Andando un po' in giro per il web, cercando informazioni sulla pratica del gaming notturno si trova solo qualche risultato che parla di gatti, tipici animali crepuscolari e neonati che non riescono ad addormentarsi e costringono i genitori a giocare a tutti i costi. L'argomento pare non essere mai stato trattato con dovuta serietà (o all'incontrario, ilarità). In realtà stiamo parlando di un fenomeno diffusissimo in tutto il mondo e che coinvolge una quantità spropositata di persone, unite da un minimo comune denominatore: sono appassionati di videogiochi. Ma perché al calar delle tenebre si risveglia anche la voglia di avventurarsi in mondi digitali e combattimenti in multiplayer online? Le cause possono essere molteplici e diverse da persona a persona. Non esiste una statistica in merito ma supponiamo che la stragrande maggioranza di chi ama accendere la propria console dopo la mezzanotte, come i vampiri, siano persone che durante il giorno sono sempre occupate, oppure non hanno il televisore a disposizione. Chi ha figli capirà al volo, per esempio. Ma anche chi convive con fidanzata o moglie e deve districarsi tra una puntata di Grey's Anatomy e Maria De Filippi. Udita la prima russata della propria compagna (o compagno) scatta il piano B: cuffie in testa, console accesa a manetta, patatine, coca cola e imprecazioni a pioggia in quel salotto che fino a pochi minuti prima era un ambiente raffinato e pulito e che di notte si trasforma all'improvviso in un trogolo di maiali dove si parla di qualsiasi cosa possa essere sconveniente dire in pubblico. Il gioco online notturno è anche un po' questo, un confessionale con i propri amici in cuffia, il bar sport 2.0, Piazza Italia senza filtri né orari. Chi invece ancora non ha la fortuna (ah ah ah) di convivere e sta da solo, molto probabilmente sceglie di usare il buio per coprire le proprie nefandezze: cibo spazzatura, rumori molesti di provenienza intestinale e rutto libero rappresentano la libertà dell'uomo moderno che non deve chiedere mai. Anche perché solitamente chi non è "accoppiato" vive in casa con amici o colleghi studenti che durante il giorno rompono le scatole e non permettono una sana immedesimazione nell'eroe digitale di turno.
Giocare di notte ha il suo fascino, ma sapete contrastare i suoi effetti negativi?
L'hyper ultimissima
Uno dei motivi più frequenti che spinge molti a non abbandonare la propria console a tarda ora è la famosa "ultima partita". Immaginate di essere in striscia positiva su Call of Duty, Halo, FIFA o qualsiasi altro sparatutto/gioco sportivo competitivo. Appena dichiarate in cuffia di voler fare un'ultima partita prima di attaccare il pad al chiodo (e sono solo le 4 di notte) ecco che si alza un coro di imprecazioni contro di voi con l'invito a continuare, visto che state vincendo e vi stanno andando tutte bene, perché smettere?
Il problema sorge quando, al termine di questa benedetta ultima partita, viene invocata a gran voce la "ultimissima" gara, infine la "super ultimissima", poi la "mega super ultimissima partita", concludendo con una poco credibile (ormai): "dai, chi vince la prossima vince tutto e poi si va a dormire". Che poi non è vero nemmeno quello ma ormai è mattina. Da che mondo è mondo, il fuso orario di chi sta su internet è quello universalmente riconosciuto come Coordinated Universal Time (UTC), Universal Time (UT1) oppure l'ora internazionale. Gli Stati Uniti sono da sempre punto di riferimento per i videogiochi in quanto sede delle maggiori multinazionali produttrici (Google, Apple, Microsoft, Activision Blizzard, EA e così via) e va di pari passo che alcuni eventi specifici nel vecchio continente avvengano sempre in orari notturni a causa del fuso orario. E così ci troviamo a seguire l'E3 in diretta streaming a notte fonda, a giocare a tornei online alle prime luci dell'alba oppure aspettare certi saldi online mentre lupi e civette ululano alla luna. Swatch addirittura provò a trovare un metro di misurazione del tempo universale inventando i "beats", unità di misura del giorno diviso in 1000 battiti uguali in tutto il mondo. Il sistema ebbe anche un discreto successo tanto che un gioco come Phantasy Star Online di SEGA regolamentava il suo gioco online proprio così. La notte è inoltre una fascia oraria universalmente riconosciuta come "fascia protetta": i lavoratori vengono pagati con salari extra, i turni sono regolamentati. Insomma, la notte è fatta per non fare niente, tranne alcune eccezioni. Quale migliore occasione per sfruttare quella manciata di ore nelle quali nessuno ci può dire cosa fare?
Alimentazione junk
I vampiri si nutrono di sangue, i videogiocatori notturni di energy drink. Se è vero che la privazione del sonno può generare seri problemi al proprio fisico, al sistema immunitario e alla percezione del tempo come lo conosciamo, a questo problema dobbiamo sicuramente aggiungere il fatto che, durante estenuanti sessioni ludiche senza dormire la maggior parte di noi si nutre di qualsiasi cosa di commestibile si trovi entro il raggio del proprio braccio. Non ci vediamo con insalate e frutta, onestamente. L'alimentazione da videogamer nottambulo ha determinate caratteristiche che rispondono sopratutto al criterio di "fruibilità rapida e con una sola mano". Snack, patatine, popcorn, barrette di qualsiasi cosa sono perfette perché possono essere addentate in qualsiasi momento tra un match e un altro, senza tante difficoltà. Le lattine di energy drink rispondono agli stessi parametri: bevibili con una mano sola e al volo, oltretutto stimolando i nostri recettori appositi con velenosi ma ottimi zuccheri raffinati, eccitante e buona caffeina, altre sostanze di dubbia provenienza come la taurina, contenuta in natura nei testicoli del toro. Insomma, una bella spremuta di sfere taurine riesce sempre a dare il doppio risultato sperato: rimanere attivi davanti alla TV e ingrassare a vista d'occhio peggio che Val Kilmer.
Il valore del silenzio
Volete mettere giocare a Resident Evil 7 con il visore VR durante un qualsiasi dannatissimo pomeriggio durante il quale vostra madre passa l'aspirapolvere in terra, il postino vi suona cento volte, il telefono squilla ma soprattutto, ci sono altri essere umani che vogliono insistentemente interagire con voi. Uno stress inutile, quando si può comodamente scegliere di giocare in profonda notte quando la gente normale dorme, le macchine non circolano e i corrieri non consegnano niente.
Il silenzio totale ha un valore inestimabile per un videogiocatore vero: aiuta il coinvolgimento, coadiuva il comparto audio del gioco facendoci apprezzare sfumature altrimenti impercettibili. La notte è una "zona franca" dello stesso valore e qualità dello stare sopra il proprio WC, se ci pensate bene sono le uniche due condizioni dove non c'è nessuno a dirci cosa dobbiamo fare o come comportarci. E non è un caso se la zona dove si gioca meglio con la propria console portatile sia proprio seduti sulla propria tazza. Avvolti dal mistero della notte, inoltre, si fanno conoscenze e amicizie inaspettate. Solo giocando in fusi orari improbabili si ha la probabilità di conoscere gente proveniente dall'altra parte del globo: nickname scritti in ostrogoto, nomi impronunciabili e avatar dal nome indecifrabile altri non sono che nostri colleghi videogamer in diretta dalla Corea, dal Brasile o dalla Nuova Zelanda. Se dobbiamo quindi dare un giudizio complessivo sulla pratica del gaming notturno, dobbiamo quindi mettere sul piatto della bilancia tutti i suoi pro ma anche i contro. Da un lato abbiamo concluso che si tratta di un modo di vivere decisamente sconsiderato per il nostro fisico, regalandoci un bioritmo completamente sfalsato, un'alimentazione oscena e probabilmente la perdita materiale celebrale in modo irreparabile. Ma se dall'altro lato possiamo guadagnare una sorta di zona franca all'interno della quale giocare in modo completamente libero, più coinvolgente e divertente, beh, allora forse ne è valsa la pena!