Old Skies è la nuova fatica di Dave Gilbert e la sua Wadjet Eye Games, uno dei migliori autori che oggi sviluppano avventure punta e clicca classiche (quelle che invocano tutti, ma non compra nessuno), cui dobbiamo alcuni di quelli che ormai vengono considerati dei classici del genere, come i capitoli della serie Blackwell, Unavowed e The Shivah. Ne avevamo già parlato in passato, ma visti gli anni che ci sono voluti per realizzarla, non ci stupiremmo se l'aveste dimenticata.
Una storia persa nel tempo
Fia Quinn è una agente della ChronoZen, una multinazionale che si occupa di viaggi nel tempo per clienti facoltosi. Siamo a New York nel 2060, e la nostra fa da guida, da guardia del corpo e da supporto per dei ricconi a cui è stato accordato il privilegio di modificare il loro passato e il flusso del tempo stesso, entro certi limiti.
La fervente attività turistica comporta dei cambiamenti continui della realtà. Gli agenti come Fia sono immuni agli assestamenti (sono crono bloccati, in termini di gioco) e rimangono dei punti fissi nel tempo e nello spazio, ma tutto intorno a loro muta continuamente, anche le loro storie personali (di cui non sanno nulla, almeno finché non si manifestano in qualche modo). Così Fia si ritrova da un minuto all'altro sposata e con un figlio da accudire, quindi privata di entrambi dalla fluttuazione successiva. Missione dopo missione, il suo profilo social riporta informazioni su di una persona sempre diversa, di cui lei non sa nulla e che si diverte a osservare da lontano. È spettatrice della sua stessa vita, che in fin dei conti non la riguarda, perché è cosciente che tutto è terribilmente labile e soggetto a svanire in qualsiasi momento.
Fia è quindi una solitaria dedita solo al suo lavoro, che svolge con enorme dedizione. Non ha affetti, a parte per i suoi colleghi, che sono nella sua stessa condizione. A volte si ritrovano in un bar crono bloccato per raccontarsi di quelle vite che non hanno mai vissuto e delle storie che hanno vissuto con i clienti. C'è anche chi ride del fatto di essere morto e vorrebbe apparire al suo funerale per spaventare tutti.
I viaggi di Fia sono spesso lineari e non danno grossi problemi, ma a volte capitano delle complicazioni, come quelle raccontate nei sei capitoli da cui è composto il gioco. Il passato non è come lo ricordiamo o immaginiamo e presenta più pericoli di quanti ci si aspetti, a volte anche letali. Fortunatamente Nozzo, il collega di Fia che si occupa di monitorare i viaggi nel tempo dal presente, possiede il potere di premere una specie di tasto rewind che rettifica anche la morte, pur lasciando intatta negli agenti la memoria di quanto è successo. In fondo sono viaggiatori del tempo e possono godere di una specie di immortalità, al costo di un forte mal di testa e della coscienza della morte stessa.
L'importante è che tutto vada come vuole il cliente pagante, la cui soddisfazione è il nostro miglior premio (ed evita la richiesta di rimborso), anche quando comporta di fare delle scelte atroci. Ma i clienti sono degli esseri umani e spesso hanno delle motivazioni segrete che li portano a comportarsi contro le regole, con dei risultati tragici. Altre volte non sanno nemmeno loro cosa troveranno nel passato, tanto da subire effetti indesiderati dall'esposizione con degli eventi inattesi. In fondo quanto conosciamo davvero il nostro passato?
Uno scienziato in cerca di una vita che non ha potuto avere, una pugile che vuole dare un senso alla sua vita dopo aver appeso i guantoni al chiodo, una curatrice museale alla ricerca dell'identità del pittore più quotato al mondo. Fia affronta continuamente storie simili, finché un fatto non le fa aprire gli occhi, cambiando completamente la sua prospettiva sul mondo e sul suo lavoro e facendole nascere dei desideri che non credeva di avere. Chiaramente non vi racconteremo tutti i colpi di scena di Old Skies, che ha proprio nella storia raccontata il suo maggiore punto di forza, per quella che per il resto è un'avventura punta e clicca tradizionale, per quanto ottimamente realizzata.
Gameplay e interfaccia
L'interfaccia di gioco in Old Skies è semplice e appare perfezionata da anni di studio del genere. Wadjet Eye Games l'ha resa estremamente funzionale sia usando il mouse, sia usando un controller, tanto da avvicinare moltissimo le due esperienze in termini di usabilità. Il mouse rimane la scelta migliore, ma Old Skies si è rivelato godibilissimo giocato sia su un PC desktop sia su Steam Deck.
L'inventario è stato messo in una barra a scomparsa in cima allo schermo ed è accessibile sia spostandoci direttamente il cursore sopra sia ricorrendo a dei tasti di scelta rapida. Il rischio di tentativi di interazione casuali è stato ridotto, facendo apparire delle descrizioni pop-up sugli elementi dello scenario messi solo per dare più dettagli sulle ambientazioni. Il numero di oggetti da raccogliere è ridotto e, quando si preme il tasto che mostra gli elementi interattivi, vengono mostrati solo quelli principali, con cui possiamo usare altri oggetti o, nel caso siano esseri umani, con cui possiamo parlare. In questo, il cursore contestuale rende sempre chiarissimo cosa si può e cosa non si può fare, evitando che il giocatore si impantani nel loop di usare tutto con tutto, solo per provare a sbloccare la situazione.
Non che capiti spessissimo di bloccarsi. Old Skies è un'avventura più dialogata che legata alla raccolta e all'utilizzo di oggetti, che spesso stanno a contorno del resto. In questo gli sviluppatori sono stati davvero abili nel progettare un titolo coerente fino al midollo con il suo tema, i cui puzzle sono legati allo scenario e richiedono l'utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione di Fia, come un database consultabile da cui è possibile trarre informazioni su quasi ogni personaggio del gioco, una specie di coltellino svizzero futuribile capace di aprire ogni serratura e la morte stessa, che ci permette di anticipare le mosse degli altri personaggi dopo il riavvolgimento del tempo.
In questo senso la mano di Gilbert al design dei puzzle è evidente, visto che a prevalere per l'intera esperienza è quel gusto per avere una sfida interessante, più che difficile. L'autore ha cercato di sfruttare al massimo l'idea del viaggio nel tempo, creando situazioni intriganti e talvolta paradossali, come la necessità in certe missioni di viaggiare tra più linee temporali per risolvere dei puzzle. Il tutto accompagnato da una scrittura eccellente e arricchita da un ottimo doppiaggio, come quello di Fia, personaggio inscindibile dalla voce di Sarah Beaumont.
Una riflessione sul tempo
Old Skies è una riflessione sul tempo, ma anche sull'industria dell'intrattenimento che cerca continuamente di adattarsi ai suoi clienti, cercando di soddisfare le loro richieste più degradanti. Una riflessione che durante il gioco viene portata alle sue estreme conseguenze, con il giocatore che si ritrova a osservare un mondo informe, in cui niente ha più significato, perché ogni cosa è soggetta ai capricci dell'umanità e del capitale.
Dopo un avvio traumatico e una parte centrale apparentemente più controllata, nei tre capitoli finali Old Skies riflette con grande efficacia sulle implicazioni filosofiche della manipolazione del tempo, con la realtà che smette di essere tale per diventare un puzzle caotico i cui pezzi cambiano continuamente. L'impatto emotivo di alcuni momenti è fortissimo, tanto che si rischia di dover abbandonare il gioco per qualche minuto, nel tentativo di elaborare quello che è successo.
In questo senso, c'è un forte contrasto tra la prima e la seconda parte dell'avventura, in cui passiamo dal lavorare per la completa soddisfazione dei clienti a destrutturare il sistema stesso, mostrandone tutte le falle e anche l'orribile verità che nasconde, non solo a noi che guardiamo/giochiamo, ma anche per chi ne usufruisce, che diventa una specie di vittima inconsapevole dei propri desideri e del bisogno di avere tutto sotto controllo, provando a rettificare quelli che vengono percepiti come errori o come possibilità mancate. Fia, e con lei il giocatore, diventano più coscienti del mondo che li circonda, sequenza dopo sequenza, ma è proprio questa coscienza a trasformare quello che sembrava il racconto di una forma estrema di turismo in qualcosa di diverso e più triste, profondamente legato al nostro essere umani.
Qualche nota tecnica
Chiaramente non aspettatevi una grossa produzione. Visivamente Old Skies è un'avventura punta e clicca piacevole, realizzata in stile cartoon, ma nulla più. Wadjet Eye Games non ha voluto tradire sé stessa ed è rimasta aderente al suo genere di elezione, pur provando a evolversi dai sui titoli precedenti.
Ed è proprio da questo tentativo che emerge qualche problema, perché alcune animazioni, che magari sarebbero state accettabili con uno stile grafico a 16 bit, qui risultano soltanto povere e bruttine. Gli scenari sono ben disegnati ma in linea di massima non aspettatevi miracoli. Molto bella, invece, la colonna sonora, che ci accompagna con grande consapevolezza dall'inizio fino alla fine dell'avventura.
Conclusioni
Old Skies ci è piaciuto moltissimo. Narrativamente è, a nostro giudizio, l'opera migliore di Gilbert, capace di catturare dall'inizio fino alla fine, quando diventa un'esperienza emotivamente davvero intensa. Anche i puzzle, per quanto non complicatissimi, sono realizzati davvero bene e coerenti con lo scenario. Peccato per alcune animazioni non proprio eccezionali, dovute al cambio di stile grafico rispetto ai giochi passati dello studio. Niente di drammatico, ma si fa notare. Per il resto, ve lo consigliamo senza riserve.
PRO
- Storia ottima e ben narrata
- Puzzle interessanti e ben contestualizzati
- Personaggi profondi e sfaccettati
CONTRO
- Animazioni in alcuni casi un po' rozze