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Orrore Virtuale

Un'avventura horror ci ridà un po' di fiducia nell'applicazione della realtà virtuale

PROVATO di Umberto Moioli   —   17/06/2016
Wilson's Heart
Wilson's Heart
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A dispetto dei timori, l'E3 2016 non è stata interamente incentrata sulla realtà virtuale. Certo Sony ha spinto PlayStation VR e gli ha dedicato alcuni importanti annunci, e certo non sono mancate nemmeno le occasioni per osservare e provare con mano qualche gioco pensato con in testa i nuovi dispositivi, però il numero di "intrusioni" all'interno della normale produzione videoludica è stato contenuto. Tra i pochi prodotti a impressionarci non possiamo non inserire Wilson's Heart, avventura horror sviluppata in esclusiva per Oculus e Oculus Touch da Twisted Pixel, quelli di 'Splosion Man, che hanno deciso di cambiare completamente genere e direzione, portandoci all'interno di uno spaventoso ospedale psichiatrico per rivelarne i segreti. La premessa non è un granché originale ma, dopo circa mezz'ora di prova, possiamo dire che la formula ci ha convinto e per una volta ci siamo tolti il visore con la consapevolezza che quello che abbiamo giocato non avrebbe potuto essere fatto allo stesso modo senza l'ausilio e l'immersività di questa nuova, vecchia tecnologia.

Wilson's Heart promette di portare l'horror virtuale verso un nuovo livello

Il risveglio

Incatenati e privi di conoscenza fino a un istante prima, Wilson's Heart ci fa iniziare con una decina di minuti di tutorial che sono anche perfetti per immergerci nelle sue atmosfere disturbate. Con l'ausilio dei controller Oculus Touch possiamo svitare i fermi delle manette che ci stringono, mimando i movimenti per farli saltare ed essere finalmente liberi di muovere le mani a nostro piacere. Il sistema di movimento è simile a quello adottato da Epic Games con Bullet Train: guardandosi attorno vengono evidenziati dei punti verso i quali ci si può teletrasportare con un click, dando modo, raggiunta la meta, di interagire con gli oggetti circostanti.

Orrore Virtuale
Orrore Virtuale

Certo, non è come potersi muovere liberamente, però la quantità di "hot spot" sparsi per ciascuna ambientazione è sufficiente a dare un certo senso di libertà. Proseguendo di ambiente in ambiente, Wilson's Heart gioca con i classici stilemi dell'horror per costruire una tensione che sfrutta porte cigolanti, ombre che si muovono nella penombra e strilla lontane per mettere un'angoscia che poi esplode definitivamente in scene da horror vero, come quando un orsetto di pezza esce letteralmente da un dipinto per fare a pezzi una delle infermiere che ci tentano invano di farci tornare nella zona riservata ai pazienti. Nel mezzo ci sono indizi da raccogliere e oggetti da usare, anche grazie a un inventario che funziona piuttosto bene nella sua semplicità, e non mancano fotografie, documenti e audio che contestualizzano quanto sta accadendo e ci svelano il mistero che circonda l'ospedale, un pezzetto per volta. Nulla di rivoluzionario, sia chiaro, ma in questo caso è stato fatto in modo che l'osservazione di quanto ci accade attorno imponga in effetti di sfruttare la profondità della visuale stereoscopica e la possibilità di muoversi a 360 gradi; Wilson's Heart fa paura e le quasi dieci ore di avventura promesse sarebbero una longevità sufficiente, per una volta, a giustificarne il prezzo pieno. Il problema, eventualmente, è l'esclusività per un visore e dei controller che sono sì leader di mercato al momento, ma di un mercato estremamente ridotto che molto difficilmente gli assicurerà una diffusione significativa. Aspettiamo di capire l'impatto di PlayStation VR sul pubblico, l'arrivo di un nuovo protagonista che ha il potenziale per allargare gli orizzonti commerciali di questa tecnologia. Fino ad allora Wilson's Heart e il suo ospedale degli orrori resteranno qualcosa per pochi.

CERTEZZE

  • Buon utilizzo della realtà virtuale
  • Mette effettivamente ansia
  • Promette dieci ore di gioco

DUBBI

  • La base installata potrebbe penalizzarlo
  • Il sistema di spostamente non è il massimo dell'immersività