizzontale i cui livelli prendevano ispirazione da Solo per i tuoi occhi, Moonraker, La spia che mi amava e Una cascata di diamanti. Prodotto da Parker Borthers uscì per i principali sistemi Atari e Commodore e passa alla storia più per essere il primo che per altri meriti. Il 1985 è un anno d'oro per la saga di James Bond, con addirittura tre titoli pubblicati da altrettanti publisher. Esce solo per Commodore 64, ad opera di Coplin Software, 007: Car Chase, un altro gioco di guida ma con una grafica decisamente più avanzata, tuttavia non ancora abbastanza per raggiungere la sufficienza. Obbiettivo fallito anche dal primo dei due dedicati a Bersaglio Mobile. A View to Kill: The Computer Game era un platform sviluppato da Softstone e pubblicato da Domark per Commodore 64, ZX Spectrum e Amstrad CPC; diviso in tre sezioni separate, ispirate ovviamente al film, venne bocciato dalla critica nonostante un buon successo nelle vendite, favorito probabilmente dalla mitica sequenza introduttiva.

Doveva essere un semplice gioco di motoscafi, è diventato un tie-in.
Doveva essere un semplice gioco di motoscafi, è diventato un tie-in.

Di altro spessore James Bond 007: A View To Kill. In questo caso stiamo parlando di un'avventura testuale sviluppata da AngelSoft e pubblicata da Mindscape per sistemi DOS e Macintosh che meriterà un seguito nel 1986: Goldfinger. Allo sviluppo partecipò Raymond Benson, lo stesso romanziere che dieci anni più tardi si occuperà della sceneggiatura di Il domani non muore mai, Il mondo non basta e La morte può attendere. Nel 1987 esce nelle sale Zona Pericolo e per la solita Domark, divenuta titolare esclusiva dei diritti di immagine, il boccone è troppo ghiotto: così il primo tie-in viene affidato alla talentuosa Sculptured Software. Ancora una volta l'agente segreto è alle prese con un platform intitolato The Living Daylights e destinato praticamente a quasi tutti i sistemi dell'epoca; notevole il consenso della critica. Non pago del successo il publisher anglosassone rilascerà per l'anno seguente Live and Let Die. Si tratta di un gioco di motoscafi sviluppato da Elite Software ed inizialmente intitolato Aquablast, successivamente rinominato dagli strateghi del marketing che lo avevano ripensato come ideale proseguimento dell'inseguimento navale di Vivi e lascia morire, lungometraggio del 1973: pronto e confezionato ovviamente per il periodo natalizio. Nel 1989 Timothy Dalton è protagonista in Licenza di uccidere e i beniamini della Domark non si lasciano sfuggire l'occasione, affidandosi all'ala interna chiamata Quixel per un action a scrollamento verticale. C'è un aneddoto riguardante License to Kill che merita di essere raccontato: la versione per NES non fu pubblicata in quanto lo sviluppatore Tengen aveva completato la conversione con troppo ritardo rispetto all'uscita in sala del film.

La fine di un'era

Il successo commerciale dell'opera di Ian Fleming non sembra arrestarsi durante i primi anni Novanta: nel 1990 escono addirittura due titoli ispirati a James Bond. Da una parte US Gold pubblica un'avventura punta e clicca sulla falsariga degli instant-classic della LucasArts. Ad occuparsene è la giovane Delphine Sofware che con The Stealth Affair raccoglie ottimi voti dalla critica.

007 sulla Lotus Esprit: corre il 1990.
007 sulla Lotus Esprit: corre il 1990.

Dall'altro lato l'immancabile Domark ha la brillante idea di riesumare le gesta di Roger Moore in La spia che mi amava con un curioso shoot'em up a scorrimento verticale realizzato da The Kremlin, in cui il giocatore controlla una Lotus Espirit modificata dal buon M. Nel 1991 viene riutilizzato per una serie animata un personaggio introdotto per la prima volta nel 1967 nel libro The Adventures of James Bond Junior 003½, e nel 1992 la Marvel ne realizza una collana: quale migliore occasione per trasportare il nipote dell'agente segreto sui monitor? Ci pensa THQ che commissiona a due diversi sviluppatori i lavori per Super Nintendo e NES. Grey Matter progetta un action per l'ammiraglia della casa nipponica, mentre Eurocom si occupa di un più modesto platform con dei richiami ai puzzle game per la console più piccola: in entrambi i casi l'insuccesso è assicurato. Domark preferisce saggiamente puntare sul parente più adulto con The Duel, completato da The Kremlin nel 1993. Si tratta di un platform pubblicato per le console SEGA dell'epoca (Mega Drive, Master System e Game Gear) che merita di essere ricordato nonostante la pessima accoglienza da parte della carta stampata. In primis, è l'ultimo 007 pubblicato dal publisher inglese; in secundis, offre a Timothy Dalton l'ultima occasione di vestire i panni di James Bond. Infine, è stato il primo videogame a non essere direttamente collegato ad un film o un romanzo di Ian Fleming, ma dotato di una sceneggiatura originale.

Incredibile: un tie-in è uno dei migliori giochi di sempre.
Incredibile: un tie-in è uno dei migliori giochi di sempre.

Da questo momento in poi cala il sipario sulle gesta di 007: all'uscita di GoldenEye (1995) non sembra ci sia alcuna casa interessata a rilasciarne un videogame. Il silenzio sulle scene viene fragorosamente interrotto nel 1997, anno in cui in sala esce Il domani non muore mai, per quello che è considerato uno dei capolavori più significativi degli anni Novanta: GoldenEye 007. Lo sparatutto realizzato da RARE in esclusiva per Nintendo 64 ridefinisce il concetto di killer application diventando non solo il miglior tie-in, ma uno dei migliori giochi di sempre. Nel 1998 sempre Nintendo offre a Saffire la possibilità di trasportare James Bond sul bianco e nero del Game Boy, ma l'omonimo action-adventure raggiunge a malapena la sufficienza. Nel frattempo nessuno si era filato Tomorrow Never Dies e così Electronic Arts, che aveva acquisito i diritti di immagine, recupera il tempo perso presentando per il Natale del '99 un action di Black Ops Entertainment in esclusiva per PlayStation. Anche in questo caso possiamo parlare di tie-in ampiamente dimenticabile (e dimenticato).

L'inizio di un'E(r)A

Allacciatevi le cinture (in tutti i sensi) perché se siete intenzionati a recuperare lo scibile videoludico su 007 dovrete affrontare la bellezza di sette giochi pubblicati a raffica nella prima metà del nuovo millennio. Il 2000 si apre con Racing, una sorta di Need for Speed con l'Aston Martin di James Bond: il titolo pubblicato e sviluppato internamente da Electronic Arts lascia il tempo che trova. Per The World is not Enough il publisher americano si affida a due diversi sviluppatori: Black Ops per la versione PlayStation ed Eurocom per quella N64. Stiamo parlando in entrambi i casi di FPS che però sembrano avere in comune solo il nome e le location. Quello per la console di casa Sony gira sul motore di Medal Of Honor, presenta undici livelli (alcuni dei quali non presenti su N64), è privo di modalità multiplayer ma in compenso sfrutta le capacità del CD-ROM per delle cutscene in full motion video e della musica ad alta qualità. Di contro la release studiata da Eurocom sembra essere più una sorta di sequel dell'inarrivabile GoldenEye: ha quattordici livelli e una modalità competitiva, ma a causa delle limitazioni della cartuccia non può vantare gli extra di PlayStation. Ciononostante risulta essere di gran lunga migliore, con un'accoglienza davvero entusiastica da parte dei possessori Nintendo; decisamente meno calorosi i commenti dei giocatori Sony. Diversi mesi più tardi ne viene commissionata a 2n Production una versione per Game Boy Color: si tratta in questo caso di un platform che si sviluppa su 8 livelli.

Per non dimenticare.
Per non dimenticare.

Nel 2001 è la volta di Agent Under Fire, quello che Electronic Arts considera il seguito spirituale di GoldenEye, sviluppato per le console di nuova generazione; inizialmente ne era prevista anche una versione PC ma fu cancellata. EA Redwood Shore utilizza il potente motore di Quake III Arena per questo discreto FPS. Nel 2002 James Bond si affida alle cure di Eurocom per Nightfire che realizza un ottimo sparatutto in prima persona utilizzando l'engine di Half-Life. Ottimo solo per le versioni console perché la versione PC, affidata invece a Gearbox, oltre ad essere priva di alcuni livelli e delle sezioni di guida, risulta catastrofica: non ci poteva essere peggior ritorno dell'agente segreto sulle piattaforme Windows. La release per Gameboy Advance, curata da JV Games, viene distribuita come al solito con un anno di ritardo, ma la piccola console di casa Nintendo può prendersi la rivincita sulle sorelle maggiori con Everything or Nothing: si tratta in questo caso di un action bidimensionale in terza persona curato da Griptonite. Nel passaggio a PlayStation2, Xbox e GameCube, datato 2004, EA Redwood Shore ne aggiunge la terza dimensione per dar vita al sequel di Agent Under Fire. Vengono utilizzati sia l'engine di Quake III Arena che quello di Need for Speed per le sezioni di guida: calorosa accoglienza di pubblico. Per il periodo natalizio dello stesso anno è pronto anche GoldenEye: Rogue Agent che in comune con il classico per N64 ha solo il titolo. Sviluppato da EA LA per tutte le piattaforme dell'epoca, DS compreso (ma PC escluso) se la cava senza infamia e senza lode, ma in compenso può annoverare Paul Oakenfold come compositore della colonna sonora. Con From Russia with Love, terzo e conclusivo capitolo della trilogia curata da Redwood Shore si chiude nel 2005 l'epopea Electronic Arts: il publisher infatti perderà i diritti di immagine a favore di Activision.

La visione di un'era

James Bond si prende una meritata pausa di tre anni prima di affrontare le nuove avventure di Quantum Of Solace. Ad occuparsi del nuovo FPS è Treyarch, che però doveva ancora diventare quella talentuosa di Black Ops. Morale della favola: lo sparatutto ottiene punteggi prossimi allo zero nonostante l'utilizzo del premiatissimo motore di Modern Warfare.

È brutto forte.
È brutto forte.

Va decisamente meglio per la release old-gen curata da Eurocom per la vecchia PlayStation2: si tratta in questo caso di uno shooter in terza persona sulla falsariga di Agent Under Fire. Nel 2010 viene realizzato il remake dell'immortale GoldenEye per le console di casa Nintendo: Eurocom si occupa brillantemente della versione Wii, mentre n-Space non fa centro con quella per DS. I possessori delle altre console possono rifarsi con Blood Stone, pronto giusto per il periodo natalizio: siamo al cospetto di un dimenticabilissimo action in terza persona sviluppato da Bizzare Creations. Nel 2011 torna per l'ennesima volta GoldenEye nella Reloaded Edition per PlayStation3 e Xbox 360: si tratta della versione riveduta e corretta del remake dell'anno precedente, curata sempre da Eurocom con buoni risultati. Arriviamo ai giorni nostri con il terrificante Legends, miscuglio di episodi di 007 in salsa FPS: probabilmente uno dei giochi più brutti del 2012. Dopo questo ennesimo disastro l'azienda di Santa Monica ha lasciato decadere i diritti d'immagine di James Bond e sino a questo momento nessun altro si è fatto avanti, eccezion fatta per il publisher Glu Mobile che ha realizzato l'incommentabile World of Espionage, fortunatamente disponibile solo per sistemi IOS e Android. Per la versione in pixel di Spectre ci sarà ancora da aspettare ma, nel frattempo, chi volesse vivere la "James Bond Experience" può tentare la fortuna con l'iniziativa di Movieplayer.it.