Non è semplice scrivere questo articolo perché, essenzialmente, le considerazioni più rilevanti su un potenziale ibrido, adesso confermato, le abbiamo già fatte negli ultimi mesi. Tutti i rumor più credibili si sono tramutati in realtà, ed è uno dei motivi per cui, a chi segue il mondo dei videogiochi, questa presentazione possa essere sembrata poco sorprendente.
Prima di addentrarci in quello che abbiamo visto nei circa tre minuti di trailer, ribadiamo che Nintendo Switch, questo il nome della nuova piattaforma, è un "dedicated game system" sia fisso che portatile, supportato da cartucce in stile Nintendo 3DS. La considerazione più importante da fare è che si tratta di un punto di arrivo, di un ritorno al passato e, allo stesso tempo, della scommessa più rischiosa dell'intera storia Nintendo. Un ritorno al passato lo è perché, dopo generazioni basate puntando su quella che spesso viene definita "gimmick", ovvero su un atipico azzardo hardware, l'azienda di Kyoto torna a puntare principalmente sul software, e la lista dei partner sembra supportare questa idea, come ai tempi del GameCube. Qualcuno potrebbe obbiettare che la trovata stavolta risiede nella doppia natura della console, ma non è certo un'idea totalizzante come il Wiimote, il 3D o il doppio schermo: è una soluzione pragmatica che crea un'unica via per entrare nel mondo Nintendo, su cui si focalizzerà tutta la forza creativa della società. È un punto di arrivo perché è dai tempi del Super Game Boy (prima) e del Game Boy Player (dopo) che Nintendo cerca in qualche modo di connettere le proprie console: il fatto che la tecnologia portatile si sia evoluta a una velocità dirompente - soprattutto grazie al successo degli smartphone - ha fatto sì che Switch potesse esistere. E non poteva succedere in un momento più appropriato: con l'allungarsi dei tempi e dei costi di sviluppo, ormai a Kyoto faticavano - e avrebbero faticato - a supportare due distinte piattaforme. Infine si tratta della più grande sfida della storia Nintendo, come avevamo detto qui, perché Switch è sostanzialmente obbligata, per non portare l'azienda in una brutta situazione, ad essere un successo planetario.
L'ibrido Nintendo, confermato e chiamato Switch, è una realtà: cosa possiamo aspettarci?
La console
Come dicevamo ogni rumor credibile ha sostanzialmente trovato conferma; detto questo un conto è conoscere il concept alla base di una console, un conto è vederne la concretizzazione. La GPU di Switch è stata realizzata da Nvidia - una svolta storica per Nintendo - e farà parte della serie Tegra, ma a parte questo null'altro ci è stato comunicato riguardo all'architettura interna della console, né sulla durata della batteria (che è uno gli elementi più preoccupanti, in effetti).
Il logo sigla un atteso ma gradito ritorno al "rosso Nintendo", e il nome, pur non coraggioso come Wii, segna un netto distacco dai brand più recenti (Nintendo DS e Wii, appunto). Il design della console è uno strano mix tra essenzialità ed eccesso di contenuti. Non è un prodotto confuso come Wii U, ma nemmeno chiaro e coeso come Wii. La "console", che sostanzialmente è racchiusa all'interno del tablet, è molto elegante. In caso venga utilizzata in giro ci sono due soluzioni: o le si attaccano i due "joy-con" laterali, strutture a incastro da disporre a destra e sinistra dello schermo, oppure si può appoggiare come un monitor, staccare le protesi e tenerle una per mano. In caso si inserisca all'interno del dock, a sua volta connesso al televisore (un dock meno elegante del "tablet", più spartano), i due joy-con possono essere immessi all'interno di uno "esoscheletro", che garantisce una presa più ergonomica. Nel trailer viene mostrato anche un controller più tradizionale, in linea col Pro di Wii U, che probabilmente sarà venduto a parte e, a differenza di quello base, propone anche la classica croce direzionale. La caratteristica più particolare è quella che consente ai due joy-con di essere impugnati separatamente da diversi utenti: sembrano molto piccoli, probabilmente scomodi e non capiamo come possano sopperire all'essenza dei quattro dorsali (due per lato). È una funzione su cui Nintendo scommette molto, perché è anche quella che ha maggiormente confuso il design del pad: del resto è l'unico motivo per cui non c'è la croce direzionale, e per cui entrambe le estremità sono dotate di un control stick e quattro tasti. Una composizione simmetrica che, per consentire il multiplayer con singolo monitor e singola cartuccia, potrebbe spaventare gli acquirenti più "normali" (casual, se preferite). Il prezzo, così come le caratteristiche tecniche, non è stato ancora comunicato; il tutto arriverà - come preventivato - a marzo 2017.
I giochi
Come detto inizialmente, per la prima volta dopo anni per Nintendo non sarà tanto importante come i propri giochi sfrutteranno una determinata periferica/caratteristica: sarà importante la loro qualità intrinseca e la loro quantità. E il fatto che tutti i team interni si focalizzeranno su Switch garantirà un flusso di software a cui nessuna piattaforma Nintendo, almeno dall'arrivo delle tre dimensioni, era abituata. Non fidatevi troppo dei nomi delle terze parti che supportano il sistema: sono tanti, è vero, e vanno da quelli prevedibili come Ubisoft a quelli non scontati come EA, passando per quelli inattesi come From Software (che, attenzione, non è sinonimo di Dark Souls). Anche alla presentazione di Wii U c'erano molte aziende che sembravano interessate, poi sappiamo com'è andata: anche questa volta, come sempre, dipenderà dalle vendite della console. A differenza che con Wii U, in cui Nintendo era stata erroneamente aperta e flessibile, stavolta non verrà lasciato campo libero alle "third party": il successo iniziale sarà decretato dal fascino della console, dal suo prezzo e dalle opere sviluppate internamente.
Ci sono solo due giochi non-Nintendo mostrati nel trailer. Uno giunge del tutto inaspettato, ed è Skyrim (per quanto non sia stranamente ancora confermato): non è chiaro quale versione sia, ma è la prima volta che Bethesda porta la sua saga più venduta su console Nintendo, e la possibilità di provarlo in treno forse attirerà qualcuno. L'altro titolo è NBA 2K, ed è un'introduzione importante perché, almeno in tempi recenti, i giochi sportivi - che sono fondamentali - hanno latitato sia su Wii U che, vuoi per assenza vuoi per edizione ridotta, su Nintendo 3DS. Il trailer è partito com'era prevedibile con The Legend of Zelda: Breath of the Wild, che mostra texture (apparentemente) più definite che su Wii U, e probabilmente girerà in modo più fluido: per il resto, appare molto simile - non che sia un male. Un piacevole ritorno è quello di Super Mario, in tre dimensioni, a tre anni da Super Mario 3D World: la telecamera è tornata alle spalle del personaggio come ai vecchi tempi, ed è tornato anche il triplo salto, ma ancora non è chiaro se sia un gioco più sulla linea esplorativa di Super Mario 64, o possa essere più simile a Super Mario Galaxy. Sembra escluso invece, nonostante alcune somiglianze visive e il possibile ritorno del pulsante corsa (vedasi ulteriore accelerazione finale con braccia alzate in stile Arale), che possa continuare la natura ibrida di Super Mario 3D World, una buona notizia sia per la serie tridimensionale che per quella bidimensionale, sulla quale, dopo anni, forse verranno destinati degni investimenti. Gli ultimi due giochi mostrati non è chiaro se siano remaster o nuovi episodi. Aspetto visivo e interfaccia grafica di Mario Kart sembrano identici all'ottavo capitolo, ma la presenza del doppio oggetto, nonché di King Boo come pilota, indicano che si tratta di un nono episodio oppure, più probabilmente, di un'edizione deluxe dell'ottavo: una mossa comprensibile, visto quanto ha venduto e quanto ancora potrebbe vendere su una piattaforma più diffusa. Un ragionamento applicabile anche a Splatoon, molto simile al predecessore, dal quale si distingue per un maggiore dettaglio grafico (pur simile nell'impostazione), e da alcune caratteristiche secondarie come capigliatura e abbigliamento (nonché dall'arena inedita). Anche in questo caso, o abbiamo a che fare con un'edizione "definitiva" dell'originale, o siamo di fronte a un seguito molto simile al capostipite. Le voci che lo vorrebbero senza giroscopio risultano, al momento, senza fondamento: perché credere che la console non abbia sensori di movimento? Piuttosto, è straordinario il focus donato a questa nuova proprietà intellettuale, maggiore che a qualsiasi altro gioco: Nintendo tiene molto al Giappone, là Splatoon ha venduto benissimo (su Wii U), e là da anni le portatili dominano sulle home console. Un altro motivo per partorire una piattaforma ibrida. Una decisione apparentemente coraggiosa che, invece, è stata presa per ragioni decisamente pragmatiche.