È ormai tempo di risposte a casa Miyazaki, di una conclusione concreta capace di chiarire almeno una buona parte dei punti bui della convulsa mitologia di Dark Souls.
Sarà pur vero che la serie di From ha stregato la maggior parte dei giocatori con le sue meccaniche e le intricatissime mappe, ma esiste una buona fetta di fanbase altrettanto interessata ai misteri del suo universo e alla complessa narrativa nata dall'insondabile mente del suo creatore. Solo che, appunto, il tempo è finito: la serie stando alle parole dello stesso Hidetaka Miyazaki non continuerà, ed è previsto solo un ultimo contenuto aggiuntivo chiamato The Ringed City, al cui arrivo non manca molto (si parla del vicino 28 marzo). I misteri che circondano questo DLC finale di Dark Souls III sono quindi innumerevoli, a partire dal luogo in cui si svolge. Dopo averlo provato per una davvero insufficiente mezz'ora in quel di Arvisdjaur, durante il Winter Level Up di Namco, cerchiamo di accennare qualche timida replica alle tante domande che circondano il gioco.
The Ringed City è l'ultimo DLC di Dark Souls: dopo averlo testato, ci aspettiamo una degna conclusione
Forse Londor, forse no
Iniziamo proprio dall'ambientazione, una città così contorta e innaturale che pare uscita da una versione fantasy del film Inception, e si presenta - almeno inizialmente - coperta dalla cenere. Potrebbe, dai simboli sparsi in ogni dove, trattarsi effettivamente di Londor, ma non vengono date conferme, nemmeno dalla conversazione con una stizzita pellegrina che si trova all'inizio della mappa e funge da mercante in questa imprevedibile location.
Peraltro, non abbiamo scoperto come si arriva alla nuova zona: l'eclissi color sangue nel cielo lascia intendere che la città sia raggiungibile solo una volta raggiunta la conclusione di Dark Souls III (forse è necessario addirittura averlo completato), e si tratterebbe di una soluzione comprensibile se le risposte a livello di storia e background dovessero rivelarsi esaustive. Già il trailer dopotutto ha mostrato personaggi significativi: una donna cieca e vestita di bianco che potrebbe essere Gertrude, e la cui conferma renderebbe il cadavere trovato negli archivi qualcun altro; un demonio fin troppo simile ai diavoli bianchi apparsi in molteplici Souls, ma chiaramente maggiore, e un uovo bianco spezzato dall'interno da cui è difficile prevedere quale mostruosità sia scaturita (forse il demonio mostrato, forse tutt'altro). La carne al fuoco, insomma, è tantissima, e altre informazioni spuntate qua e là indicano possibili nuove legate ai draghi, e la presenza di NPC ricollegabili direttamente all'anima oscura e alla pittrice del mondo dipinto di Ariandel. Al solito, comunque, sono tutte supposizioni prive di validità finché qualcuno non sarà riuscito a spulciare ogni singola descrizione, linea di dialogo, e dettaglio del DLC. È interessante però notare come questa espansione non sia importante solo dal punto di vista del mondo di gioco, ma anche come contenuto end game dalla difficoltà elevatissima. The Ringed City d'altronde non ci va leggero per niente, se si tratta di bordate in faccia al giocatore.
Cenere e sangue
Già architettonicamente il DLC è complicato. La città in cui ci si muove è una mostruosità di pietra tra le cui strade non è facile orientarsi e dove all'apparenza non c'è danno da caduta. Ciò costringe a un numero ancora imprecisato di balzi della fede, che portano l'ambientazione a mutare rapidamente e conducono in zone a dir poco inquietanti. Non bastasse, l'esplorazione viene costantemente interrotta da scontri con nuovi nemici, che vanno da soldati senza volto striscianti in grado di ricomparire con costanza, a enormi bestioni con un globo di oscurità al posto del volto.
Particolarmente fastidiose sono poi delle mostruose creature alate, quasi degli angeli deformi, che sono all'apparenza indistruttibili e non fanno che scagliare raggi di luce sul giocatore mentre questo gironzola per la mappa. Per eliminarle è necessario trovare dei vermi orripilanti che contengono la loro forza vitale, un'impresa non facile mentre si schivano i laser e si combattono avversari più comuni. Torna, poi, persino l'immancabile palude velenosa, a dir poco irritante proprio per il numero di nemici e i raggi sopra descritti. In parole povere, la sensazione è quella di trovarsi davanti a una variante ancor più orrida dell'indimenticabile (non in senso positivo) "fase delle mante volanti" di Demon's Souls, anche se più strutturata. Da non sottovalutare è poi la velocità con cui la nuova ambientazione si trasforma, passando dalle pazze architetture sopra descritte alla zona paludosa, e poi a edifici più classici, popolati da avversari inaspettati. Parlando di questo ci teniamo a precisare che la piromante svestita presa di peso dalle avversarie viste in Dark Souls II non è in realtà un nemico comune, bensì una pericolosa vacua trovata esplorando la zona dopo la palude. Avendo concluso la nostra prova proprio lì, tuttavia, non possiamo assicurare che non ce ne siano altre. Chiudiamo con le armi, che sembrano essere numerose e contano tra le loro fila uno scudo a forma di volto di Arcidrago e una misteriosa spada cristallina trasformabile. Noi stessi durante la prova abbiamo trovato un interessante coltello ricurvo del tutto nuovo e un bastone con evidenti poteri sacri, ma le statistiche del personaggio offerto (senza contare il tempo limitatissimo) non ci hanno permesso di analizzarne le caratteristiche a fondo. Se non si fosse capito, ad ogni modo, la carne al fuoco non sembra proprio mancare.
CERTEZZE
- Estremamente impegnativo e ispirato
- Potenzialmente ricchissimo dal punto di vista narrativo...
DUBBI
- ...ma conoscendo Miyazaki, molti punti oscuri potrebbero restare tali