Quella di Crystal Dynamics è una Lara profondamente rinnovata: più realistica ed emozionale, meno sicura di sé, ma non per questo priva di determinazione. Nel registro dei cambiamenti segnaliamo però anche l'infedeltà, considerando che Rise of the Tomb Raider, l'ultima iterazione del celebre franchise, è stato il primo titolo a girare le spalle all'utenza Sony. Il gioco è uscito infatti in esclusiva temporale su Xbox One (e poco dopo PC), a seguito di un clamoroso accordo tra la casa di sviluppo e Microsoft. Si è trattato di un fatto storico per una serie che non aveva mai mancato appuntamento sulle piattaforme PlayStation.
Nello scorrere dei vari capitoli, però, il legame con la casa di Redmond si è fatto più stretto, fino ad arrivare al suo apice nel corso dello sviluppo del reboot di Tomb Raider, uscito nel 2013, dal quale evidentemente sono state gettate le basi dell'accordo di esclusiva temporale che ha coinvolto il sequel. L'annuncio ha creato un vespaio di polemiche davvero molto forte, tanto da esortare, probabilmente, entrambe le parti coinvolte a chiarire i termini specifici di un'esclusiva che, per naturale supposizione, era volutamente nebulosa per conferire massimo rilievo alla versione Xbox One. Adesso Rise of the Tomb Raider è stato finalmente annunciato anche su PlayStation 4, in un'edizione decisamente ricca e concepita per festeggiare il ventennale della serie. Sono infatti passati ben quattro lustri da quell'indimenticabile 1996, anno che coincise con il fulminante debutto del franchise. Il gioco arriverà sugli scaffali a un anno dalla versione Xbox One, con tanti contenuti aggiuntivi che aiuteranno sicuramente a non pensare troppo alla lunga attesa, ma tutto questo può bastare?
Rise of the Tomb Raider arriva finalmente su PlayStation 4, ma gli utenti lo vogliono ancora?
L'ascesa definitiva
Francamente immaginavamo un'edizione sostanziosa per la versione PlayStation 4 di Rise of the Tomb Raider. L'ipotesi di una "game of the year edition" che integrasse tutte le espansioni già rilasciate era scontata, ma Crystal Dynamics è andata oltre con la versione 20 Year Celebration, proponendo un pacchetto veramente ricco che integra addirittura un contenuto del tutto inedito: Blood Ties, incentrato sulla iconica Croft Manor, che Lara dovrà esplorare in una parentesi apparentemente scollegata dalla storia del gioco. Il nuovo DLC presenta addirittura una modalità chiamata "Lara's Nightmare", che ci mette di fronte a una sorta di invasione di zombie all'interno della stessa magione. Come se non bastasse, 20 Year Celebration include anche nuove carte per giocare l'avventura principale con cinque modelli storici di Lara recuperati dai precedenti capitoli, un nuovo livello di difficoltà, una nuova modalità sopravvivenza co-op e nuovi vestiti basati su Tomb Raider III.Senza escludere ovviamente le due espansioni già rilasciate, come Baba Yaga: Il tempio della Strega. Si tratta di una quantità sorprendente di contenuti, senza dubbio l'esperienza definitiva in grado di destare la curiosità anche di coloro che hanno già giocato la vecchia versione. Probabilmente consapevole di questo, Crystal Dynamics pubblicherà Rise of the Tomb Raider: 20 Year Celebration anche su PC e Xbox One, mentre i possessori del pass stagionale potranno scaricare gratuitamente tutti i nuovi contenuti, chi possiede solo il gioco base potrà infine acquistarli separatamente. In questo scenario risulta chiaro che gli utenti più agevolati sono proprio quelli PlayStation 4, che potranno mettere le mani sul pacchetto completo a un costo conveniente, forse anche con ipotetici miglioramenti grafici, considerando che lo sviluppatore ha garantito un target di 1080p e 30 fotogrammi al secondo, senza però escludere bonus che potrebbero riguardare la versione per PlayStation 4 standard, o la revisione NEO. Tutto ottimo quindi, ma la braccia dell'utente Sony saranno aperte o intorpidite dall'attesa?
Esplorando i sotterranei del rancore
Non conosceremo mai i dettagli monetari dell'accordo tra Square Enix e Microsoft che hanno portato all'esclusiva temporale di Rise of the Tomb Raider. Presumibilmente si tratterà di cifre che avranno fatto tremare le gambe di Crystal Dynamics, ma la questione evidentemente è più complessa ed è la stessa casa di Redwood a suggerire i dettagli. Microsoft ha effettivamente aiutato lo sviluppo del titolo, garantendosi così una forma di esclusività che non poteva non esprimersi in almeno una determinata finestra temporale.
Nell'operazione a nostro avviso sono però stati compiuti degli errori, il primo di trasparenza a livello comunicazione, che non ha fornito all'utenza i mezzi per assorbire il colpo. Microsoft ha giocato con le parole nel corso della Gamescom 2015, risultando vaga a ufficializzare i termini dell'esclusiva, mentre nel frattempo Crystal Dynamics si contorceva su se stessa attraverso comunicati confusionari e contraddittori. In sostanza nessuno aveva intenzione di chiarire nell'immediato i parametri dell'esclusiva ed è passato molto, troppo tempo prima di parlare della controparte PlayStation 4. Solo diversi mesi dopo è stata scoperta l'ovvietà, ovvero la richiesta esplicita da parte di Microsoft di almeno 12 mesi di vantaggio su Sony.Il secondo errore riguarda una certa superficialità di valutazione da parte del publisher: lasciare in apnea l'utenza storica di un franchise altrettanto storico per un'esclusiva temporale non è un'operazione semplice, né priva di danni collaterali complessi da sanare. Forse anche Square Enix se ne è resa conto, considerando che, con un sinistro tempismo, ha dismesso il CEO Darrel Gallagher, sicuramente coinvolto nell'accordo con Microsoft. Ovviamente non abbiamo prove che ci sia una correlazione tra i due eventi, ma è più che lecito formulare qualche congettura in merito. Occorre quindi fare i conti con l'ostracismo generato a seguito delle forti polemiche contro l'operazione: qualche utente potrebbe non apprezzare i - comunque encomiabili - sforzi di Crystal Dynamics per giustificare il ritardo dell'arrivo di Rise of the Tomb Raider su PlayStation 4. Ma c'è anche dell'altro.
La coppia della generazione
A tutto questo occorre aggiungere l'influenza di Uncharted 4: Fine di un Ladro, l'ultimo capitolo dell'avventura di Naughty Dog, apprezzatissima su PlayStation 4, e che ha creato ormai un legame molto profondo con gli utenti. Il rapporto del franchise con quello di Tomb Raider è controverso e anche un po' paradossale, giocando con gli indubbi punti in comune: il personaggio di Nathan Drake è chiaramente nato come antitesi maschile di Lara Croft, entrambe le serie prendono ispirazione da film come quelli di Indiana Jones. Dal canto suo, la stessa serie di Tomb Raider ha preso ispirazione da Uncharted per calibrare i parametri della sua rinascita, con una maggiore attenzione all'aspetto narrativo e cinematografico, ma soprattutto con una decisa virata verso l'action. Elementi come esplorazione e la risoluzione di enigmi sono passati in secondo piano, diventando funzionali a una struttura grossomodo lineare e non certo equivocabile.Nella generazione corrente abbiamo assistito a un'ulteriore diversificazione tra le due serie, Uncharted 4 continua coerentemente con la sua formula action adventure, probabilmente magnificato al suo massimo, mentre Rise of the Tomb Raider cerca, in parte, di recuperare qualcosa dal passato. L'esperienza è meno lineare, ritornano elementi esplorativi, così come le tombe da esplorare, e ci sono anche delle nuove idee. Certo, sarebbe troppo ardito tracciare un parallelo con i primi capitoli, ma resta indubbio che Crystal Dynamics sta cercando la quadra tra nostalgia e le esigenze del mercato moderno. Nonostante tutto, ci sono ancora molti che ritengono il reboot della bella Lara come un tentativo di intaccare il mercato degli estimatori di Nathan; è la stessa Naughty Dog a scherzarci sopra, evidenziando una somiglianza tra le copertine dei due giochi. Il nostro punto di vista in merito è che, nonostante abbiano preso reciprocamente ispirazione, le due serie hanno in realtà trovato una loro precisa identità sul mercato.
I venti anni di Lara
Arriva quindi il tempo di dare il nostro giudizio sull'annosa domanda: gli utenti Sony perdoneranno Rise of the Tomb Raider per il suo ritardo su PlayStation 4? La risposta è che, nonostante tutto, dovrebbero, perché l'edizione 20 Year Celebration sembra davvero eccezionale e rappresenta senza dubbio l'esperienza totale e definitiva di un titolo che, lo ricordiamo, ha strappato un bel 9 dal nostro Antonio Fucito e che non potrà che risultare ancora più bello e aggiornato grazie ai nuovi contenuti integrati e l'espansione Blood Ties, chiaramente pensata per celebrare la serie. Mancare questo nostalgico appuntamento - cosa dire dei modelli classici? - per una questione di principio sarebbe poco intelligente, anche perché si tratta in realtà di un ottimo affare per chi non ha ancora giocato il titolo originale, poiché avrà modo di accedere a tutti i contenuti rientrando nel costo d'acquisto del gioco. Allo stesso modo, è apprezzabile che Crystal Dynamics offra i contenuti su tutte le piattaforme. Forse resterebbe ancora da discutere sull'efficacia di tutta l'operazione legata all'esclusiva temporale, controversa e con troppi pericoli, che dubitiamo verrà nuovamente applicata in futuro, per adesso ci sentiamo di dire che è il caso di seppellire l'ascia di guerra e goderci tutti insieme il ventennale di una delle più amate eroine dei videogiochi, anche su PlayStation 4.