Seconda settimana di Overwatch League, stavolta i riflettori erano puntati su gli Houston Outlaws, la squadra texana infatti avevano fatto vedere grandi cose la settimana scorsa e aveva in programma i match più interessanti, con i Fusion e New York. Vediamo com'è andata a finire.
Giorno 1: giovedì 1 marzo
Il primo match vedeva i Dinasty contro i Fuel, le cui prestazioni in salita facevano presagire un possibile colpo di scena. Alla fine purtroppo per Dallas il match si è incanalato lungo i binari previsti, ma il risultato non riflette del tutto l'andamento dello scontro. Rispetto alla Fase 1 i Fuel sono sembrati molto più in palla e hanno conteso quasi sempre il punto, vincendo la terza mappa e costringendo i Dinasty a sudare più del previsto su Hanamura. A spianare la strada per la vittoria alle tigri ci ha pensato Munchkin che sembrava un distributore automatico di bombe a impulsi, ne ha attaccate così tante su xQc che probabilmente il povero tank di Dallas se le sognerà per tutta la settimana. Lo stesso discorso può essere fatto per il match tra Valiant e Shock. Quello di San Francisco è un team che sembra sempre essere a tanto così dal mettere insieme tutti i pezzi per potersela giocare con i team in cima alla classifica e anche stavolta ha venduto cara la pelle, ma non è andata bene. Dall'altra parte i Valiant hanno vinto e senza dubbio sono degni di stare tra i primi 5, ma non sono apparsi in forma come nella Fase 1 e probabilmente dovranno lavorare sui propri difetti. Per loro fortuna ben presto dalla Corea arriverà il nuovo coach: Moon. Il terzo match della serata invece non ha avuto assolutamente niente da dire. I Gladiators non sono mai stati messi in difficoltà dai Dragons, Fissure ha consolidato il suo rapporto col gruppo mentre Shanghai continua a ripetere gli stessi errori. Perché non dare una chance a Geguri e vedere come va?
Giorno 2: venerdì 2 marzo
Si comincia con gli Spitfire che battono i Mayhem su cui onestamente non c'è molto da dire, se non che i londo-coreani hanno schierato la stessa lineup di quando la squadra si chiamava GC Busan e non faceva parte della Overwatch League, quindi Profit, Hoore, Gesture, HaGoPeun, Woohyal e Closer. Ma è con la seconda partite che le cose si fanno interessanti, perché Outlaws e Fusion hanno dato vita a un match semplicemente incredibile in cui Philadelphia si è confermata la bestia nera dei tori di Houston. Eppure all'inizio la situazione sembrava totalmente in controllo degli Outlaws, che sia su Volskaya che su Nepal sono apparsi in forma e in grado di gestire ogni situazione; poi Shadowburn s'è svegliato e ha trascinato la sua squadra alla vittoria Dragonblade dopo Dragonblade, risultando letale e decisivo in ogni situazione. Ogni momento dubbio, ogni stallo, ogni overtime Shadowburn era là con il suo Genji ha risolvere la situazione e quando si è trovato a dover usare altri personaggi è riuscito a freddare i DPS avversari con letale precisione, aiutato in questo da Carpe, a cui è bastato concentrarsi sui bersagli rimasti. Una partita da vedere e rivedere che lascia Philadelphia imbattuta e rappresenta una brutta battuta d'arresto per Houston. La giornata si chiude con una facile vittoria di New York su Boston, che sembra aver perso la magia che gli ha permesso di essere una delle squadre rivelazione della Fase 1.
Giorno 3: sabato 3 marzo
Si parte con Boston che finalmente si riprende e vince facile su Florida, che invece non riesce proprio a migliorare il proprio gioco, mentre i Dinasty sconfiggono i Gladiators che riescono a rendere le cose interessanti con una vittoria sulla seconda mappa, ma che alla fine soccombono. Ancora una volta Munchkin si merita il nostro premio di MVP, forse perché tutti erano così concentrati su Fleta da lasciarli abbastanza libertà per devastare le retrovie nemiche. Un consiglio ai Gladiators: tenete dentro Hydration, perché quando è fuori qualcosa non funziona. Si prosegue con un'altra sconfitta per i Fuel a opera dei Valiant che hanno fatto riaffiorare i problemi che Dallas sembrava ormai essersi lasciata alle spalle: cattiva comunicazione e una tenuta mentale non perfetta. Peccato, perché i Valiant finora non erano al top e poteva essere l'occasione giusta per un colpo di scena. Stavolta AKM non bastato, mentre dall'altra parte Soon ha fatto sfaceli. Il penultimo match della giornata sulla carta era uno scontro che dopo la vittoria dei Fusion sugli Outlaws poteva essere molto interessante, ovvero Philadelphia contro Londra. Si è rivelata invece una sonora asfaltata degli Spitfire sugli avversari. Difficile indicare un MVP, Fury è stato per tutto il tempo una spina nel fianco degli avversari, Gesture e il suo Winston si sono rivelati un incubo per tutto il team avversario e Birdring ha chiuso quasi tutte le possibilità ai DPS avversari, azzerando Shadowburn. Un po' diverso è stato il 4 a 0 che gli Excelsior hanno inflitto agli Outlaws (anche se è pur sempre un quattro a zero) visto che New York ha conquistato con facilità la prima mappa ma ha dovuto mettere in mostra una performance maiuscola per aggiudicarsi Lijang e King's Row, dove tutto il team ha mostrato un'incredibile freddezza e adattabilità, sopportando la furia offensiva di Houston e ribattendo con altrettanta precisione. Va anche detto che con un Saebyolbee così ispirato è dura per tutti. Chissà se adesso i texani approfitteranno di questa lezione per migliorare si faranno prendere dallo sconforto e lo stesso vale per Philadelphia. Entrambi i team sono stati rimessi al loro posto dalla potenza di fuoco full-Corea della Overwatch League, vediamo come sarà la reazione.
Giorno 4: domenica 4 marzo
La settimana va in archivio con l'ennesima sconfitta dei Dragons contro gli Shock, una squadra che sta vivacchiando e che ancora deve trovare continuità, ma che è comunque più che sufficiente per vincere sulla deludente compagine cinese. Va dato atto però ai Dragons che ogni volta ci provano e onorano lo scontro e soprattutto in questo match sono riusciti almeno a offrire qualche incertezza, nonostante il risultato finale. Di sicuro al momento la loro presenza non giova alla Overwatch League perché ogni volta che scendono in campo il risultato è quasi sempre già scritto.