Sul valore di Secret of Mana (Seiken Densetsu II quando uscì, in Giappone, nel lontano 1993) non si discute. Non è un caso se Nintendo ha deciso di inserire questo indimenticabile classico Square nella compilation del suo imminente Super NES Classici Mini insieme ad altri capolavori dell'era a 16-bit come Super Mario World, Super Metroid o The Legend of Zelda: A Link to the Past. Se Nintendo vi sta dicendo che considera Secret of Mana ai livelli delle sue pietre miliari, significa qualcosa. Tipo che se non l'avete mai giocato, sarebbe ora di rimediare. Purtroppo, eravamo a tanto così da poter rigiocare la trilogia originale su Switch, da poco pubblicata in una compilation che comprende anche lo straordinario Seiken Densetsu III, ma le possibilità di vederla uscire dal Giappone sembrerebbero rasentare lo zero. Ecco che la notizia di una conversione per PlayStation 4, PlayStation Vita e PC cade proprio a fagiolo, tranne che per un piccolo dettaglio: è un remake. In grafica poligonale. Mentre i fan accaniti corrono a prendere torce e forconi, noi abbiamo messo da parte i pregiudizi...
La leggenda della spada sacra
Per chi non sapesse che cos'è Secret of Mana, è presto detto: si tratta di un action RPG che nell'aspetto ricorda molto i primi The Legend of Zelda ma che ripone una maggiore enfasi sulla storia e sul sistema di combattimento. In qualunque momento il giocatore può aprire un menù ad anello tramite il quale può configurare l'equipaggiamento o scegliere gli oggetti da usare e le magie da lanciare. I personaggi aumentano di livello, imparano nuove abilità e il combattimento prende nel giro di poco tempo una piega molto più action in cui si possono inanellare piccole combo mentre si combattono nemici di ogni taglia. All'epoca, Secret of Mana riscosse un grande successo anche per un altro fattore: si poteva giocare anche in tre. Al protagonista, infatti, si uniscono dopo poco tempo anche una fanciulla e un folletto, ciascuno dotato di armi, incantesimi e abilità specifiche: in qualunque momento fino a due giocatori possono prendere il controllo degli altri personaggi e combattere in locale insieme al primo giocatore. Se quest'ultimo è solo e sconsolato, ci pensa l'intelligenza artificiale a prendere le redini degli altri due personaggi e lui puoi assumere il controllo di ciascuno dei tre in qualunque momento. Secret of Mana era un titolo dinamico e ricco di segreti.
La storia ci calava nei panni di un giovane (Randi, nei vari adattamenti successivi all'esordio) che si imbatteva in una spada misteriosa e riusciva a estrarla come un nipponico Artù. A differenza del mitico re del ciclo bretone, però, Randi veniva esiliato dal villaggio e a quel punto cominciava una ricerca che si incrociava con le ambizioni del più classico impero del male. Il remake di Secret of Mana che arriverà sugli scaffali digitali il prossimo febbraio rispetterà quasi 1:1 le proporzioni, le mappe e i dettagli della versione originale. Quello che abbiamo visto ci ha ricordato il recente, ottimo remake Wonder Boy: The Dragon's Trap con una piccola differenza: qui è tutto poligonale. Lo sviluppatore ha rinunciato alla meravigliosa pixel art che caratterizzava l'originale a 16-bit, sostituendola con un motore poligonale che ricalca la prospettiva e la semplicità del 1993 proiettandola nel presente. A occhio e croce è una soluzione che funziona ma che siamo sicuri farà storcere il naso ai puristi e ai fan sfegatati della serie.
Fortunatamente, Square Enix ha preservato lo stile fantasioso e coloratissimo di Secret of Mana, anche se le cutscene, riprese a distanza ravvicinata, restituiscono l'idea di un prodotto abbastanza low budget, soprattutto nella modellazione poligonale dei comprimari, mentre i protagonisti, nonostante l'aspetto caricaturale e super deformed, sembrano decisamente più curati. Il resto sembra funzionare più che bene e il mondo di Secret of Mana resta vivace, pieno di colori e di pucciosi nemici saltellanti che non vedono l'ora di farsi prendere a mazzate. I brani musicali riarrangiati sembrerebbero rievocare rispettosamente la colonna sonora originale, ma è chiaramente troppo presto per esprimere un giudizio in tal senso. Il sistema di combattimento ci ha dato l'impressione di essere un pelino troppo lento, ma quanto mostrato finora è l'inizio del gioco e solo le fasi avanzate ci diranno se il remake è riuscito a modernizzare e magari addirittura migliorare un titolo che ha fatto la storia. Una cosa è certa: se questo remake di Secret of Mana riuscisse nell'intento di riaccendere l'interesse dei giocatori nella serie e in questo tipo di operazioni, potrebbe significare lo sviluppo di un nuovo Mana e magari il remake di qualche altro grande classico degli anni '90 come Final Fantasy VI o Chrono Trigger.
Al di là di una realizzazione tecnica tutta da verificare ma che non sembra fare scintille, Secret of Mana è sempre Secret of Mana e rappresenta un'occasione in più per fare innamorare i giocatori che si sono persi questo pezzo di storia a 16-bit. Il suo successo potrebbe spalancare le porte a una serie di remake fatti anche meglio, quindi teniamolo d'occhio e incrociamo le dita.
CERTEZZE
- È Secret of Mana: che altro aggiungere?
- La colonna sonora è un pezzo di storia
- È un remake 1:1 dell'originale
DUBBI
- Graficamente non sembra si siano fatti molti sforzi
- Chissà se si potrà giocare in multiplayer online?
- Fluidità del sistema di combattimento da verificare