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La Yakuza e i videogiochi

Con l'uscita del prequel di Yakuza diamo un'occhiata al mondo della mafia giapponese nei videogame

SPECIALE di Massimo Reina   —   17/01/2017
Yakuza 0
Yakuza 0
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Criminali e videogiochi costituiscono da sempre un binomio di successo nel panorama videoludico, basti pensare al successo di serie come GTA, Mafia e Yakuza, giusto per fare degli esempi. Proprio quest'ultima serie, che vede protagonista la malavita organizzata giapponese, con le sue regole, le sue tradizioni che risalgono quasi alla notte dei tempi, propone alla base della trama le vicende di alcuni suoi membri, e in particolare di quel Kazuma Kiryu che rivedremo presto in Yakuza 0, che ne racconterà in parte l'ascesa fra i ranghi della potente organizzazione mafiosa. In attesa di mettere le mani sul gioco, in arrivo il 24 gennaio su PlayStation 4, abbiamo pensato di cercare tracce della Yakuza nel mondo dei videogiochi e in altri titoli. Impresa a dire il vero alquanto ardua, visto che a parte un paio di prodotti, diversi da quelli di SEGA per stili e modalità, abbiamo davvero trovato poca roba a rappresentare la criminalità giapponese in maniera non marginale, in formato elettronico. Così abbiamo scelto giusto un paio di titoli, quelli dove l'argomento mafia nipponica non è solo accennata sullo sfondo di altre vicende.

In attesa del lancio di Yakuza 0, vediamo quali legami ha la mafia giapponese con i videogiochi

Cabinati da bar, corse su strada e Yakuza

Ad ogni modo, è innegabile che in un modo o nell'altro la mafia giapponese abbia un discreto legame con il mondo dei videogiochi, basti per esempio pensare al fatto che già agli albori dei primi cabinati da bar, essa cercò di intrufolarsi nel settore per trarne ingenti profitti. In che modo? Offrendo per esempio "protezione" a compagnie emergenti come la Konami in cambio di una percentuale sui guadagni dei vari arcade, oppure proponendo ad altre aziende di sbaragliare loro la concorrenza sul mercato a suon di minacce ai gestori delle sale che non avrebbero quindi ospitato coin-op non graditi ai mafiosi, favorendo invece quelli degli "amici", e perfino taroccando alcune macchine, come nel caso del videogioco Breakout di Atari, di cui Namco deteneva in parte i diritti per il Giappone, di cui la Yakuza fece realizzare alcune copie poi immesse sul mercato.

La Yakuza e i videogiochi

Ma queste sono altre storie: passando a parlare proprio della nota organizzazione criminale giapponese ma quale elemento cardine della trama dei videogiochi, allora non possiamo non citare per esempio Wreckless: The Yakuza Missions, un insolito titolo di corse per GameCube, Xbox e PlayStation 2 ambientato ad Hong Kong e proprio nel mondo della mafia del Paese del Sol Levante. In questa produzione, infatti, il giocatore vestiva i panni sia di un'unità di polizia corrotta impegnata a reprimere per i propri interessi le operazioni dei rivali della Yakuza, sia quella di una coppia di spie assunte per eliminare Tiger Takagi, capo del clan mafioso giapponese di Hong Kong. Il titolo, incentrato soprattutto su corse e inseguimenti, con diverse missioni in sequenza da affrontare in cui l'obiettivo principale era la distruzione di un veicolo nemico o, meno spesso, il recupero e la consegna di particolari oggetti, non era in realtà un granché, e qualcuno lo ricorderà forse con piacere solo su Xbox grazie soprattutto a una buona grafica e a una discreta giocabilità, un po' meno sulle altre due piattaforme dove soffrì di parecchi problemi di ottimizzazione. Per la cronaca, un suo sequel venne rilasciato nel 2005 in esclusiva sempre per la console di Microsoft e solo in Giappone, col titolo di Double S.T.E.A.L. The Second Clash. Andando un po' più indietro nel tempo, precisamente nel 1986, la Yakuza appare in tono minore anche in Renegade, un picchiaduro a scorrimento orizzontale sulla falsariga di titoli quali per esempio Double Dragon.

La Yakuza e i videogiochi

O meglio, per essere più precisi, nella sua edizione originale per il mercato asiatico, intitolata Nekketsu Kōha Kunio-kun. In questo picchiaduro, oltre infatti a una serie di bande di teppisti che tormentavano un suo compagno di scuola, il protagonista del gioco doveva vedersela ad un certo punto anche con una spietata gang della Yakuza. Per il resto, andando a memoria, niente altro di interessante o di così preponderante come presenza da meritare citazione. Come dicevamo in apertura di articolo, è nella saga targata SEGA che la Yakuza ha trovato un suo grande spazio. La serie, come risaputo, si focalizza sugli affiliati a questa organizzazione, e attraverso le loro vicende ne racconta altre, descrivendoci un aspetto violento del Giappone spesso sconosciuto ai più. Ad ogni modo, il fascino dei giochi della saga è costituito si dalle storie, ma anche da un gameplay che consente di fare una miriade di cose, di svolgere tantissime attività e di esplorare vaste porzioni di città famose come Tokyo e Osaka, per esempio, fedelmente riprodotte in ogni dettaglio, dov'è possibile interagire con tanti personaggi. Nonostante la forte componente d'azione e picchiaduro del prodotto, in diverse zone si possono poi svolgere un'infinità di attività lecite e illecite, come partecipare a violente risse, gestire locali malfamati, giocare a mini bowling o andare a intrattenersi con delle donne. Insomma, una sorta di "manuale" elettronico e interattivo sulla mafia giapponese e le sue attività, sul quale non vediamo l'ora di rituffarci grazie a Yakuza 0.