Dopo l'intero scandalo Counter Strike e scommesse che ha coinvolto Steam, la piattaforma torna a far parlare di sé e stavolta di mezzo ci sono discutibili metodi di promozione dei giochi su Steam Greenlight da parte di un nuovo distributore attivo nella community chiamato Yolo Army.Nel nostro speciale vi spieghiamo la vicenda e tutti i suoi retroscena.
Dopo lo scandalo Counter Strike arriva un altro brutto colpo per Valve
Un meccanismo scorretto
A sollevare la questione è stato Jim Sterling in un episodio del suo Jimquisition agli inizi di luglio. Cos'è YOLO Army? Stando alle informazioni che lo stesso "publisher" offre nella sua pagina Steam "Yolo Army è una società di marketing e pubbliche relazioni creata per aiutare i giochi autoprodotti su Steam. Con due anni di esperienza nel settore e oltre 80 giochi sponsorizzati, puoi stare certo che il tuo gioco è in buone mani". Sembrerebbe apparentemente un nobile intento, perché la volontà di sponsorizzare e dare visibilità a giochi minori e auto prodotti è senz'altro un'attività utile all'interno del sottobosco indipendente, anche se esercitata come professione.
Yolo Army quindi promette di curare le campagne marketing dei propri clienti, offrendo anche degli stimoli per la community, ma non solo: la cosa comincia a puzzare quando si leggono parole come "Steam Greenlight Boosting" o "Game Reviewing & Curation". Come sia fa ad aumentare il traffico di un gioco su Steam Greenlight o curare le recensioni di un gioco? L'inghippo c'è e stiamo parlando di qualcosa che va ben oltre lo scorretto. Guardando in faccia la realtà e senza girarci troppo attorno, Yolo Army è un banalissimo gruppo di Steam, una di quelle community dove gli utenti della piattaforma Valve si ritrovano per condividere un interesse comune. A questo punto penserete che ad accomunare questi giocatori sia la passione per il panorama indipendente, per le autoproduzioni o magari sono tutti utenti con la passione della programmazione. Sbagliato. Ciò che accomuna tutti questi utenti è la passione per la roba gratis. Yolo Army raccoglie più di 67.000 iscritti che ogni settimana non aspettano altro che i codici in regalo offerti dal gruppo. Per partecipare all'evento è semplice: iscriversi al gruppo di Yolo Army e al gruppo dedicato ai giveaway e, a seconda dell'occasione, offrire il proprio voto su Steam Greenlight oppure lasciare qualche commento positivo nella pagina dei giochi che il gruppo sta sponsorizzando... ovviamente non siete obbligati a giocarlo, basta però lasciare una buona parola. A motivare gli iscritti sono regali anche abbastanza consistenti tra cui, guardando quelli passati nella sezione discussioni, Fallout 4, Batman: Arkham Knight o La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor.
Sviluppatori imbarazzanti
Come potete immaginare, chi ricorre a metodi di sponsorizzazione così scorretti non sono certo sviluppatori impegnati nella creazione di contenuti di qualità, ma persone dalla discutibile intelligenza che creano essenzialmente porcherie. Due sono gli esempi lampanti riportati da Sterling nel suo video.
Il primo riguarda Shooter Tactics, chiamato successivamente Wake Up, un pessimo sparatutto che ha popolato svariate volte la vetrina di Steam Greenlight e che attualmente pare esser stato rimosso. Il gioco, fallendo miseramente più volte, si è affidato alle sapienti mani di Yolo Army che ha deciso di legare la propria immagine al prodotto di un utente dai modi di fare discutibili: l'australiano Fatfly ad esempio non ci va leggero con gli insulti, definendo tutti quelli che votano no un gioco gratis, il suo gioco gratis, "sporco finocchio". Il secondo caso è quello di Kimulator, un titolo così assurdo e orrendo che non varrebbe la pena di spenderci nemmeno una parola. La cosa paradossale è che guardando la vecchia pagina dell'early access del gioco risulta che il 61% delle 21 recensioni utenti pubblicate nell'ultimo mese sono positive. Come può un gioco come Kimulator ottenere questi risultati e approdare ufficialmente su Steam? Perché si appoggia a gruppi come Yolo Army, che creano traffico e finta approvazione per giochi che altrimenti non ne riceverebbero, in cambio di giochi gratis.
Gli attori della vicenda
Le considerazioni da fare sono parecchie ma alla base di tutto c'è il completo rifiuto di certi principi nonostante tutte le persone coinvolte nel meccanismo comprendano la situazione,perché l'aggravante della consapevolezza è sempre la peggiore. Primi tra tutti ovviamente i fondatori del gruppo, consci di quello che stavano e stanno tutt'ora facendo, cercando di mascherarlo come una cosa pulita e onesta. Un comportamento di questo tipo penalizza enormemente una piattaforma come Greenlight, nata essenzialmente per proporre prodotti di qualità nati dallo strato più basso nell'ambiente dello sviluppo ma comunque meritevoli di essere sottoposti ad un voto pubblico e democratico. Gli amministratori del gruppo hanno sempre ribadito di non essere responsabili del comportamento dei membri della loro community né di essere direttamente interessati alla qualità dei prodotti sponsorizzati, perché loro offrono un servizio e per essere professionali di certo non si possono mettere nella posizione di giudicare un loro cliente.
Un mucchio di scemenze per giustificare le loro sporche azioni. Secondariamente coloro che si rivolgono a Yolo Army e simili: leggendo sul sito ufficiale di Shooter Tactics, Fatfly racconta di essersi appassionato alla modellazione 3D e allo sviluppo di videogiochi con Unity. Una passione di questo tipo però non rende qualunque aspirante sviluppatore automaticamente il nuovo Jonathan Blow e se il tuo titolo fallisce miseramente su Greenlight più volte, forse è il caso di dedicarsi ad altro ed accettare la sconfitta... anche perché di sviluppatori che hanno sacrificato tutto e poi ce l'hanno fatta si contano davvero sulle dita di una mano. Poi c'è il pubblico, la community di Yolo Army, perché per quanto gli amministratori facciano di tutto per far sembrare il loro operato legale è palese quanto storto e sbagliato sia il processo. Come può apparire normale e pacifico la richiesta di commenti positivi e voti in cambio di chiavi gratis? In molti su Youtube e Instagram utilizzano il metodo del giveaway per aumentare il loro traffico social: un esempio un po' lontano dal nostro mondo è quello delle influencer nell'ambito dei prodotti di bellezza che chiedono follow, commenti e like come partecipazione per i loro regali. Parliamo quindi di "eventi" che rimangono nell'ambito privato del singolo utente, ma instaurare un business basato sulla richiesta di commenti positivi o voti su una piattaforma basata sulla democrazia è qualcosa di totalmente diverso e sbagliato. Eppure quei 67.000 utenti non si fanno problemi, perché purtroppo in tanti pensano "ehi, i videogiochi costano un sacco, posso ottenerli gratis mettendo qualche mi piace e scrivendo due righe di commento? Più che lecito". Quarto ed ultimo attore in questa farsa grottesca Valve, che non si muove in tal senso per tutelare, vigilare e regolamentare la piattaforma di Greenlight. Quattro identità in un meccanismo contorto e sbagliato, ma a quanto pare destinato a durare.