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Un proiettile nel cervello

Get Even era uno dei titoli più interessanti della line up mostrata al Namco Winter Level Up di quest'anno

PROVATO di Aligi Comandini   —   08/02/2017
Get Even
Get Even
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Se c'è una cosa che il Winter Level Up di quest'anno ha dimostrato, è la decisione di Bandai Namco di diversificare la sua offerta puntando su studi emergenti.

Un proiettile nel cervello

Si tratta di una filosofia recentemente inseguita da svariati publisher prestigiosi, che dimostra una certa lungimiranza e una incontrovertibile volontà di inserirsi a più livelli nel mercato. Parlando proprio di "studi emergenti", poi, è improponibile non prendere in considerazione la Polonia, che tra talenti numerosi e aiuti governativi alle software house ha sviluppato un ecosistema di sviluppatori tra i più energici e ricchi del mondo. L'inevitabile sodalizio per l'esattezza è avvenuto con i Farm 51, finiti sotto i riflettori alcuni anni fa per il trailer dedicato a un titolo di nome Get Even. Si trattava però di un video leggermente diverso dal progetto visto all'evento invernale di Namco: all'apparenza incentrato più sulla possanza del comparto tecnico che sulle idee alla base del gioco, aveva creato aspettative negli amanti degli shooter classici, nonostante già si intuissero numerose particolarità nascoste tra i suoi fotogrammi. Niente di più sbagliato. Dopo averlo testato per quasi tre ore vi assicuriamo che Get Even non è un titolo pensato per scaldare la vostra Geforce, ma i vostri neuroni. Siamo infatti davanti a uno sparatutto estremamente unico e dalla forte componente narrativa, che se gestito a dovere potrebbe ritagliarsi una discreta fanbase tra gli amanti delle avventure in prima persona e degli sparatutto single player.

Get Even non è uno shooter comune... anzi, è anche difficile definirlo "shooter": vediamo perché

Black

La trama del gioco appare da subito piuttosto complessa: voi siete un certo Black, all'apparenza un militare ben addestrato, che si risveglia in una sorta di manicomio dopo un tentativo di salvataggio andato male. Perché siate lì e come ci siate arrivati è ignoto; l'unica consapevolezza è la presenza di un misterioso visore collegato alla vostra testa (che non potete togliere in alcun modo), mentre a guidarvi ci sarà la sospetta voce di un certo Red: un individuo in teoria desideroso di aiutarvi a recuperare la memoria perduta.

Un proiettile nel cervello

Da questa premessa già ricca di punti bui la trama si sviluppa su vari fili narrativi, in parte vivibili proprio grazie al visore che portate; il Pandora - questo il suo nome - permette infatti di "entrare" in specifiche foto correlate alle vostre esperienze, e di vagare per una sorta di hub mnemonico dove tutti gli indizi raccolti vengono accumulati su lavagne virtuali. È tutto molto suggestivo, ma non fatevi ingannare: Get Even è in realtà un avventura piuttosto lineare. Vi sono alcune scelte morali nel gioco che cambiano in parte lo svolgersi degli eventi, tuttavia il filone principale resta invariato ed è al momento impossibile prevedere quali mutamenti certe scelte (e la raccolta percentuale di indizi e testimonianze) vadano effettivamente a portare sul finale. Nella nostra lunga prova siamo arrivati peraltro a scoprire uno dei twist primari dell'avventura, quindi è al momento arduo anche valutare se i Farm 51 siano effettivamente riusciti ad inserire colpi di scena di qualità e sviluppi imprevedibili nelle fasi successive. L'unica opinione che possiamo dare in merito è un banale "speriamo di sì", perché abbiamo trovato il tutto ben narrato, interessante, e capace di incastrarsi a dovere con gli avvenimenti. Certo, c'è un discreto eccesso di testo nel gioco, ma lo si ignora con gioia se la sua presenza comporta una trama elaborata al punto giusto.

Dietro l'angolo solo un altro proiettile

Così descritto Get Even potrebbe sembrare più un walking simulator investigativo che uno sparatutto (e in effetti gli elementi puramente adventure sono marcati, con lunghe tratte del tutto prive di scontri).

Un proiettile nel cervello

Il gioco presenta però anche numerosi scontri a fuoco, costruiti in larga parte attorno a meccaniche stealth basilari e alla Cornergun: un'arma da fuoco capace di sparare con precisione mentre si è in copertura. La Cornergun utilizza come telecamera per guardare al di là degli ostacoli il cellulare del protagonista, altro strumento indispensabile per avanzare, perché dotato di numerose app utilissime. Si va da uno scanner futuristico per trovare informazioni e indizi (il setting di Get Even è vicino al nostro, ma indubbiamente ha forti elementi fantascientifici), fino a una telecamera termica, con tanto di mappa virtuale che indica le posizioni dei nemici e luce ultravioletta per trovare tracce. Un approccio a dir poco originale alle sparatorie, incapace però di convincerci del tutto, poiché la poderosa bocca da fuoco risulta fin troppo efficace quando si approccia una missione con un minimo di tattica, e l'intelligenza artificiale degli avversari non ha mai brillato per furbizia. Insomma: gli scontri in Get Even ci sono sembrati più che altro un espediente per aumentare il ritmo e offrire un po' di azione fuori dagli schemi agli amanti dei proiettili virtuali, più che una reale colonna dell'esperienza. Non la sminuiscono di certo, ma a tratti sembrano un tantinello forzati. Ben di più ci ha convinto infatti l'atmosfera del gioco, che balla tra l'horror e il giallo ed è ulteriormente arricchita da un lavoro incredibile sul sonoro. La musica è pur sempre contestuale, muta in base agli avvenimenti, ed è a tratti in grado di creare una tensione altissima mentre si gironzola per il manicomio. Non siete tristemente da soli, in quelle stanze, e tra emuli del cappellaio matto, l'incostante voce di Red, viaggi in ricordi non vostri, e una lunga serie di pazzi scatenati e individui all'apparenza nella vostra stessa situazione, vi assicuriamo che non mancheranno i momenti cupi. Chiudiamo col comparto tecnico, che non è certo da occhi fuori dalle orbite ma si difende benino, nonostante ci siano svariati bug e imprecisioni che andranno eliminati nel prodotto finito. Il team è piccolo, ma talentuoso, dunque siamo molto fiduciosi.

CERTEZZE

  • Trama complessa e appassionante
  • La Cornergun è indubbiamente un'arma interessante
  • Sonoro eccezionale, e grande atmosfera

DUBBI

  • Qualche problemino tecnico da sistemare
  • La storia reggerà fino alla fine?