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La grande mela avvelenata

Torniamo a parlare della beta di The Division, questa volta aperta a tutti, per concentrarci sugli aspetti più discussi e sulle novità dell'ultima versione

PROVATO di Mattia Armani   —   19/02/2016
Tom Clancy's The Division
Tom Clancy's The Division
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Le versioni PC e console di The Division, in questo caso specifico quella per Xbox One che continua a soffrire di vistosi problemi di pop up, mostrano una marcata differenza in termini di dettaglio e definizione ma sono accomunate da un comparto artistico decisamente raffinato. La forza visiva del titolo Ubisoft si manifesta nella grande varietà di terreni, negli sbuffi di vapore realistici, nelle texture studiate nel minimo dettaglio, nel gran numero di elementi che riempiono le strade, nell'arredamento degli interni, negli effetti luce che si riflettono nel fumo e negli oggetti che rispondono credibilmente all'impatto dei proiettili. Anche se la New York creata da Ubisoft è ancora povera d'azione, risulta in qualche modo viva benché devastata dalle conseguenze dell'epidemia che l'ha colpita e il merito va in gran parte al reparto artistico che ha realizzato e collocato a mano più di 400 varianti di veicoli, oltre 200 diverse pubblicità studiate nel dettaglio, qualcosa come 320 graffiti differenti e oltre 2000 diversi poster di persone scomparse. Il risultato di tutto questo lavoro è un'ambientazione a dir poco suggestiva, che in questa nuova beta si vivacizza grazie a un paio di novità importanti. In questo provato ci focalizziamo proprio su queste rimandandovi, per tutto il resto, al coverage della closed beta realizzato qualche settimana addietro.

Torniamo nella New York contaminata di The Division per parlare delle novità della open beta

New York, New York

The Division è diviso in due parti distinte. La prima è di stampo cooperativo con tanto di matchmaking, hub in cui incontrare decine di altri giocatori e missioni ripetibili a difficoltà crescente con il fine di ottenere più esperienza e, cosa importante per chi non non apprezza il lato competitivo, loot di alta qualità senza dover mettere piede nella Dark Zone. Quest'ultima invece, distinta anche per quanto riguarda valuta e punti esperienza, è l'area destinata al multiplayer competitivo all'interno della quale si incontrano anche giocatori che non fanno parte del nostro gruppo ma hanno il nostro stesso obiettivo: scovare bottini preziosi e decontaminarli, perché vengano spediti alla propria scorta.

La grande mela avvelenata
La grande mela avvelenata

Per farlo è possibile cercare i respawn delle casse, dare la caccia ai nemici controllati dall'intelligenza artificiale oppure attaccare gli altri giocatori per depredarli. In tutti e tre i casi le cose sono cambiate rispetto alla beta alterando in modo sostanziale il bilanciamento dell'esperienza. Il ritmo di respawn delle casse è diminuito, i nemici controllati dall'intelligenza artificiale sono aumentati in modo evidente e tradire il prossimo diventando un Rogue Agent può garantire, in caso di sopravvivenza agli inevitabili attacchi degli altri giocatori, guadagni sensibilmente maggiori. Così facendo vengono incentivati sia il combattimento contro gli altri giocatori sia quello contro i nemici gestiti dal computer, ed entrambi si mescolano più facilmente aumentando sia la possibilità di essere presi presi alla sprovvista sia quella di sfruttare il nemico controllato dal computer per togliersi di mezzo. Sempre in relazione alla Dark Zone questa open beta comprende anche due accorgimenti importanti. Nel primo caso parliamo più di un fix che di una novità visto che nella closed beta capitava spesso di trovarsi un giocatore segnalato come agente traditore, pur non essendolo. Attaccandolo capitava di trovarsi involontariamente dalla parte del cattivo, inseguiti senza capire il perché da sciacalli e giustizieri. Nella nuova versione questo problema è stato risolto così com'è stato eliminato il rischio di finire braccati per aver colpito accidentalmente un giocatore. Nella open beta è necessario infliggere un certo ammontare di danno a un altro giocatore prima di essere segnalati come Rogue Agent anche se l'interfaccia segnala comunque l'attacco preparando i giocatori nei dintorni a un possibile tradimento. Si tratta di un accorgimento che alcuni titoli online non hanno mai adottato ed è un buon segno che Ubisoft abbia prestato attenzione alla questione rapidamente, a cavallo del passaggio dalla closed beta a quella aperta.

Giù, nelle viscere di Manhattan

Non eccessivamente action e nemmeno simulativo, il gameplay di The Division si distingue da quello di un comune shooter grazie ai gadget che consentono di trasformare i personaggi in curatori, tank e guastatori. Per ora le abilità disponibili sono una manciata ma questa open beta ci permette di provarne un'altra che si aggiunge alla granata adesiva, al dispositivo di cura, allo scudo antisommossa e al rilevatore di posizione. Parliamo della torretta, che può essere ottenuta spendendo risorse per evolvere una nuova sezione della base prima non raggiungibile. Ma prima di farlo è necessario salvare un ingegnere affrontando una nuova missione che, con nostro sommo piacere, si è rivelata piuttosto corposa. Tra l'altro l'incarico in questione, chiamato Subway Morgue, ci permette di conoscere più a fondo la fazione dei pulitori che abbiamo già intravisto giocherellare con pericolosi lanciafiamme nella closed beta e che questa volta ci causa qualche problema in più, aggiungendo ai piromani orde di fanatici armati di ascia. Decisi ad affrontarli nonostante il livello del personaggio fosse più basso di quello consigliato, abbiamo impiegato quasi mezzora per scendere nei meandri della metropolitana, affrontare svariate guardie, ammirare le cavernose viscere di Manhattan, riattivare due generatori e debellare svariate ondate di nemici seguite da un miniboss e da un boss finale armato di un potente lanciafiamme.

La grande mela avvelenata
La grande mela avvelenata

Affrontando l'incarico con uun party, un livello più alto e un equipaggiamento migliore avremmo senz'altro impiegato meno tempo ma anche tenendo conto di questo fattore è chiaro che parliamo di una missione più corposa di quelle viste nella closed beta e questo in qualche modo ci rassicura sui contenuti che possiamo aspettarci dalla versione finale anche se non abbiamo visto nulla di sconvolgente dal punto di vista delle meccaniche. Il feedback delle armi non è cambiato e per ora le unica novità in questo senso sono alcune armi più potenti reperibili nella Dark Zone e la torretta automatica che funziona egregiamente come distrazione, oltre a causare anche qualche danno ai nemici. Per avere il quadro completo sarà necessario aspettare la versione finale che oltre a offrire svariate abilità potrebbe riservare alcune sorprese interessanti, come la modalità cooperativa per più di quattro giocatori di cui per ora si è visto solo un menù vuoto. La sua presenza nella versione finale, però, dovrebbe essere quasi certa considerando anche la promessa di Ryan Barnard, game director del titolo Ubisoft, che nel 2013 ha parlato di importanti meccaniche multi-gruppo e della certezza di contenuti destinati ad almeno otto giocatori. Una delle ipotesi è che possa trattarsi delle classiche missioni raid più difficili e articolate che potrebbero essere vitali, al pari di una Dark Zone bilanciata, nell'ottica del gameplay end game. E ci auguriamo che sotto sotto ci sia qualcosa di più complesso visto che stiamo parlando di un elemento potenzialmente fondamentale per garantire longevità e profondità a un titolo che pur potendo essere in gran parte fruito in solitaria è legato a doppio filo alla propria anima online. La speranza è queste dinamiche non facciano la fine della companion app mobile che lo scorso anno è stata eliminata, portandosi presumibilmente dietro il quinto giocatore e tutte le meccaniche legate all'impiego di droni che abbiamo visto in occasione della presentazione del titolo Ubisoft.

CERTEZZE

  • Una New York suggestiva e angosciante
  • Attenzione per i bilanciamenti
  • Finalmente una missione più articolata e corposa

DUBBI

  • Il feedback delle armi può indubbiamente migliorare
  • L'end game resta avvolto nel mistero
  • Caricamento delle texture ancora vistoso