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L'ascesa del novellino

Alla GamesCom di Colonia terzo incontro con Halo 3 ODST, ad un mese dal lancio!

PROVATO di La Redazione   —   21/08/2009
Halo 3: ODST
Halo 3: ODST
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Ultimo incontro prima del lancio con Halo 3 ODST, del quale potete leggere praticamente tutto negli articoli in database e, soprattutto, in quello qui sotto scaturito da un recente press tour di Bungie in quel di Milano.
Abbiamo giocato nuovamente alla modalità Firefight, la nuova modalità cooperativa per cinque giocatori sulla falsa riga di Orda in Gears of War 2. Come al solito prendere in mano un pad per provare le meccaniche tipiche di Halo è un piacere, visto che come ci ha detto Bungie il feeling è rimasto lo stesso della serie. Ad essere cambiato è il fine lavoro di bilanciamento: questa volta non si impersona uno spartan, ma un semplice ODST, senza scudi energetici ricaricabili e con la necessità di ricorrere molto più spesso a coperture, soprattutto nella campagna, gettando anche un occhio alle stazioni mediche dislocate in Nuova Mumbasa che saranno, a quanto pare di capire, il modo principale con cui recuperare energia. Con l'ennesimo incontro abbiamo finalmente messo alcuni punti fermi come quello della presenza della campagna in co op che sarà presente, e per quattro giocatori, come in Halo 3 (così come è confermata la modalità per i replay e gli screenshot). Il gioco rimarrà intatto, con la città liberamente esplorabile e con ogni giocatore libero di muoversi in qualsiasi direzione voglia. Per riuscire ad orientarsi e, soprattutto, per ritrovarsi, in quella che bungie definisce l'ambientazione più vasta mai costruita per un gioco di Halo, verranno in aiuto gli strumenti della mappa, che consentiranno di fissare punti dei punti di riferimento, oltre al sistema di chat vocale. Anche perché ci è stato detto che tanti saranno i segreti e gli item da cercare negli angoli più nascosti delle locazioni esplorabili, sulla falsariga di quanto accaduto con i teschi per il precedente capitolo della saga.
A questo punto manca un mese al lancio del gioco che riporterà l'universo di Halo in milioni di Xbox in giro per il mondo, dopo due anni di assenza.

Prova di Firefight a Milano

L'uscita di un nuovo capitolo nella serie di Halo è un piccolo grande evento, un misto di attese e speranze che coinvolgono i milioni di fan di uno dei marchi più riconoscibili, di successo degli ultimi dieci anni videoludici. Il caso di ODST è piuttosto atipico in tal senso: nato come un'espansione, nel corso dello sviluppo si è evoluto nella sua direzione finale di prodotto a sé stante, un'appendice al terzo

Uno scatto tratto dalla modalità FireFight.
Uno scatto tratto dalla modalità FireFight.

capitolo capace di cambiare per la prima volta prospettiva senza mutare l'impostazione, di introdurre nuove idee e metterne di vecchie sotto un punto di vista inedito. Microsoft Italia ha voluto invitare una volta di più a toccare con mano quanto sviluppato da Bungie, portando nella propria sede milanese un'insieme di contenuti simili a quelli già analizzati nel precedente provato, scritto dall'E3 2009, ma comunque capaci di suggerire spunti inediti e lasciare l'acquolina in bocca.

Curiosità

Martin O'Donnell ha curato ancora una volta la colonna sonora del titolo. In questo caso, però, ha smorzato i soliti toni epici a favore di suggestioni più riflessive, d'atmosfera, con l'introduzione del sassofono nelle sessioni a Nuova Mombasa, in notturna e con il protagonista paragonato, portando all'estremo il parallelo, a un detective, come fosse un film noir degli anni '50.

Prepare to drop

La campagna per il singolo giocatore si è una volta di più mostrata attraverso le sue due dinamiche principali, il free roaming cittadino, novità assoluta del capitolo, e le sessioni d'azione pura collegate ai flashback attivati al ritrovamento di particolari oggetti. Entrambi i momenti sono stati studiati a partire da una necessità narrativa e per valorizzare al massimo il nuovo personaggio, The Rookie - il novellino - non l'eroico ultimo Spartan, Master Chief, ma un soldato delle forze umane impegnato in una battaglia più grande di lui: se da una parte si è deciso una volta di più di non mostrare mai il volto dell'alter ego del giocatore, dall'altra il carico emozionale sarà più forte, la tensione palpabile tra le vie di una Nuova Mombasa popolate dalle sole forze Covenant e poi vivido il ricordo dei compagni di lotta, conosciuti dall'utente per pochi istanti nel filmato d'introduzione e quindi, al ritrovamento degli oggetti chiave, tramite i ricordi giocati di alcuni momenti drammatici di quella battaglia appena finita, della fresca sconfitta dalla quale si dovrà cercare di uscire. L'azione in sé e per sé è parsa la solita orgia di sparatorie tipica di ogni Halo, con scontri furiosi e la famosa dinamica che vuole il ripetersi degli stessi quindici secondi di divertimento all'infinito, ben applicata. Più chiaroscura, a voler cercare un difetto, l'esplorazione all'interno della città, forte sì di alcune buone idee come la Squad Patrol, una deriva dell'intelligenza artificiale volta a far rilasciare i nemici dalle loro navi sulle città a seconda della posizione del giocatore, organizzando al meglio gli scontri, ma sembrata - da quanto visto e senza aver messo mano al pad - troppo orientata al ritrovamento degli obiettivi e quindi alla parte di giocato a essi legata, un po' leggera nel proporre la caccia a qualche terminale per ricevere nuove informazioni strategiche o quelli destinati alla ricarica della vita, ora non più auto rigenerante non trattandosi di un soldato Spartan. Graficamente sembra che Bungie, a quanto detto impegnata già da due anni su Halo Reach e per quel lancio pronta a mostrare una tecnologia del tutto nuova, abbia lavorato sodo per rendere al meglio quelle che già erano le peculiarità del terzo episodio: belli, molto, gli effetti di luce e sempre piacevole la scelta di optare per colori forti e riconoscibili, con la nuova visuale dal casco in dotazione alle forza UNSC suggestiva sia quando normalmente utilizzata, con la classica interfaccia chiara e snella, sia quando in modalità di riconoscimento dei nemici, degli alleati e dei punti d'interesse, ciascuno diversamente evidenziato con un'apposita aura colorata.

Scontro a fuoco

Al termine della presentazione, otto postazioni sono state messa a disposizione dei presenti così da poter toccare con mano la modalità Firefight. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, si tratta della componente cooperativa del titolo, un assedio senza fine che vedrà fino quattro utenti impegnati a resistere ai continui arrivi di forze Covenant. A differenza della modalità Orda di Gears of War 2, quindi, non ci sarà un'ultima ondata ma l'obiettivo di conquistare il massimo punteggio possibile, condividendo con i tre compagni un dato quantitativo di vite e vedendosele rimpolpare solo dopo ogni round, stando nel contempo attenti a non soccombere ai nemici di volta in volta potenziati dai teschi attivati dall'intelligenza artificiale, come sempre perfetti nell'aggiungere piccole complicazioni, come la disponibilità infinita di granate per gli avversari.

Il visore segnala nemici e amici, senza diventare invasivo o far perdere di chiarezza all'azione.
Il visore segnala nemici e amici, senza diventare invasivo o far perdere di chiarezza all'azione.

In totale chi scrive ha testato tre mappe in altrettante sessioni da dieci minuti l'una e, come sempre nella serie, la cura per gli ambienti è ottima: che ci si trovi a difendere un enorme spiazzo che alterna costruzioni in cemento a verdi prati, una sorta di piazza di Nuova Mombasa o un edificio dai classici toni asettici, fatto di enormi androni e un'architettura regolare, tutto è disegnato per rendere l'azione fluida, per far aggredire l'avversario e non dare mai nemmeno un istante di pausa. I controlli sono quelli che tutti hanno imparato a conoscere, il feeling pure, anche se la presenza di un salto meno vigoroso e l'inesistenza della ricarica automatica della vita, richiedono un pizzico di riflessione in più. Divertimento allo stato puro, insomma, in pieno stile Bungie e senza far rimpiangere più di tanto l'assenza della cooperativa lungo la campagna, permettendo a tutti di prendervi parte e ai più esperti di mirare ai punteggi, alle classifiche, alla gloria.
Con un single player ancora da scoprire nella sua interezza - nessuno conferma, ma sarà mai possibile che non compariranno i Flood? Difficile - la modalità Firefight a dare una ventata d'aria fresca e tre nuove mappe, in aggiunta a quelle rilasciate in passato, per l'esperienza competitiva, Halo 3 ODST è pronto a entrare di prepotenza nelle serate settembrine di milioni di giocatori. Preparatevi al lancio.

CERTEZZE

  • Parecchie novità
  • Il misto di free roaming e azione lineare si prospetta intrigante
  • Modalità FireFight profonda e accessibile allo stesso tempo
  • La giocabilità è oramai una garanzia assoluta

DUBBI

  • Il mondo aperto di Nuova Mombasa andrà popolato di contenuti a dovere